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Tabula Rasa

Che il calcio italiano abbia intrapreso una china discendente è un fatto risaputo oramai da anni. Che questo irreversibile sprofondare, favorito dalla nuova geopolitica del post-calciopoli, con l’insediamento in pompa magna ai posti di comando di personaggi come Preziosi, Lotito e Tavecchio, favorito dalla regìa più o meno occulta del Sig. Geometra Adriano Galliani, ci portasse a livelli così bassi di squallore non era (forse) preventivabile. E così, mentre la Premier League inglese attraverso un’asta cede i diritti televisivi a Sky e BT per la cifra complessiva di 6,9 miliardi di Euro, in Italia non si fa altro che parlare di righe storte e di revisione delle teorie di Piero della Francesca. Ma in Premier un personaggio come Massimo Cellino non vogliono vederlo nemmeno in fotografia, lo stesso personaggio che da noi rivestiva il ruolo di, nientepopodimenoche, Consigliere Federale (incompetente).

E allora ecco che le ultime dichiarazioni di Arrigo Sacchi appaiono perfettamente contestualizzate in questo ambiente becero e retrogrado che è diventato il calcio italiano:

“L’Italia è ormai senza dignità né orgoglio perché fa giocare troppi stranieri anche nelle Primavere: nei nostri settori giovanili ci sono troppi giocatori di colore”.

Sacchi ha ricoperto il ruolo di Coordinatore Tecnico delle nazionali giovanili fino all’Agosto del 2014, evidentemente con queste dichiarazioni si ricandida a ricoprire un posto nelle alte sfere della FIGC. Si perchè pare che nel mondo del pallone italiano se non sei, non dico pregiudicato, ma almeno autore di una sparata totalmente fuori da ogni logica non ti fanno lavorare.

Il nostro sistema calcio ha prodotto un presidente federale di nome Carlo Tavecchio. Uno che, nel discorso di candidatura, in cui avrebbe dovuto esprimere le sue idee ed il suo programma si pronunciò in questo modo:

“Le questioni di accoglienza sono un conto, le questioni del gioco sono un altro. L’Inghilterra individua i soggetti che entrano, se hanno professionalità per farli giocare . Noi, invece, diciamo che Opti Poba  è venuto qua, che prima mangiava le banane, adesso gioca titolare nella Lazio. E va bene così. In Inghilterra deve dimostrare il suo curriculum e il suo pedigree”.

Forse in Inghilterra, oltre al pedigree, richiedono anche che l’animale abbia effettuato tutte le vaccinazioni previste dalla legge, e forse per questa omissione il nostro esimio presidente è stato squalificato per mesi 6 dalla Uefa, sanzione poi recepita anche dalla FIFA. Ma il nostro Tavecchio verrà ricordato anche per le sue indiscusse doti di scrittore. Pensate che i best-seller “Ti racconto il calcio” e “La grande favola azzurra” hanno venduto ben 60.000 copie in due giorni, record superato forse solo da J.K. Rowling con “Harry Potter”. Per fortuna, grazie alla generosità dell’editore, ogni copia ci è costata solo 5,38 Euro più I.V.A. anzi che gli 11 Euro più I.V.A. previsti dal prezzo di copertina. Si, CI è costata, perchè a comprare le 60.000 copie è stato un solo soggetto, ovvero la FIGC, con soldi pubblici, quindi nostri. Libri educativi acquistati appunto dalla FIGC, grazie all’approvazione dell’assemblea presieduta da… quello del pedigree e dei “mangiabanane”.

Un altro dei personaggini ultimamente molto in evidenza è l’onnipresente Claudio Lotito, autore della celeberrima frase:

“Marotta con un occhio gioca a biliardo e con l’altro mette i punti”.

