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La moviola in campo: di cosa stiamo parlando

La notizia di questi giorni è che l’Italia sperimenterà la moviola in campo nel calcio.
Tralasciamo – per il momento – il giubilo degli antijuventini e cerchiamo di capire come sarà applicata nel calcio. Per fare ciò credo sia utile vedere come viene utilizzata negli altri sport.

Rugby

Nel rugby dal 2001 esiste la figura del TMO (Television Match Official) che consiste in un arbitro aggiuntivo, collocato all’interno di un box dello stadio con a disposizione personale della regia e diversi monitor per poter rivedere l’azione. Il TMO non è presente in tutte le gare, ma solamente nei campionati maggiori, partite delle nazionali, ecc.
Il TMO viene chiamato a totale discrezione dell’arbitro in campo e può essere interpellato in due situazioni:

  • per valutare la regolarità di una meta (quando la squadra segna schiacciando il pallone oltre la linea di meta);
  • per valutare un intervento potenzialmente pericoloso e decidere la sanzione più adeguata.

Nel rugby ci sono delle condizioni ben definite e dettagliate per la concessione della meta, l’arbitro in caso di dubbi può interpellare tramite microfono il TMO e chiedere sostanzialmente se ci sono ragioni per le quali non dovrebbe concedere la marcatura. Il TMO ha la facoltà di tornare indietro fino a due azioni (dette “fasi”) prima della meta.

Il caso più eclatante è stata una meta non concessa all’Inghilterra nella finale della Coppa del Mondo 2007.

Per la cronaca, l’Inghilterra perse quella finale e questo fu sicuramente uno dei momenti chiave di quella partita. La decisione è stata difficilissima e ancora oggi discussa, nonostante sia stata rivista tantissime volte.
Dal video si può notare un’altra caratteristica del rugby (e di molti altri sport): i microfoni degli arbitri sono aperti, accessibili alla tv e, in partite di questo livello, anche agli spettatori se noleggiano una ricevente.

Basket

Nel basket la moviola in campo viene definita instant replay ed è utilizzata dagli inizi degli anni 2000. Ci sono stati diversi cambiamenti nel corso degli anni: non è disponibile a tutti i livelli ma solo campionati maggiori, ma se è presente l’arbitro è tenuto ad utilizzarlo. Le casistiche sono anche qui rigidamente normate e riguardano le decisioni sui canestri da due o tre punti, se il canestro è stato effettuato prima dello scadere del tempo o del periodo di 24 secondi di possesso con sensibili differenze tra i primi tre quarti, ultimo quarto, ultimi due minuti e supplementari. Con le ultime modifiche si possono controllare anche i responsabili di eventuali risse prima di prendere i provvedimenti disciplinari

Il 16 giugno 2005 la Fortitudo Bologna vince lo scudetto con un canestro assegnato grazie all’instant replay (dal minuto 16′ in poi):

Formalmente, l’arbitro prende la decisione e la comunica, quindi dopo aver verificato direttamente grazie ai monitor a bordo campo, conferma o cambia la chiamata.

Football Americano

Il football americano è lo sport che forse ha iniziato per primo, dato che già a metà degli anni ’80 erano stati introdotti sistemi e regole per l’instant replay. Il football americano è uno sport estremamente complesso nella dinamica e nelle regole, è molto difficile sintetizzare tutti gli aspetti della moviola ma il concetto fondamentale è il challenge: se l’allenatore di una squadra non è d’accordo con la chiamata dell’arbitro ha la possibilità di chiedere l’analisi video. L’arbitro ha 60 secondi per visionare direttamente a bordo campo per trovare una prova incontrovertibile dell’errore commesso.
Ogni squadra può “sfidare” l’arbitro due volte per ogni partita e solo in merito a determinate azioni: se il challenge ha successo, la decisione viene ribaltata; inoltre se una squadra vince entrambe i challenge, si ottiene il diritto ad un terzo challenge “bonus”.
Se invece la decisione dell’arbitro era corretta, chi ha chiesto la verifica perde uno dei time-out a disposizione.
In sintesi: appellarsi alla moviola è un rischio che gli allenatori possono assumersi, il challenge può ribaltare una decisione o può farti perdere un time-out, non è gratis e non è indolore.

Il sistema del challenge è stato adottato anche da altri sport tipo hockey ghiaccio, tennis e pallavolo.

E il calcio?

L’International Board della FIFA ha approvato la sperimentazione della moviola in campo, che per il calcio si chiamerà Video Assistant Referees (VARs). Nei piani della FIFA ci sarà una prima fase di sperimentazione offline, in tornei da definire, con risultati che non saranno pubblicizzati e nessuna influenza su quello che accade in campo.
La seconda fase sarà la sperimentazione vera e propria in campo probabilmente nella stagione 2017/2018.
Manca una chiara e completa definizione degli standard tecnici e delle procedure: si sa che ci saranno una riunione informativa con la Lega di Serie A, la Lega B e l’AIA per il prossimo 21 aprile, un incontro a Londra con le Federazioni interessate a fine aprile, e un meeting a Zurigo il 19 maggio per il protocollo tecnologico.

