Siate contenti, siate felici. La Juventus dopo 12 anni è in semifinale di Champions League. L’ultima volta arrivò dopo quel colpaccio contro il Barcellona con i bianconeri in 10 e la firma di Zalayeta, che ci portò ad affrontare il Real Madrid. È passato tanto, tantissimo tempo per tornare tra le migliori d’Europa. Buffon sperava di impiegarci meno, ma non era certo il solo. Tre anni dopo succede quello che succede e da allora una fase di rinascita, di ricrescita che ci porta a ieri sera. Pareggio col Monaco e semifinale di Champions League. Non c’è bisogno di ripeterlo, è bastata la sofferenza che tutti noi tifosi bianconeri abbiamo provato nel match contro i francesi, giocato non meravigliosamente, per farci capire cosa abbiamo fatto. Va be’, ripetiamolo. Siamo in semifinale.
Una partita certamente non giocata benissimo nel ritorno dei quarti di finale, ma in fin dei conti la Juventus ha rischiato soltanto una volta e mezza contro questo Monaco, tanto voglioso quanto limitato (dagli stessi bianconeri). La Vecchia Signora probabilmente sente la pressione, un po’ come all’andata, ma lì sei in casa e non puoi speculare, non puoi aspettare, devi svegliarti; il match di ritorno è tutt’altra storia e il risultato di vantaggio invece di lasciarti più tranquillo, ti mette pressione e ne toglie agli avversari. Neanche un minuto di gioco e Chiellini scivola perdendo il pallone; stavolta però il numero 3 può fare il furbo e afferra la sfera con le mani, impedendo una eventuale occasione ai francesi, prendendosi il giallo dopo 50 secondi. Per tutta la serata si continuerà a scivolare, indipendentemente se ti chiami Chiellini o Moutinho. Il Monaco fa la partita e la Juventus resiste benissimo negli ultimi 20-25 metri, aggredendo però poco in avanti e non riuscendo poi una volta riconquistata palla a essere precisa. Arrivano un paio di conclusioni del Monaco, ma sono poca roba. Una mezza occasione invece arriva quando un bel dialogo sulla destra porta Bernardo a mettere pericolosamente un pallone in mezzo che Barzagli devia in corner rischiando l’autogoal. L’opportunità più ghiotta arriva comunque per la Juventus, quando Morata fa una bella giocata e serve Tevez in verticale permettendogli di calciare una botta fuori di poco. Prima lo stesso numero 10 aveva recuperato un pallone in zona offensiva a Raggi, servendo poi Marchisio in area, ma senza portare a nulla. Tevez e Morata non fanno un gran primo tempo, forse peggiorano nella ripresa, ma dimostrano di poter cambiare le partite quando le loro intenzioni hanno buon fine.
La ripresa, almeno inizialmente, non cambia di molto lo spartito e il Monaco sente che un episodio può arrivare. I tre difensori sono sempre insuperabili, ma su un calcio d’angolo Buffon non è preciso nell’uscita e il pallone rimane vagante all’interno dell’area piccola che fortunatamente Evra fa sparire alla velocità della luce. La sofferenza permane, perché seppur da un lato i rischi non sono tantissimi, vedere una Juventus soltanto difensiva e che poi in avanti non riesce a rendersi pericolosa non può assolutamente lasciare tranquilli. Da un lato Bonucci sbaglia a non lasciare stare un passaggio diretto a Chiellini e mette quasi in porta Berbatov, anticipato da un attentissimo Buffon; dall’altro Morata parte velocissimo, ma sul più bello non riesce a servire Tevez. Allegri capisce che forse il momento di cambiare è arrivato ed entrano Llorente e Pereyra per Morata e Vidal. L’ingresso dei due porta a qualche pallone in più tenuto in zona avanzata, grazie alla freschezza dell’argentino e alla fisicità dello spagnolo. Il Monaco pian piano si affloscia, è stanco, muove la palla improvvisando e la Juventus non lascia sfuggire l’occasione di controllare il match. Il colpo del KO definitivo rischia di darlo Pirlo a un minuto dalla fine quando calcia una punizione delle sue, ma la sfera colpisce l’incrocio dei pali.
Il Monaco non si rende più pericoloso, la Juventus gestisce benissimo gli ultimi attimi e al minuto 94 l’arbitro fischia la fine, facendo approdare i bianconeri in semifinale dopo 12 anni. Si può rimanere indietro pensando alla prestazione bruttina o si può andare avanti pensando a come Morata, Tevez e Vidal abbiano dato tutto per la maglia nonostante fossero malati, come specificato da Allegri alla fine. La Juventus raggiunge un obiettivo importantissimo, ed è inutile raccontare la gioia dei tifosi, dei calciatori, dell’allenatore e della società. Essere tra Bayern Monaco, Barcellona e Real Madrid è un gran bel vedere, a noi certe emozioni mancavano da tantissimo e finalmente siamo riusciti a riprovarle. I più giovani amanti del calcio (anzi, non amanti del calcio, perché un amante deve conoscere la storia di questo sport) probabilmente si chiederanno cosa ci fa la Juventus assieme alle altre, ma la verità è che la Juventus si trova a dover affrontare la sua semifinale numero 22, 3 in meno del Bayern Monaco, che però nelle 5 stagioni precedenti ne ha raccolte ben 4, mentre i bianconeri erano, e, volendo, sono, ancora alle prese con i postumi di Calciopoli. Un semplice dato solo per sottolineare che la Vecchia Signora, la squadra con la storia più importante del nostro paese, lì ci sta non bene, ma benissimo. E sicuramente meglio di qualsiasi altra italiana esistente al mondo. E ora? Testa al derby.
Fino alla fine…