E niente, siamo alle solite. Aspettiamo con ansia la partita di Champions, con l’auspicio che finalmente sarà la “volta buona” e puntualmente restiamo delusi. Se a Madrid la squadra aveva tenuto testa al quotato avversario, pagando dazio sull’unico errore, ad Atene, specie nel primo tempo, si è rivista la Juve formato Europa: timorosa, scialba, macchinosa, senza grandi idee di gioco. Se poi ci aggiungiamo che il peggiore in campo è stato Pirlo, allora il quadro che ne vien fuori è ancor più desolante.
Dopo i rumors della vigilia, Allegri decide che è arrivato il momento di Morata dal primo minuto (grande prestazione la sua, unico a salvarsi), con il rientro di Asamoah sulla sinistra e, contrariamente a quanto si pensasse, la conferma di Pirlo a metà campo, malgrado l’opaca prestazione di Reggio Emilia.
Pronti via, la squadra di casa impone subito un ritmo elevato al match con rapide ripartenze che mettono alle corde la compagine torinese. Già al 5’ Buffon deve superarsi per deviare in angolo la punizione velenosa calciata dal limite da Dominguez. Malgrado il giropalla risulti lento i bianconeri piano piano avanzano il baricentro e sfiorano due volte il vantaggio, sempre su calcio d’angolo e sempre con Tevez di testa (male anche lui, comunque): nella prima occasione i greci salvano sulla linea, nella seconda il pallone entra in rete ma il gol viene annullato giustamente per fuorigioco.
Sembrava poter essere la scossa che indirizzasse positivamente la partita ed invece, poco dopo, sull’ennesimo appoggio sbagliato di Pirlo che innesca il contropiede dell’Olympiacos, i greci passano in vantaggio – al 35’ – grazie alla combinazione Dominguez-Kasami che fulmina Buffon sul primo palo. Ti aspetti la reazione allo schiaffo subìto ma non succede nulla fino al termine della prima frazione.
Nella ripresa le squadre tornano sul terreno di gioco invariate non solo numericamente ma, ahimè, anche nell’atteggiamento, in quanto i padroni di casa continuano a pungere in ripartenza e gli ospiti non sembrano svegliarsi dal torpore generale. Arriva il momento della prima sostituzione intorno all’ora di gioco: dopo una punizione dal limite sparata in curva Allegri non può far altro che richiamare Pirlo ed inserire Marchisio.
Subito dopo potrebbe arrivare il colpo del ko per gli uomini in maglia blu, ancora sull’asse Dominguez-Kasami con quest’ultimo che sfiora il palo alla sinistra di Buffon. Lo scampato pericolo colpisce in pieno l’ “orgoglio” juventino con i bianconeri che si buttano in avanti alla ricerca del pareggio, più per forza d’inerzia che con razionalità.
In ogni caso, arrivano le prime vere occasioni da rete: Morata si gira bene in area al 70’ e calcia a botta sicura, purtroppo però centra in pieno il portiere Roberto in uscita; qualche minuto più tardi, da calcio d’angolo, l’attaccante spagnolo mette a terra il pallone dopo uno stop di spalla e colpisce di controbalzo, l’urlo dei tifosi viene strozzato in gola dal prodigioso intervento dell’estremo difensore che con una mano manda la palla sulla traversa. L’ultima occasione per pareggiare capita sui piedi di Tevez rasoterra, ma ancora una volta Roberto è insuperabile.
Non succede più nulla di rilevante sino al triplice fischio finale. La qualificazione è ancora alla portata della Juve (addirittura resta in piedi pure l’eventualità del primo posto), certo è che la partita di ieri sera non lascia ben sperare.