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Moggi: l’alibi di chi non vinceva mai

L’inter ha chiuso l’esercizio 2013/2014 con una perdita netta consolidata di circa 87 milioni di euro. Il risultato è peggiore di quello dell’esercizio 2012/13, chiuso con un rosso di circa 80 milioni che sommati ai 77 milioni di perdita del 2011/12 portano il rosso dell’ultimo triennio (quello valido ai fini del FFP che condizionerà la concessione della licenza Uefa per la prossima stagione) a 244 milioni.

E’ inutile evidenziare come il risultato è fuori dai parametri imposti dal Fair play finanziario che prevede una perdita aggregata, negli ultimi tre esercizi antecedenti quello nel quale si richiede la licenza Uefa, di massimi 45 milioni. A poco servirà escludere dalle perdite i pochi costi virtuosi sostenuti durante questo triennio, gli unici potrebbero essere quelli sostenuti per lo sviluppo del settore giovanile (…) oltre alla voce “altri ammortamenti”.

Tanto è vero che il Ceo dell’Inter, Michael Bolingbroke ha dichiarato “Stiamo mettendo a punto un piano quinquennale che si svolgerà entro i limiti delle linee guida del Fair Play Finanziario. Abbiamo incontrato l’UEFA perchè nel passato si sono accumulate perdite che hanno portato al passivo e spiegato le nostre intenzioni.”

E ancora “abbiamo dovuto assicurare (l’Uefa) di essere pronti a sistemare quello che è andato storto nel passato, il 7 novembre ci sarà un incontro storico, verremo sottoposti a un audit e le nostre intenzioni dovranno essere confermate dai fatti. A febbraio si deciderà sulle sanzioni ai club e noi accetteremo ogni sentenza”.

Passato? Andato storto?

Ma come, non si era detto che dopo la pioggia purificatrice di farsopoli, tutto il male sarebbe stato cacciato e finalmente il bene avrebbe trionfato?

Ho capito male io o l’ex Presidente Moratti addebitava le colpe di tutti i suoi “pessimi” investimenti e le conseguenze perdite, ai mancati successi sportivi causati da quel “demoniaccio” di Moggi?

Riavvolgiamo il nastro e partiamo dall’esercizio 2006/07, il primo post calciopoli.

Mentre la Juventus espiava le sue “colpe” onorando la propria maglia nella serie cadetta (altro esempio di mala gestio) l’Inter “in solitaria” e con il “vento del rinnovamento” in poppa conquistava trofei nazionali ed internazionali che finalmente gli avrebbero permesso di raggiungere gloriosi successi anche dal punto di vista finanziario.

Infatti (…)

Dal 2006/07 ad oggi (20 ottobre 2014) l’inter ha accumulato perdite complessive per quasi 910 milioni di euro, nello stesso periodo, la Juventus ha registrato un rosso complessivo di 193 milioni a fronte di ricavi pari a 1,84 miliardi.

Durante questi 8 anni, mentre l’Inter continuava a “bruciare” i propri capitali, la Juventus “costruiva”; inaugurava il suo stadio di proprietà, investiva nello sviluppo del proprio settore giovanile (Juventus Training Center), inaugurava il J-Museum e metteva le basi per la realizzazione della cittadella dello sport (progetto Continassa).

L’inter si appresta a varare il suo piano strategico/industriale quinquennale, quando la Juventus si appresta a concludere il suo (2011/16).

Forse a distanza di 20 anni,  qualcuno ha ricordato a Moratti la reale causa dei propri insuccessi; bruciare in 20 anni 1,3 miliardi di capitale proprio per ripianare le perdite accumulate è di per se esaustivo. Ma si sa la colpa è sempre stata della Juve che “ruvvava” e di Moggi che acquistava Cannavaro scambiandolo con quel “fuoriclasse” di Carini.

D’altronde come amo ripetere spesso: “Moggi è sempre stato l’alibi di chi non vinceva mai”.

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