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Milan-Juve 1-0. Quanto sei brutta Juve mia

Arriva la seconda sconfitta in campionato per la Juve, ancora una volta contro una Milanese, ancora una volta a San Siro. Evento che non accadeva dalla stagione 2009/10, quella del settimo posto, dei due allenatori Ferrara e Zaccheroni e di tanti altri ricordi non esaltanti.
Inutile rimarcare che le analogie con quella stagione si fermeranno qui, anche se è sempre più crescente la sensazione che ci sia qualcosa da cambiare per proseguire sui giusti binari la stagione in corso. La Juve vista al Meazza è sicuramente apparsa abbastanza svuotata dopo la bella prova di grinta e carattere fornita contro il Lione. Dico “abbastanza svuotata” perché una partita in cui i ragazzi in bianconero sono sembrati impacciati, spenti, mai lucidi si può spiegare solo in parte con un calo emotivo.
In più di un frangente del match, la Juve ha dato l’impressione di non saper da dove cominciare: gioco non entusiasmante, idee poco chiare, centrocampo leggero.

Già, il centrocampo, tema ormai molto delicato quando si parla di Juve.
Non siamo ai livelli del “siamo senza centrocampo”, espressione tanto in voga nel social web bianconero, tra il serio e il sarcastico: il pericolo più grande per il Milan è arrivato al minuto 96′ con una bordata da fuori di Khedira. Lo stesso Khedira che, giocatore intelligente per carità, non ha mai dato un cambio di passo e non ha certamente brillato nell’ultimo mese; Pjanic con personalità e dinamismo ben al di sotto delle aspettative sembra ripercorrere le orme di tanti giocatori del passato che hanno trovato difficoltà di adattamento; Hernanes che ti fa pregare per il ritorno più imminente possibile di Marchisio. Inutile continuare a giocare al risparmio pensando che prima o poi la si possa sfangare, perché se poi al minuto 60’ quei tre sopracitati non contribuiscono al famoso “filtro di centrocampo” e becchi gol, poi va a finire che la perdi, specie se non sei in grado di creare rifornimenti utili per il tuo centravanti. Pesante anche l’uscita dal campo di Dybala, ma la povertà tecnica e di personalità della metà campo attuale dovrebbero far scattare qualche campanello d’allarme: continuare a voler giocare come quando c’erano altri interpreti non è la soluzione migliore. Un’alternativa potrebbe essere data dal cercare di capire come sfruttare appieno l’enorme potenziale offensivo: perché non è proprio il massimo non essere in grado di servire una volta il centravanti che hai pagato 90 milioni. Senza tralasciare il fatto che con il cambio modulo si è prodotto molto di più. Il Milan ha avuto più fame e come al solito quando una piccola (perché il Milan più povero degli ultimi 30 anni questo è) incontra una grande squadra, può capitare che la piccola abbia il sopravvento, regalandosi così la serata della stagione. Come dicono gli addetti ai lavori, la squadra di Montella è sicuramente più organizzata, compatta e aggressiva.
Riconosciuti i demeriti nostri e i meriti altrui, c’è però da sostituire l’aggettivo con “squadra che ha cominciato a picchiare dal primo minuto rimanendo puntualmente impunita dal signor Rizzoli”. Lo stesso arbitro per cui qualche giornalista si era imbavagliato in maniera ridicola in diretta tv dopo gli episodi dell’ultimo derby della Mole, o per cui sempre quel qualcuno aveva chiesto a gran voce che non arbitrasse Juve-Napoli dello scorso febbraio. Davvero complicato il rapporto di Rizzoli con la Juve visto che arbitrò anche Milan-Juve del novembre 2012, quando il Milan vinse 1-0 con un rigore fischiato per un fallo di Isla che non c’era. Oppure lo stesso di Genoa-Juve del 2012 quando ci vedemmo negato un gol regolarissimo di Pepe. Anche stasera ha deciso di proseguire nel solco di questa tradizione. Basterebbe citare i due episodi in cui Bonucci e Bacca allargano il braccio allo stesso modo per chiudere ogni discorso: lo juventino ammonito, al secondo nemmeno fallo assegnato. E invece bisogna anche scomodare l’episodio del gol annullato a Pjanic in cui Rizzoli si affida all’arbitro di porta dopo averlo convalidato insieme al guardalinee: degno rappresentante di una federazione che decide di non decidere.
D’altronde, lo diceva anche il presidente federale dei tempi pre-Calciopoli, quello che “se errore ci deve essere, mi raccomando non sia a favore della Juve”. E forse la smetteranno con le menate del gol di Muntari, quello immortalato sul cellulare di Galliani, ma più probabilmente sono solo un sognatore.

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