

No, non è un articolo dedicato al Covid, anche se la pandemia qualcosa c’entra. Parlerò di Juve, state tranquilli.
Farò un riepilogo, sia della situazione italiana, sia della situazione bianconera, così da poter avere le idee un po’ più chiare.
Ovviamente, come capita quando si cerca di prevedere ciò che accadrà, spesso si sbaglia, proprio perché è una previsione, non una certezza (come le previsioni del tempo, insomma).
Ma se è vero che 2+2 (nel sistema decimale) fa sempre 4, allora certi ragionamenti portano gioco forza a determinate conclusioni.
Partiamo da ciò che è accaduto a partire da agosto 2019.
L’avvio pareva confermare i pronostici della vigilia, che indicavano questo campionato come più equilibrato rispetto ai precedenti.
Il girone di andata si era chiuso con la Juventus che, battendo la Roma, vinceva per l’ennesima volta il “titolo” di campione d’inverno.
Tra alti e bassi e una Supercoppa lasciata per strada, la Juventus ha mantenuto comunque la testa fino all’interruzione causa pandemia.
La sosta forzata, invece di aiutare a ragionare, partorisce mostri cosmici.
La Lazio, forte della condizione pre-sosta, pensa di poter insidiare il primato bianconero. I neroazzurri, nonostante i due scontri diretti persi, pensano di poter insidiare il primato bianconero. Tutti pensano di poter insidiare il primato bianconero.
La federazione, pur di far riprendere il campionato, le pensa tutte: addirittura si inventano un “algoritmo” in caso di interruzione, dopo che la UEFA aveva fatto capire chiaramente che i playoff non erano possibili.
Alla fine, a giugno, si è ripreso a giocare, comprimendo quasi mezzo campionato in due mesi, con l’obiettivo di terminare prima dell’inizio delle competizioni europee, previste ad agosto.
Così, sono riusciti a “rovinare” sia la stagione 2019-20 (chi dichiara di aver assistito a partite di calcio, giocate in quelle condizioni, o è scemo o è in malafede), sia la stagione 2020-21. Che dovrà comunque essere compressa, causa lo spostamento degli europei 2020 al 2021.
Quindi, e il discorso vale soprattutto per le prime sette del campionato scorso, si giocherà ogni tre giorni.
C’è chi ha proposto di fare i gironi, chi di nuovo ha proposto i playoff. Non per aiutare il calcio italiano, ma (cito):
[…]con la Federcalcio stiamo provando a percorrere la strada dei playoff e dei playout, per spezzare la continuità penalizzante degli ultimi nove anni.
Capito come funziona? Non: “proveremo a investire meglio” per raggiungere i migliori, ma proveremo a distruggerli. Mentalità italiana.
Chiedere ai tedeschi, se mai in Germania si sentono gli stessi discorsi quando si parla del Bayern. Che io sappia, no.
Avviso ai naviganti. Dal 2006 sono passati 14 anni. Non ci caschiamo più.
Ah, la stagione 2021-2022 sarà anomala anche quella, perché si dovranno giocare i mondiali in Qatar che, viste le temperature, si giocheranno nel periodo novembre-dicembre.
In più, sempre che non si cambi, la UEFA aveva previsto, proprio dal 2021, la partenza della terza competizione europea per club, la “Europa Conference League”, per gli amici “Conference”.
Guardando solo in casa nostra, il mercato 2019 non è stato, diciamo, dei migliori.
I famosi esuberi che sono rimasti, la società che ha pagato in termini economici (ancora) l’acquisto di Higuain del 2016, dovendo realizzare forzatamente plusvalenze, la squadra che sembrava mancasse di qualcosa in almeno in un paio di reparti.
Ma, obiettivamente, era, sulla carta, il miglior organico della Serie A.
Si è partiti benino, nonostante l’allenatore sia stato colpito da polmonite batterica e abbia saltato le prime due giornate di campionato.
Con 6 vittorie in 7 giornate, la Juve è passata in testa dopo lo scontro diretto e in Champions, anche se a fatica, era la prima del girone.
Fino al 7 dicembre la Juve era imbattuta. Poi ha incontrato la Lazio e ha perso. Da lì, esattamente come l’anno precedente dopo la sconfitta con il Manchester, la squadra ha perso certezze (che non sembravano però così evidenti come nel 2018).
