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Non lo accetto…

Scrivo questo pezzo all’indomani dell’ennesima prova incolore offerta dalla Juve in questo scorcio di stagione; prestazione, quella contro l’Olimpique Lyonnais, che ha rinfocolato il dibattito sull’evidente mancanza di un gioco apprezzabile della squadra di Allegri.

In questa sede, però, non voglio analizzare errori tecnico-tattici commessi durante la gara, né sollevare dubbi sulle scelte di formazione e/o sui cambi operati dal mister livornese.

Niente di tutto ciò. La mia attenzione, messa a dura prova nel corso della ripresa dalla mollezza dei bianconeri, veniva ridestata nell’immediato dopo partita quando il giornalista di Premium Gianni Balzarini intervistava Claudio Marchisio.

Sobbalzavo dal divano nel momento esatto in cui ascoltavo questa dichiarazione: “Dovevamo vincere ma l’importante era non perdere”.

L’IMPORTANTE ERA NON PERDERE?? Contro la squadra che attualmente occupa l’ottavo posto nella Ligue 1?? Per di più, sul terreno amico dello Stadium??

Quando uno dei “senatori” pronuncia simili parole a ridosso di un confronto che – sulla carta – era ampiamente alla nostra portata, comprendi che il tanto agognato salto di qualità a livello europeo è ancora di là da venire.

Perché non si parla più di gol divorati a porta vuota, di diagonali sbagliate, di condizione fisica scadente. Tutto passa in secondo piano o, forse, non assume più alcuna rilevanza.

La questione diventa molto più delicata. Qui c’è in ballo la mentalità di una squadra che ambisce a entrare a far parte stabilmente dell’élite del calcio continentale; che aspira ad avere un posto fisso tre le prime quattro formazioni europee, come spesso asserito da tecnico, calciatori e dirigenti.

Delle due, l’una: o si tratta di dichiarazioni di facciata, oppure la strada da percorrere per arrivare al livello di Real, Barcellona e Bayern è piuttosto tortuosa e non soltanto per fattori economico-finanziari.

Diciamolo senza tanti giri di parole, è una mentalità provinciale; la stessa che rinfacciamo ai nostri avversari in patria quando li sentiamo dire che la partita contro la Juve vale una stagione (la loro).

Le frasi di Marchisio mi hanno ricordato (e fatto riconsiderare) quelle che Chiellini rilasciò dopo la prima partita del girone contro il Siviglia: “il Real Madrid può vincere 6-2, ma la Juve deve vincere 1-0”.

Due indizi non fanno una prova ma ci vanno molto vicini. Qual è il reale significato di queste asserzioni? Che la famosa asticella da elevare (parole di Buffon) in ambito internazionale sarà sempre un po’ troppo alta per le nostre ambizioni?

A me personalmente non va giù. Non mi accontento.

Anzi, NON LO ACCETTO!!!

Se due colonne portanti dello spogliatoio juventino si lasciano andare a simili affermazioni, cosa potremo mai pretendere dai nuovi arrivati? Soprattutto, quale autorità potrà continuare ad avere Allegri che nelle ultime due stagioni ha fatto un lavoro egregio, “liberando” la testa dei giocatori nelle serate di coppa?

Spiacerebbe molto vedere la Juve tornare al punto di partenza, ovvero giocare le partite di Champions con il braccino corto, con le gambe che tremano, con la paura di osare perché meglio prendere un gol in meno che farne uno in più.

Spiacerebbe perché vorrebbe dire aver buttato via due anni inutilmente.

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