Connect
To Top

Non ditemi che devo stare calmo

Non ditemi che devo stare calmo.
Sono i giocatori e l’allenatore che devono stare calmi, mica io, che sono un semplice tifoso.

Sono incazzato nero, è bene dirlo e non ostentare superiorità. Non mi interessa di essere accusato di disfattismo, non credo che #moriremotutti, sono perfettamente consapevole di quello che è successo ieri sera e che può accadere nello sport professionistico. Lo hanno detto Bonucci e Allegri: i giocatori hanno allentato la tensione, staccato la spina e le modalità dei gol subiti lo testimoniano.

Il fatto che sia spiegabile non fa però scemare la mia rabbia.

Con la stessa logica con la quale si dice “le partite devono essere chiuse quando ne hai la possibilità” anche i campionati devono essere portati a casa quando puoi. Scusatemi, ma la Juventus non è la squadra sempre affamata, cannibale, cinica, cattiva, che vuole vincere sempre? E accettiamo serenamente questo calo di tensione? #finoallafine vale per noi tifosi quando tifiamo o vale anche per chi scende in campo?
Con l’Atalanta ci siamo raccontati che era un campo veramente difficile, che loro sono in forma, sono la rivelazione del campionato e i due gol li abbiamo presi per distrazione causa semifinale incombente ma tranquilli, lo vinciamo in casa con il Torino, aspettando comodi comodi in divano la Roma che perde o pareggia con OverPerformance Milan, non esiste che non vinci un derby in casa. Poi con il Torino succede che loro segnano sull’unico tiro in porta, su punizione e noi sbagliamo innumerevoli occasioni, ma anche qui, state sereni, tanto la Roma mica vince a Milano. E invece la Roma asfalta il Milan, senza neppure troppo sforzo e ricomincia il balletto delle rassicurazioni: andiamo a vincerlo a Roma, così è pure più bello, gli alziamo lo scudo in faccia, basta un pareggio, due risultati su tre. E siamo a ieri sera: testa altrove, abbiamo dovuto fare turnover, la partita importante è mercoledì che c’è la finale di Coppa Italia e, infine, il grande classico “sconfitta che ci farà bene” “serve concentrazione” “serve l’atteggiamento mentale giusto”. Sembra quasi piacevole essere costretti a sostenere a questo sforzo supplementare di energie mentali e fisiche.

E ci ritroviamo adesso a dire: “ma no, ma non è un problema, tanto, vuoi non fare tre punti contro il Crotone in casa o col Bologna in trasferta?”
Già vi sento, anzi, già vi leggo: “vabbè ma non avrai mica paura del Crotone vero? Vuoi vincere la Champions e ti fai problemi?”
No, non ho paura del Crotone, io non ho paura di nessuna squadra. NESSUNA.
Ho solo paura di partite già viste in passato, con il braccino, con valanghe di gol sbagliati sotto porta, contro un avversario spalle al muro che gioca alla “vincere o morire”.
Ora abbiamo un tarlo mentale, una piccola ombra in tutte le nostre certezze, che basti pochissimo per rovinare tutto, non è vero che “tanto alla fine in qualche modo la porti a casa”.
L’idea stessa di essere passati dalle infinite possibilità all’obbligo di dover fare tre punti cambia la situazione.

Non volevo vincere a marzo/aprile stile Bayern, non mi interessano i record di punti o i record di distacco, abbiamo la possibilità di vincere tre titoli e di fare la stagione che potrebbe passare alla storia del calcio, ma proprio per questo sarebbe stato opportuno chiudere prima possibile lo scudetto.
Sono sicuro che batteremo il Crotone, e domenica sera rileggendo questo pezzo ci faremo tutti quanti delle grasse risate, io per primo.

Ora potete tranquillamente ricoprirmi di insulti, dire che non capisco nulla, farmi passare per disfattista (nel qual caso vi consiglio di rileggere), usatemi pure come parafulmine, ho le spalle grosse. Ho totale fiducia in questa squadra e in Allegri, ma come ne abbiamo esaltato le imprese non possiamo mettere la testa sotto la sabbia, fare finta che vada tutto bene.
Si può criticare senza pretendere la testa di qualcuno o senza dare degli incapaci a tutti: nelle tre partite in cui potevamo chiudere matematicamente il discorso scudetto abbiamo fatto due punti, segnato quattro reti e subite sei. Questo è un dato di fatto, sono tre match point sprecati e non si può tornare indietro. Adesso pensiamo a vincere la Coppa Italia, domenica portiamo a casa il campionato. A quello che dovremo fare il 3 giugno ci penseremo da lunedì prossimo.

5 Comments

Lascia il tuo commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Opinioni

  • I vivi e i morti

    “Saremo amati dopo la morte/ci è toccata questa sorte/il destino un poco infame/ci regala queste pene” (Roberto “Freak” Antoni”) In morte...

    Massimiliano Mingioni8 Gennaio 2023
  • La Juve che sarà

    A poco più di una settimana dalla fine del calciomercato, dopo la prima partita di campionato, con la seconda alle porte,...

    Francesco Di Castri19 Agosto 2022