

Quando penso ad Andrea Barzagli mi vengono in mente tante sue immagini: il ragazzo un po’ titubante dei mondiali del 2006 che si rifugiava dietro la chioccia Cannavaro, la sua emigrazione in Germania con tanto di saluto “Ehhhh questo era proprio un bidone”, il suo arrivo a Torino per due spiccioli, l’indifferenza e la paura che il duo Paratici – Marotta avessero preso una sòla (“Perché se un giocatore viene liquidato per 300000 € qualcosa vorrà pur dire…”) e la sua rinascita e consacrazione in bianconero, dove è diventato uno dei protagonisti assoluti degli ultimi splendidi 5 anni.
Non solo gioie però: qualche sconfitta pesante, con la maglia bianconera e quella della Nazionale, l’Europa prima troppo grande da scalare (ma fino a un certo punto) e poi la finale di Berlino, ma soprattutto gli infortuni che negli ultimi anni lo hanno costretto a fermarsi più volte.
Ma dopo tutti questi anni 3 immagini mi sono rimaste davvero impresse.
La prima risale al 9 marzo 2015, 86° minuto di Juventus – Sassuolo, la solita partitaccia ostica contro la nostra “succursale” con uno striminzito 1-0 di vantaggio.
Le telecamere inquadrano colui che sta per entrare: è Andrea Barzagli.
E’ bello vederlo rientrare in campo: non poche persone (io ero tra questi) erano convinte che la sua, splendida, carriera fosse arrivata al capolinea dopo i maledetti ed inutili mondiali brasiliani, l’operazione e il recupero che veniva spostato sempre più in là.
Era lecito pensare che non ce l’avrebbe fatta, dispiaceva da morire perché uno come Barzagli non lo ritrovi tutti i giorni, perché quando in un ingranaggio perfetto come il quartetto Buffon – Barzagli – Chiellini e Bonucci uno di questi manca c’è qualcosa che non va.
Come un grande gruppo che non va più avanti quando uno di loro se ne va, come i Led Zeppelin che si sciolsero dopo la morte di Bonzo Bonham, come i The Who che non furono più gli stessi senza Keith Moon; certo, per Barzagli fortunatamente si trattava solo di infortunio (per sicurezza tocco ferro), ma vedere per tanti mesi quel quartetto diventare trio metteva un po’ di malinconia e trasmetteva anche molta insicurezza a noi tifosi (non so voi, ma io quando sapevo che loro 4 erano in campo mi sentivo al sicuro).
Era lecito pensare tutto ciò, ma sbagliato, perché lui di arrendersi mica aveva tanta voglia e infatti eccolo là, dopo 8 mesi finalmente pronto a rientrare. Il quarto uomo espone la lavagnetta per la sostituzione e accanto a Barzagli dal volto teso e concentrato c’è lui, Max Allegri, che lo abbraccia, quasi lo strattona rifilandogli pacche sulle spalle per incitarlo.
Ed è in quel momento che pensi: “Vai Barza, ne hai passate di tutti i colori negli ultimi mesi, ti davano (e anch’io ero tra questi, scusami) per finito e spacciato, forse anche tu pensavi che non ce l’avresti fatta ma hai lottato, hai stretto i denti e hai deciso di non arrenderti. Ora è il tuo momento, riprenditi questa maglia e la tua posizione in campo, bentornato Barza!”
Pensi anche alla partitella che pochi giorni prima aveva fatto con la primavera, con uno straordinario e commovente Storari in tribuna a fare il tifo per lui, rivedi ancora quell’incitamento di Allegri e allora si, capisci una volta in più perché ami la Juve e cos’è che la rende davvero speciale: loro, il Gruppo, i Giocatori e Barzagli è uno di loro.
La seconda immagine è di pochi mesi fa, 88° minuto di Juventus – Napoli (inutile stare a ricordarvi la data), Zaza ha appena fatto crollare lo Stadium con il suo gol scudetto e tutto il mondo bianconero è in delirio totale.
E’ stata una partita equilibrata, per prima cosa l’importante era non prenderle e, a parte qualche occasione per le due squadre (vedi la deviazione di Bonucci sul cross per Higuain e il tiro alto di Dybala) la tattica la fa da padrona.
Sembra una partita destinata al pareggio ma quel guascone di Zaza la pensa diversamente: ruba il tempo a Koulibaly, carica il sinistro e paaaam, ciao Reina!
In quel momento di estasi assoluta non ho visto niente, ero troppo impegnato ad esultare e festeggiare con gli amici, ma poi a casa guardando le varie trasmissioni (perché quando la Juve vince guardo tutto il guardabile) ho notato l’esultanza anch’essa sfrenata di tutto il gruppo.
Tutti, ma proprio tutti sono corsi in campo a sommergere Zaza per quel gol fondamentale, penso che in panchina non ci fosse rimasto più nessuno a parte Allegri e Landucci e in mezzo a quella calca di giocatori festanti a un certo punto vedi lui, Barzagli, il guerriero di mille battaglie, urlare la sua esultanza come fosse un grido di battaglia.
