Archiviato il duro derby italiano contro la Fiorentina la Juventus si ritrova accoppiata nei quarti di finale contro i francesi dell’Olympique Lyonnais, o per dirla all’italiana Lione.
Confronto inedito tra le due formazioni, così vicine geograficamente (sono appena 305 i km che separano le due città) ma mai contrapposte una all’altra sul rettangolo di gioco.
I francesi sono senz’altro un avversario di “nome”: la loro ascesa nazionale ed europea iniziata nel 2000 ha segnato quasi un decennio ed ha portato alla ribalta del calcio mondiale talenti dalla provenienza più disparata, ma tutti caratterizzati dal comun denominatore di essere stati scoperti e poi valorizzati dalla formidabile struttura societaria facente capo a Jean-Michel Aulas, il vero artefice del miracolo Lione.
La situazione odierna è però radicalmente cambiata e dalla stagione 2008/2009 si è interrotto il dominio in patria che aveva portato alla vittoria di ben 7 campionati consecutivi e nella bacheca dei lionesi sono entrate solamente una coppa nazionale nel 2012 ed una supercoppa all’inizio dell’annata successiva.
A dimostrare questo cambio di rotta è stata la mancata partecipazione alla Champions League 2012/2013, avvenuta dopo ben 12 edizioni consecutive, culminate con la semifinale nell’aprile 2010.
In questa stagione l’avventura nella massima competizione continentale è terminata nei preliminari per mano dei baschi della Real Sociedad.
La Juventus si troverà di fronte una formazione molto diversa da quella che spopolava fino a pochi anni fa: l’ultimo baluardo di quella rosa gloriosa che nel tempo ha visto in campo stelle del calibro di Juninho, Essien, Malouda, fino ad arrivare a Benzema e Pjanic, è il portiere Vercoutre, all’epoca vice di Gregory Coupet.
I grandi talenti sono stati gradualmente venduti alle big estere, rivelandosi in alcuni casi dei campioni formidabili (Essien rimane il miglior prodotto di esportazione) oppure dei flop clamorosi (troppo facile ricordare il Tiago bianconero, ma si potrebbe citare anche Mahamadou Diarra al Real).
Nelle ultime stagioni hanno lasciato anche pilastri del recentissimo passato come Toulalan, Kallstrom ed infine Lisandro Lopez.
L’attuale progetto prevede l’abbondanza di giocatori giovani, con diversi innesti dal vivaio.
I tre giocatori più rappresentativi in quest’ottica sono Maxime Gonalons, capitano classe 1989, cervello e metronomo della squadra; Alexandre Lacazette, attaccante del ’91 dotato di grandi qualità tecniche e dribbling ubriacante, ancora un po’ frenato da un carattere bizzoso e da una discontinuità di rendimento molto accentuata e per finire Clement Grenier (anche lui nato nel 1991), forse il talento più puro a disposizione dei francesi, in grado di ricoprire diversi ruoli del centrocampo ma maggiormente incisivo nel ruolo di mezz’ala.
A completare il quadro c’è l’eterno rebus chiamato Yoann Gourcouff, passato da essere lo staffettista designato di Kakà al Milan (con scarsi risultati), risorto con il Bordeaux (artefice del trionfo in campionato dei girondini che segnò proprio la fine del ciclo del Lione) e poi approdato ai lionesi per la cifra di quasi 26 milioni di euro complessivi, dove non ha mai incantato, sia per svariati problemi fisici, sia per dei limiti caratteriali che paiono insuperabili alla soglia dei 30 anni (ne farà 28 a luglio).
Da segnalare anche l’espertissimo Bafetimbi Gomis, attaccante dotato di enorme potenza fisica, poco raffinato con i piedi, ma che a suo modo sa essere concreto sottoporta, il giovane e dinamico Gueida Fofana, che può ricoprire sia il ruolo di centrale di centrocampo che di difesa, e per finire Milan Bisevac, deputato alla guida del pacchetto arretrato, che rappresenta però il punto debole dell’intera squadra.
Il modulo solitamente scelto dall’allenatore Garde è il 4-3-1-2, con Grenier a rifinire dietro le due punte Lacazette e Gomis.
Il cammino dei lionesi in Europa League non è stato trascendentale fino ad oggi: ad esclusione della netta vittoria per 4-1 con il Plzen nell’andata degli ottavi: il girone di qualificazione, decisamente abbordabile con Betis, Vitoria Guimaraes e Rijeka è stato condotto al piccolo trotto, mentre i sedicesimi contro il Cornomorec sono stati una sofferenza fino alla perla liberatoria di Lacazette.
In campionato l’OL ricopre la quinta posizione con 45 punti, a otto lunghezze di distanza dalla zona Champions, frutto di 12 vittorie, 9 pareggi e 8 sconfitte, con 44 gol fatti (1.5 a partita) e 35 incassati (1,2).
Sulla carta la Juventus è nettamente favorita: dalla sua parte ci sono un maggior tasso tecnico ed un divario fisico abbastanza importante. In più il modo di giocare dei bianconeri, basato su continui inserimenti dei centrocampisti potrebbe mandare in crisi la difesa francese che spesso e volentieri ha evidenziato difficoltà di sincronizzarsi con i movimenti di uscita ed accorciamento. Vale lo stesso discorso per il pressing, che potrebbe disattivare la stellina Grenier, poco avvezzo al gioco fisico.
Le incognite saranno la collocazione della gara di andata (anche se logisticamente la trasferta è molto agevole) che arriva dopo un impegnativo doppio confronto in campionato contro Parma e soprattutto Napoli al San Paolo e la tenuta fisica della squadra juventina che costringerà alcuni giocatori agli straordinari per i molti infortuni specie nel reparto di difesa.
Appuntamento allo Stade de Gerland il 3 aprile e allo Juventus Stadium una settimana dopo: in entrambe le occasioni vista la vicinanza è attesa una grande cornice di pubblico ed una massiccia presenza di tifosi ospiti.