La Juve esce dalla notte del Bernabeu con un pesante fardello sulle possibilità di passare il turno ma trova nuovo vigore e convinzione al termine di una partita ben giocata e persa anche e soprattutto per colpa di qualche episodio di troppo a sfavore.
Dopo la bambola presa a Firenze i bianconeri sono volati in Spagna con il fiato sul collo di una critica impietosa e frettolosa, smaniosa di certificare una presunta svolta epocale negativa dopo i 4 gol incassati al Franchi.
Chi si aspettava una squadra timorosa e smarrita è rimasto però deluso: i bianconeri sono usciti dal campo sconfitti nel risultato ma assolutamente a testa alta per quanto riguarda gioco creato, atteggiamento in campo, grinta ed impegno.
Il gol di Cristiano Ronaldo al 4′, subito come puntualmente accade in questa stagione al primo errore, poteva rappresentare una mannaia per una squadra che aveva ancora ben lucidi nella testa i 15 minuti di follia di domenica scorsa.
La reazione bianconera è stata invece tempestiva e convincente, armata dalle scorribande di Tevez nell’inedito ruolo di laterale di attacco e di Martin Caceres, uno che non metteva i tacchetti in campo dall’entusiasmante notte di Supercoppa.
L’uruguagio si faceva perdonare subito l’incertezza di far scattare il fuorigioco in occasione del gol dei Blancos: da un suo bel cross sul secondo palo spuntava la testa di Pogba, incerta respinta di Casillas e compasso in ribattuta di Llorente, vero spauracchio del Real al Bernabeu.
Il vantaggio svaniva pochi minuti dopo, quando il guardalinee puniva una trattenuta in area di rigore di Chiellini su Sergio Ramos.
Dal dischetto ancora Ronaldo per il 2-1.
Il nuovo vantaggio non modificava però l’atteggiamento propositivo della Juve che continuava ad attaccare con convinzione, andando molto vicina al gol con Pirlo, imbeccato da una torre di Llorente.
I tentativi di rimonta nel secondo tempo si scontravano però con l’inqualificabile sceneggiata di Ronaldo, lievemente sfiorato da una sbracciata di Chiellini e stramazzato al suolo come abbattuto da un montante di Alì.
Rosso diretto per il difensore livornese e quasi un tempo intero da disputare in inferiorità numerica, roba da mandare al tappeto anche squadre con il triplo dell’esperienza dell’attuale rosa bianconera.
Il Real invece non riusciva a graffiare l’ordinata difesa juventina, rimpolpata dagli innesti di Bonucci ed Asamoah (fuori Pirlo, con applausi scroscianti di parte spagnola) e pronta a ricercare qualche ripartenza finchè la spia della riserva fisica è andata decisamente in rosso, mentre dagli spalti iniziavano a piovere fischi verso i beniamini in maglia bianca, colpevoli di non riuscire ad affondare definitivamente un avversario menomato.
Al novantesimo la Juve si ritrova in terza posizione nel girone con due punti da recuperare al Galatasaray: il match di ritorno contro il Real apre scenari molto interessanti perchè la squadra vista ieri è si molto forte (specie in attacco dove il duo Ronaldo-Di Maria con la palla tra i piedi è quasi immarcabile) ma denuncia un gioco con poco ritmo e molte pause e alcuni interpreti non certo trascendentali come Arbeloa o Illaramendi (un picchiatore che a Madrid possono permettersi di pagare più della metà di un Ozil)
A Torino servirà la stessa convinzione e lo stesso atteggiamento visto a Madrid, sperando nelle restanti settimane di limare le amnesie difensive (per la verità ieri gli errori sono stati solo due, ma puntualmente puniti) e di avere indietro un po’ di fortuna, ieri completamente assente anche per grosse colpe dell’arbitro (manca anche un rigore su Vidal).
Nel complesso la squadra denota ancora delle lacune ma ha giocato con attenzione e coraggio, senza dare l’impressione di aver subito lo shock della rimonta viola di domenica pomeriggio.
Il modulo proposto da Conte ha avuto merito di arginare abbastanza bene le scorrerie dei pericolosissimi esterni spagnoli, pur sacrificando un po’ di spinta in fase di attacco.
Il prossimo obiettivo ora si chiama Genoa, partita da non fallire ma che andrà affrontata con lo stesso piglio visto in Spagna: una vittoria potrebbe ridare immediato slancio a questo inizio di stagione vissuto tra qualche contraddizione di troppo.