Eeeeeeeeeeh, ma di quale sottile ironia è capace il nostro istrionico Claudio, lui che con un occhio dirige la Lazio, con l’altro dirige la Federazione, con l’altro dirige la Lega Calcio, con l’altro dirige la Salernitana, con l’altro dirige le sue imprese e con l’altro gestisce i suoi terreni! Roba che Shelob, il gigantesco aracnide dai mille occhi scaturito dalla fantasia di J.R.R Tolkien, come dicono a Roma “je fa ‘na pippa”. Pensate che per questa frase irriguardosa Lotito è stato sanzionato dalla Procura Federale con una multa e per questo motivo Beppe Marotta non potrà adire personalmente alle vie legali senza violare la clausola compromissoria. Aaaaaahhhh ma che bel calcio! Che dire poi del caso Iodice, balzato ultimamente agli “onori” della cronaca. Il moralizzatore del calcio italiano si rivolge telefonicamente al dirigente dell’Ischia con queste parole:

“Ho un programma, in sei mesi incrementerò i ricavi, porterò uno sponsor al campionato e i soldi dello streaming. Ho parlato con quello che ha portato 1,2 miliardi alla Lega di A (Infront n.d.r.) e 14 milioni in più di Rcs alla Figc. Ti faccio un discorso: secondo te in Lega di A decide Maurizio Beretta? Sai cosa decide? Zero. E allora: il presidente (Macalli n.d.r.) fra un anno e mezzo va a casa da solo, l’accompagno io, e rappresenta zero”.

E ancora…

“Ho detto ad Abodi: Andrea, dobbiamo cambiare. Se me porti su il Carpi… una può salì… se mi porti squadre che non valgono un cazzo noi fra due o tre anni non ci abbiamo più una lira. Perché io quando a vado a vendere i diritti televisivi che abbiamo portato a 1,2 miliardi grazie alla mia bravura, sono riuscito a mettere d’accordo Sky e Mediaset, in dieci anni mai nessuno fra tre anni se ci abbiamo Latina, Frosinone.. chi cazzo li compra i diritti? Non sanno manco che esiste, Frosinone. Il Carpi… E questi non se lo pongono il problema!”.

Un vecchio adagio recita “Togliamo il disturbo, ma vedrete che banditi arriveranno dopo do noi”. La frase di Giraudo rappresenta una profezia fin troppo facile, avveratasi puntualmente dopo l’operazione di “pulizia” del calcio voluta ed agevolata anche dall’interno della Juventus.

Nella telefonata a Iodice, Lotito cita indirettamente Infront, l’advisor incaricato dalla Lega per la vendita dei diritti televisivi. Marco Bogarelli, presidente di Infront Italy, relativamente al gruppo cinese Wanda che ha di recente acquisito Infront ha dichiarato:

“entrare nel progetto dello stadio del Milan è un’opportunità in più, le competenze ci sono, i mezzi per investire ci sono, il ciclo temporale è quello giusto perché quando si fa un investimento finanziario si guarda a un ciclo di almeno 5 anni e i 5 anni che abbiamo avanti ci consentirebbero di essere un’opportunità per produrlo”.

Un momento, ma cosa c’entra il Milan? Non sarà mica che Galliani con la sparata delle righe storte e dei registi scelti da Infront voleva ottenere qualcosa di diverso dai replay imparziali? No dai, non ci credo, “dis is nod fudbol” come direbbe il prossimo allenatore dei rossoneri!

Il bello è che l’organo della giustizia sportiva preposto ad indagare sui vari conflitti di interesse tipo Tavecchio-che-vende-libri-a-se-stesso, Galliani-che-vende-i-diritti-a-se-stesso, Lotito-che-fa-quel-cazzo-che-gli-pare, sarebbe la Procura Federale, presieduta da Palazzi, di nomina Federale, quindi di Tavecchio, piazzato lì da Lotito e Galliani. Questa però sarebbe roba da Procura della Repubblica ma non tutti nasciamo Guariniello.

E allora questo calcio ha bisogno si di essere radicalmente riformato, ha bisogno si di un nuovo management, ha bisogno si di nuove idee e di soggetti competenti per mettere in atto progetti di sviluppo ad ampio respiro, ma ha soprattutto bisogno di un lanciafiamme al napalm, per fare tabula rasa di tutto. Azzerare questi infimi giochetti, azzerare la logica dell’orticello, azzerare la rozzezza, il becerume, l’incompetenza, l’arroganza e la malafede. Per crescere davvero e rinverdire i fasti di un’epoca che molti si ostinano ancora a definire “corrotta”, ma che più realisticamente ed anche onestamente vedeva il calcio italiano al primo posto nel mondo: torniamo a prima del 2006, grazie.

 

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