Incredibile ciò che è successo all’Ethiad Stadium di Manchester: una squadra – la Juve – data da tantissimi (anche juventini) per morta e sepolta (a metà settembre?), con un solo punto in tre gare di campionato, sbanca il fortino della capoclassifica di Premier League, vittoriosa nelle prime cinque e con la porta di Hart ancora vergine. Serviva una vittoria per scuotere l’ambiente; serviva una prova convincente per togliersi di dosso quel torpore di inizio stagione. Sono arrivate entrambe. E scusate se è poco.
Il merito più grande va ascritto ad Allegri che decide di osare (in Champions si DEVE fare così) schierando un inedito 4-3-3, con la linea difensiva titolare Licht-Bonucci-Chielli-Evra; a centrocampo, agiscono Hernanes in mezzo con Sturaro a destra e Pogba a sinistra. Tridente formato da Cuadrado, Mandzukic e Morata.
Inizia la gara e dopo appena due minuti la formazione bianconera potrebbe già trovarsi sotto perché Sturaro perde una palla “velenosa” sulla trequarti, Silva imbecca sulla sinistra Sterling che cerca il diagonale vincente. San Gigi risponde da par suo, poi Chiellini neutralizza la ribattuta dello stesso fantasista spagnolo.
Scampato il pericolo, la Juve si assesta sul campo in maniera compatta, un 4-5-1 in fase di non possesso, che toglie la possibilità ai citizens di sfruttare le loro armi migliori, ovvero le ripartenze. Al dodicesimo gli ospiti andrebbero anche in vantaggio con il colpo di testa di Pogba su cross (quanto tempo è che non se ne vedeva uno da quelle parti?) splendido di Cuadrado (grandissima prova del colombiano); la rete, però, viene annullata in quanto Morata, che è in posizione di offside, partecipa all’azione allungando la gamba nel tentativo di colpire la sfera.
Il primo tempo scivola via in maniera abbastanza equilibrata, con il Manchester che tiene maggiormente il possesso palla e la Juve che potrebbe osare di più negli spazi dietro la linea dei centrocampisti avversaria. Un’occasione per parte arriva su calcio piazzato: dapprima Kolarov manda a lato con Buffon che controlla la traiettoria, poi Hernanes sfiora il palo alla sinistra di Hart (anche in questo caso comunque il portiere “vigila”).
Ultimo brivido prima del riposo, un gran tiro dal limite di Fernandinho che lascia impietriti i tifosi davanti agli schermi televisivi. Palla fuori di poco alla sinistra dell’estremo difensore bianconero. 0 -0 al quarantacinquesimo.
Nella ripresa la partita si accende per “merito” dei padroni di casa (e colpa dell’arbitro) in quanto, su calcio d’angolo al 57’, Kompany usa Chiellini come trampolino, appogiandovisi platealmente, trafiggendo Buffon. Dal replay appare subito evidente l’irregolarità dell’azione e si scopre che, in realtà, trattasi di autorete dello stesso difensore toscano.
Un minuto più tardi la partita potrebbe chiudersi con un contropiede orchiestrato da una finta di corpo di Bony che manda a vuoto Bonni, lanciando così in campo aperto ancora una volta David Silva e Sterling. L’esito è identico al primo tempo: miracolo doppio di Supergigi e palla in angolo.
Dopo un avvio di campionato deficitario, andare sotto (diciamolo, immeritatamente), per giunta con un gol da annullare ed il colpo del KO appena sventato, orbene tutte queste situazioni messe assieme avrebbero potuto ammazzare definitivamente l’autostima dei giocatori e del tecnico.
Invece, la squadra si rialza quasi subito e sfiora il pareggio con Sturaro che si fa ribattere il tiro rasoterra dal portiere avversario. Qualche minuto più tardi, comunque, Pogba dal lato sinistro scodella al centro una palla invitante sulla quale si avventa Mandzukic, beffando i due centrali, ed in spaccata centra il bersaglio con l’aiuto del palo.
Arrivano le prime sostituzioni, al 78’ Dybala rileva lo stesso attaccante croato, vittima di una botta al polpaccio. Tre minuti più tardi è l’apoteosi per tutti i tifosi juventini quando Morata, indiscutibilmente e sempre di più uomo di questa competizione, con un colpo di biliardo dal limite dell’area aggira Hart e sigla il 2-1, anche stavolta con l’ausilio del montante.
Il City si butta tutto in avanti nei minuti finali chiamando ancora agli straordinari Buffon con un gran tiro dai venti metri di Tourè, ma non è serata per loro. Finisce in trionfo per la formazione di Allegri che inaugura come meglio non poteva il cammino europeo in un girone molto complicato.
Tutte le nubi sono state spazzate via? Niente affatto, così come non era una squadra da buttare fino a qualche giorno fa, improvvisamente non è diventata una formazione di fenomeni. Ecco, non si commetta adesso l’errore di pensare che tutti i problemi sono stati risolti d’incanto. Serve ancora pazienza perché la Juve può crescere tanto nel sistema di gioco, negli interpreti, nella fiducia in sé stessa, partendo dalle fondamenta poste all’Ethiad Stadium.