Lo sguardo è di quelli che caricano, che danno adrenalina, che suonano la carica: è lui, un vero leader, un combattente nato, uno che dopo tutto quello che ha vinto continua a dare non meno del 110% ed esulta come fosse la prima vittoria della sua vita.
Tra l’altro durante la partita di fatto aveva retto la difesa da solo: Chiellini era infortunato, Bonucci si era fatto male dopo pochi minuti stringendo i denti per tutto il primo tempo (e salvando la baracca con quella deviazione prodigiosa su Higuain) ma nel secondo tempo non era rientrato.
E allora lui si è rimboccato le maniche, caricato la difesa sulle spalle, ha dato le dritte giuste a un timido Rugani e per i restanti 45 minuti Higuain, l’attaccante più forte del mondo secondo molti, non ha visto palla.
Certo, noi lo abbiamo sfottuto Higuain, abbiamo preso in giro i napoletani per come gonfiano i loro beniamini ma ci scordiamo un piccolo dettaglio: non sono gli altri a pompare giocatori come El Pipita, siamo noi che abbiamo i difensori più forti al mondo capaci di annullare i più grandi fuoriclasse.
La terza immagine risale a sabato scorso, dopo i rigori con la Germania. Siamo usciti, torniamo a casa tra gli applausi, va di moda dire “Bravi ragazzi usciamo comunque a testa alta”.
A testa alta un cazzo dico io, ma questo è un altro discorso che non voglio affrontare.
Voglio solo dire che è stato un peccato, perché finalmente dopo anni e anni di lodi sperticate provenienti da una sola direzione (cioè i tifosi bianconeri), gli altri tifosi sia italiani che stranieri si sono accorti tra le altre cose della grandezza di questo magico quartetto, la BBBC.
Finalmente si sono accorti che Bonucci non è colui che dà le testate a Rizzoli ma è un difensore completo, preciso ed elegante come non se ne vedono da anni, si sono accorti che lui, con accanto due difensori come Chiellini e Barzagli, forma una linea Maginot pressoché invalicabile per gli attaccanti avversari, tutte cose che noi tifosi bianconeri sappiamo da anni ma anche questo è un altro discorso.
Ecco, pensavo nei giorni scorsi, della nazionale mi frega il giusto, ma vorrei solo che arrivasse in fondo per loro, perché lo meritano più di tutti gli altri, perché come gli eroi di Spagna 1982 e di Germania 2006 hanno il diritto di entrare nella leggenda e di essere amati da tutti: lo so che penserete “Ma quei tifosi che li insultano quando hanno la maglia bianconera non li meritano” ma io ribatto dicendovi che, in questo paese sgangherato e pieno di contraddizioni, se vinci con la nazionale metti tutti d’accordo (cit.) anche se poi ci sono delle logiche eccezioni.
E’ così da sempre, ad esempio Tardelli prima del gol alla Germania era un gobbo di merda, Gentile e Cabrini idem giusto per fare qualche nome, dopo quella sera di 34 anni fa tutti si sono accorti di quanto fossero grandi.
Una cosa del genere la meritavano i nostri 4 moschettieri e le lacrime di Barzagli scendevano proprio per quello, per la paura che comunque tutto quanto di grande fatto in carriera non basterà per passare alla storia.
E qui caro Andrea mi permetto di contraddirti: quello che tu e che gli altri tre avete fatto negli ultimi anni, in Italia ed in Nazionale, passerà alla storia. Passerete alla storia perché in questo momento, anche se non siete trendy o non sollevate trofei come la Champions League o il Campionato Europeo, siete la difesa più forte del mondo.
Insieme avete ridicolizzato i più grandi attaccanti non facendo vedere loro palla e avete fatto vedere al mondo chi è che insegna a difendere; avete avuto solo una sfortuna, di essere circondati da giocatori non alla vostra altezza.
Citavo prima i Cabrini e Gentile, insieme a Zoff e Scirea eroi difensivi del 1982: grandissimi, ma avevano la fortuna che a centrocampo trovavano Tardelli e Antognoni, sulla fascia Conti, in attacco Rossi e Graziani e in panchina uno come Altobelli…trovatemene giocatori come loro nella nazionale di oggi!
Se solo ci fosse stata un po’ più di qualità e non avessimo dovuto ripiegare su mezze calzette come Pellé o Eder (giocatori che non valgono mezza unghia di Selvaggi, uno che vinse il mondiale senza mai giocare mezzo minuto), la storia sarebbe stata diversa.
Per cui, come disse Federico Fellini a Giuletta Masina quando ricevette l’Oscar alla carriera “stop crying” smetti di piangere Andrea e sii orgoglioso di te stesso e della tua grandissima carriera!
Infine un appello alla Juventus, ispirato da un tweet scritto ieri dal nostro Direttore Angelo Parodo: fate quello che volete, sforate il bilancio, mandate a fanculo il FFP, pagate i giocatori in nero, ma vedete di costruire una squadra che possa davvero vincere la Champions League nei prossimi due anni.
Fatelo per noi ma soprattutto per loro 4, la meritano più di chiunque altro.