In un modo o nell’altro, anche se di “sarriball” non se ne vedeva, la Juventus ha portato a casa il nono scudetto consecutivo.
Parliamo di una cosa MOSTRUOSA, vorrei che ce ne rendessimo conto.
Sul mio profilo di Twitter, scrissi, due anni fa, questa frase:
“Io penso sempre a due date: 9/9/2006 (esordio in serie B, 1-1 a Rimini) e 6/5/2012 (2-0 al Cagliari e primo dei 7 scudetti). E pensate a cosa abbiamo passato tra quelle due date e cosa passano TUTTI gli altri dalla seconda data fino ad oggi.”
Cosa vuol dire?
Che sono gli altri che si devono mangiare i gomiti, che sono gli altri che devono rosicare, che sono gli altri che devono accontentarsi delle briciole.
Uè, ma l’Europa League non è proprio esattamente “briciole”. Ah, no?
Io mi auguro di non vedere mai più la Juventus partecipare all’Europa League, perché vorrebbe dire essere arrivati quinti (o sesti o settimi), o essere stati eliminati ai gironi di Champions.
A me dell’Europa League interessa esattamente come interessava alla più gnocca della mia classe al liceo ballare un lento con me. NIENTE.
Siamo tanti a tifare la Juve, quindi che esista una percentuale di scontenti cronici è passabile. Ma non esageriamo.
Certo, la situazione economica, come accennavo prima, è pesante.
In primis, la Juventus, pur avendo il miglior fatturato in Italia e pur essendo al decimo posto della “Money League” mondiale per squadre di calcio, ha un costo annuo legato ai giocatori elevatissimo.
Guardiamo l’andamento del fatturato dal 2008 delle maggiori società europee e italiane:
Figura 1 – Fonte: calcioefinanza
Qui già si può intuire quello che sottintende il titolo: se Sparta piange, Atene non ride.
Il fatturato operativo (al netto dei proventi della cessione dei calciatori) è lievitato a un tasso medio annuo (CAGR) dell’8,6%. Ma il costo dei giocatori è aumentato (inevitabilmente) del doppio.
Ma non è che gli altri stiano Messi meglio.
Invece, le voci juventine di questi ultimi quindici giorni sono state oltremodo pessimiste.
Certo, non possiamo dormire sonni tranquilli.
Ma se (e sottolineo SE, come diceva Mina) si riuscissero a piazzare i giocatori costosi e poco funzionali, se ne uscirebbe in un paio di anni.
Chi sono? Vediamo.
Cristiano Ronaldo, Dybala e De Ligt hanno un costo annuo elevato, ma sono funzionali (non accetto repliche su questo).
Higuain (costo lordo dello stipendio: 13,1 milioni); Ramsey, o Rabiot (10,6); Douglas Costa (10,5); Khedira (10,5); Rugani (6,1); De Sciglio (5,3) sono costosi e poco funzionali (nel senso che non incidono sul risultato sportivo).
Questi giocatori dovrebbero essere sostituiti con calciatori con ingaggio medio più basso.
È difficile? Certo! È impossibile? Quasi. Ma non del tutto.
L’ingaggio di Pirlo come allenatore e la promozione di Cherubini si possono spiegare anche in questo modo.
Ossatura, quella dello scorso anno, grossomodo (gli invendibili, come Danilo, ce li dobbiamo tenere, volenti o nolenti). Innesti mirati dall’U23 (Fagioli? Zanimacchia?). Via i vecchi costosi che giocano poche partite a stagione.
Quanto costerà alla Juventus dal punto di vista sportivo tutto ciò?
Potrebbe succedere che non si vinca nulla. Chiediamo a quelli che in questi nove anni sono arrivati più volte secondi (la squadra della capitale) cosa si prova, perché forse non ce lo ricordiamo più.
Ma potrebbe succedere che una squadra che ha vinto nove scudetti consecutivi sia ancora la più forte. E conquistare il decimo. E vincere anche qualcos’altro.
Almeno questo credo che sia l’obiettivo di Andrea Agnelli. Potete criticare le sue scelte, ovviamente.
Ma non i risultati del Presidente più vincente della Storia della Juventus.
Perché lui sa che vincere non è importante, ma è l’unica cosa che conta.
Forza Juve. Fino alla fine. E smettetela di autogufarvi.