Pensi a questa partita e, come ti capita da tempo, lo fai con disincanto. Pensi che ne hai viste tante, circa trent’anni di rapporto complicato tra la Juve e questa merdosissima anfora. Sai che da questa puttana non puoi aspettarti mai niente di buono, ma come al solito fai l’errore di pensare di averle viste tutte. Errore grave, perché la puttana ti sorprenderà sempre con qualcosa che mai avresti immaginato.
Il giorno prima, l’ecatombe: tre assenze pesantissime, una per reparto. Pensi che siamo alle solite, momenti di sconforto, ma poi pensi: ma chissenefrega, ce la giocheremo lo stesso con quelli sani. Stai già sbagliando, perché la puttana ti ha dato un segnale, l’ennesimo, e tu lo stai ignorando. Te la farà pagare, ma in questo momento non lo sai, perché ci sei ricascato. Pirla! Stai pensando che maggiori sono le difficoltà e più bella sarà l’impresa, e sei già fottuto: hai di nuovo scambiato quella puttana per Madre Teresa.
Si gioca. Che stupido, sei già gasato. Capisci subito che non è la partita di andata, ti stai già facendo fregare. Di nuovo. Goal dopo cinque minuti, padroni del campo, goal buono annullato, goal bellissimo, il terzo mancato per un niente. Fine primo tempo, presi a schiaffoni più di quanto loro non avessero fatto con noi a Torino: quelli non ci stanno capendo un cazzo. E nemmeno tu, perché ci sei ricascato. Pirla! Pensi che col 3-0 li avresti uccisi, ma è un rammarico che ricacci subito indietro perché sei troppo esaltato da quello che hai visto. Lo vedi che ti ha fottuto di nuovo? Hai quasi 40 anni, Cristo, quand’è che imparerai?
In un attimo di lucidità pensi che il secondo tempo sarà tutto diverso, mica quelli continueranno a pigliare schiaffoni in silenzio. Ma si ricomincia ed è come prima, anche meglio di prima. Ancora padroni, ancora occasioni, ancora il 3-0 che non arriva per un niente. E quindi possibile che tu non l’abbia ancora capito? Un po’ sì, ma sei combattuto: metà cervello pensa a quel 3-0 che sarebbe pure stretto ma che non arriva mai, l’altra metà è però esaltata da come stanno tenendo il campo. È passata un’ora e quelli ancora non ci stanno capendo un cazzo. E nemmeno tu, pirla! Non imparerai mai.
Quale altra dimostrazione ti serve ancora? Ecco, 1-2: bravo, scendi sulla terra, va’. Ce n’è voluto eh? Stavolta la puttana ha dovuto inventarsi il capolavoro, la partita-metafora. In 90 minuti ti ha sbattuto in faccia i cinquant’anni di rapporto complicato tra lei e la tua squadra. Non le avevi viste tutte, cretino, e te la meriti questa sera: perché in una sola partita hai rivisto tutte le finali perse, le occasioni mancate, tutta la storia della Juventus in Coppa dei Campioni in una sola serata. Tutto quell’avercela quasi fatta svanito sempre sul più bello. Il 2-2 al 91′ è come le sei finali. Sei arrivato in fondo, c’eri quasi e (pirla!) nonostante fosse ormai tutto chiarissimo stavi ancora sperando che non sarebbe finita così, perché il traguardo era lì a portata di mano. Era distante un rinvio alla viva il parroco.
Quel rinvio non fatto come quel goal in fuorigioco di quel serbo, come quei rigori tirati alla cazzo, come quel tiro della domenica ad Atene, come tante altre cose passate che sono andate storte sempre sul più bello. Tutta una vita, tutta una storia in una sera. Questo ha escogitato stasera la puttana per vedere se stavolta lo capisci una volta per tutte che non è cosa. Adesso dici che lo hai capito, che non ti fotte più, la zoccola. Mah, voglio proprio vedere.
Hai voglia poi a raccontartela. Perché alcuni te la raccontano bene. Dicono che è dipeso da quel goal che hai sbagliato, da quei cambi che non bisognava fare, da quegli errori dell’arbitro, da quella palla non spazzata via. Che bisogna capire dove hai sbagliato per migliorare l’anno prossimo. No, non è così, mi spiace. La verità è che con la puttana questi ragionamenti non puoi farli, non servono a niente. Perché l’anno prossimo tu puoi migliorare tutte quelle cose ma lei se ne inventerà un’altra ancora, qualcosa a cui non avevi ancora pensato, e di nuovo ti racconteranno che hai sbagliato lì e là ed è lì e là che devi guardare per migliorare l’anno prossimo.
La verità è che ad alcune squadre basta fare molto meno per andare avanti in questa coppa di merda, a noi no. Dalla Juve si pretende che per vincere debba essere perfetta, perché se non lo è, se è solo un gradino sotto, allora è giusto che le vada male. Come se farne solo due all’Allianz Arena fosse poco, come se fosse poco averli asfaltati per 70 minuti. Come se tutto quello che sei riuscito a fare, in una situazione così d’emergenza, quando tutti ti davano per morto, è comunque sempre poco perché eh ma i cambi, eh ma Morata, eh ma Evra. Eh ma un cazzo! È che non basta mai, a noi. Ripensi a come l’ha vinta Di Matteo, a come l’hanno vinta quelli (oh, persino quelli. Ma di che cazzo stiamo parlando? Quelli! Dopo 45 anni, con tutta quella serie di… episodi. Sì, certo). Ad altri basta molto molto meno, a noi non basta mai niente. Nemmeno una prestazione come questa, nemmeno un’impresa del genere. Rileggete bene: asfaltato il Bayern a Monaco per 70 minuti, senza tre giocatori fondamentali. Rileggetelo ancora. Comprendetene l’enormità. Beh ecco, non basta. A noi non basta mai, perché poi c’è sempre quell’episodio lì, quell’errore che non bisognava fare. Come se fosse possibile non farne, a questi livelli, contro questi avversari.
Vaffanculo, ora. Quest’anfora puttana, buona solo per pisciarci dentro, non mi fotte più. Non ci ricasco più. Forse.
14 Comments