Al momento il Board ha illustrato così la video assistenza: l’arbitro principale sarà collegato via microfono al VARs; il controllo video dell’azione può essere richiesto dall’arbitro o su iniziativa diretta del VARs.
Chi si occupa della video assistenza riferisce all’arbitro l’esito dell’analisi. L’arbitro a questo punto può accettare il suggerimento oppure controllare direttamente tramite un sistema video a bordo campo.
Le casistiche per le quali si potrà ricorrere all’aiuto tecnologico sono:

  • la validità di un gol
  • concedere o meno un rigore
  • possibili falli da espulsione
  • scambio di giocatori in caso di ammonizione o espulsione

A questo punto, anche in relazioni alle esperienze negli altri sport è necessario porsi alcune domande.
Non è chiaramente definita di chi è l’iniziativa, o meglio sembra che sia condivisa tra l’arbitro che può chiedere aiuto e il VARs. È facile immaginare situazioni in cui l’arbitro avrebbe lasciato correre oppure è sicuro della propria valutazione e viene fermato e richiamato dalla video assistenza che vede una possibile irregolarità. Questo rischio non esisterebbe se fosse solo l’arbitro a decidere quando chiedere aiuto o con il sistema del challenge.
L’altro grossissimo elemento di rischio è dato dalla grande varietà di casistiche per il quale si può richiedere la video assistenza: provate a immaginare di dover sottoporre a valutazione ogni gol con un sospetto di fuorigioco, e tutti i possibili contatti nelle due aree che potrebbero portare a un rigore. Stiamo parlando di un numero considerevole di episodi che porterebbero a spezzare il ritmo delle partite: il tempo minimo per una valutazione non può essere inferiore al minuto, e potrebbe salire di molto in caso di episodio dubbio.
Per me è assolutamente necessario che la FIFA definisca in maniera molto rigida il protocollo e le casistiche: solo l’arbitro principale può richiedere l’aiuto in caso di dubbio e il VARs risponde e basta. Le casistiche devono necessariamente essere ridotte al minimo indispensabile e solo nelle situazioni più gravi, altrimenti le partite perderebbero completamente di ritmo costringendo il pubblico e i giocatori a ripetute pause in attesa dell’arbitro.
Se l’utilizzo fosse veramente quello descritto in queste prime informazioni, si andrebbe inesorabilmente verso una completa deresponsabilizzazione dell’arbitro, che vivrebbe il VARs come un paracadute e una scorciatoia per non decidere, delegando all’analisi video ogni decisione difficile.
Si aggraverebbe inoltre la gestione della disciplina dei giocatori: a meno di un cambio radicale nella cultura sportiva, ci troveremmo con continue proteste per forzare verso l’utilizzo della video assistenza, e mostruosi capannelli in attesa dell’oracolo tecnologico.
Infine, sarebbe auspicabile che i dialoghi tra arbitro e VARs e le immagini utilizzate fossero pubblici, all’insegna della massima trasparenza verso il pubblico e verso i giocatori.

Il quadro generale presentato finora dal Board è troppo generico e privo della definizione necessaria per capire come sarà realmente applicato in campo, la doppia fase di sperimentazione servirà proprio per limare e correggere gran parte dei possibili problemi sopra descritti.


AGGIORNAMENTO 3 GIUGNO 2016

L’International Football Association Board ieri ha pubblicato un comunicato ufficiale per informare che sono stati decisi i Paesi e i tornei che sperimenteranno per primi la moviola in campo:

  • Australia: Hyundai A-League
  • Brasile: diverse competizioni organizzate dalla CFB
  • Germania: Bundesliga (progetto congiunto Federazione-Lega)
  • Olanda: diverse competizioni organizzate dalla KNVB
  • Portogallo: Coppa di Lega, Coppa del Portogallo, Supercoppa
  • USA: Major League Soccer

La sperimentazione sarà in modalità offline, riservandosi la possibilità di eventuali test “live”, se i primi risultati dovessero essere incoraggianti la Fifa si riserva la possibilità di effettuare test anche durante il Mondiale per Club 2016 (8-18 dicembre). Tutti gli esperimenti live non inizieranno prima che tutti i partecipanti abbiano avuto il tempo di completare la preparazione, l’IFAB stima comunque di non effettuare alcun live prima dell’inizio del 2017. Nessun Paese potrà iniziare l’utilizzo live senza l’approvazione esplicita dell’IFAB.

Nel comunicato stampa del Board si specifica inoltre che “ci sono altri Paesi interessati, ma hanno bisogno di ulteriori consultazioni interne con i propri stakeholders e con i diversi fornitori per la parte tecnica” – il Board – “si aspetta di poter confermare ufficialmente l’aggiunta di altri partecipanti nei prossimi mesi.”

Vorrei capire piuttosto per quale ragione la FIGC e diversi giornali avevano usato toni trionfalistici ad aprile quando era stata annunciata la sperimentazione: era sufficiente leggere attentamente il comunicato ufficiale dell’IFAB per capire che il Board vuole muoversi con estrema prudenza e attenzione, e che non erano stati decisi i Paesi, le modalità e le tecnologie.
L’Italia era uno dei Paesi candidato, ma non c’era ancora nulla di definito. I titoli (e gli articoli) dei giornali in aprile davano praticamente per “cosa fatta” la sperimentazione in serie A a partire dal 2016-2017.
Sarà forse per il celeberrimo “sentimento popolare”, che viene prima orientato e poi cavalcato? “Si sa” che la Juventus ruba, “si sa” che grazie alla moviola in campo gli arbitri non potranno più sbagliare a senso unico, quindi è bene alimentare le speranze degli altri di poter tornare a vincere grazie alla tecnologia.
Come è successo con la Goal Line Technology. O no?

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