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Pacco, doppio pacco e contropaccotto

Tra gli anni ’50 e ’60 il cinema italiano vide proliferare il genere cinematografico dei film a episodi, come il capolavoro di Dino Risi del 1963, “I Mostri”. Io ve ne voglio raccontare uno più recente, del 1993, l’ultimo di Nanni Loy. La pellicola è ambientata a Napoli dove hanno luogo una lunga serie di imbrogli e raggiri. Il titolo del film è, appunto per questo, “Pacco, doppio pacco e contropaccotto” e l’ultimo episodio dei 10 totali, quello che ci interessa oggi, è quello omonimo.

Due distinti signori arrivano, in Porsche, in una piazzetta affollata e rumorosa dove trovano ad attenderli il “contatto”, un ricettatore che, una volta appartatisi, gli vende sottobanco due costose macchine fotografiche. Mentre contrattano il prezzo i due non si accorgono che, in un convulso frangente, il mariuolo ha lasciato ad un complice la busta con il prezioso contenuto, rifilandogliene un’altra, al cui interno vi sono posti due mattoni (il Pacco). Tornati velocemente in auto, convinti di aver fatto un affare, si accorgono di essere stati truffati. A questo punto giunge il parcheggiatore abusivo della piazzetta che, vedendoli in preda alla rabbia, gli confida di conoscere “O’ Scarrafone”, l’uomo che si è preso gioco di loro. Lo raggiungono insieme nello stesso portone di prima e, previa nuova contrattazione, riottengono quello per cui erano venuti. O meglio, credono di riottenere perché, nel frattempo, l’androne in cui si trovano si anima di una lite familiare. Una donna nuda gli passa davanti inseguita dal suo amante e, distratti dall’attraente spettacolo passatogli sotto gli occhi, non si accorgono del nuovo scambio di buste (il Doppiopacco). Quando riflettono sull’assurdità della scena, è troppo tardi, tutti si sono incredibilmente volatilizzati. Decidono così di rivolgersi alla Polizia, scoprendo di essere solo gli ultimi pesci caduti nella rete di questa organizzazione. Vengono qui avvicinati da un “Maresciallo” che dice di conoscere perfettamente tutti i trucchi di questi furfanti, ormai famosi nella zona, e gli propone di ripagare i malfattori con la stessa moneta. Li riporta, per la terza volta, davanti al palazzo in cui sono stati beffati già due volte e gli fa vedere, di nascosto, come avvengono gli scambi. Non appena lo vedono uscire, il “maresciallo” interviene sul parcheggiatore quando questi sta per scappare con la busta contenente le due Nikon “doppio pulsante”, gliela strappa di mano e mette in fuga il ladro. Una volta tornato dai due fessi, gliela riconsegna, salvo farsi “ringraziare” con una corposa mancia, intimandogli di scappare immediatamente e non tornare mai più. L’episodio si conclude con una lunga tavolata imbandita in cui troviamo, con rispettive famiglie, il primo mariuolo, il parcheggiatore, i due amanti che fingevano di litigare e, lo avrete capito, il finto maresciallo che imbraccia le due macchine fotografiche, rimaste nelle sue mani e pronte per una nuova messinscena. Ai due malcapitati avevano rifilato, ancora, due mattoni (il Contropaccotto).

Questa era finzione, ma come ogni film c’è sempre qualche storia vera ad ispirare l’autore della sceneggiatura. In questi mesi, in una città del nord Italia, sembra che ne stiano preparando il sequel. Capire come si siano svolti i fatti e chi li abbia commessi sarà, come al solito in questo Paese, impresa titanica per tempi e mezzi. Noi, però, possiamo buttare giù un soggetto abbastanza verosimile da presentare a qualche cineasta interessato.

Un Presidente di una squadra di calcio vende la società lasciandola in braghe di tela, tra debiti col fisco, stipendi e fornitori non pagati dovremmo essere intorno ai 75 milioni di ammanco (il Pacco). Un primo acquirente si prende in carico la società durante il calciomercato invernale, vende i pezzi pregiati, intasca i soldi delle cessioni e cede presto il giocattolo ad un secondo acquirente alla spropositata cifra di… 1€! (il Doppiopacco). Nel frattempo i creditori, stufi di aspettare e spettatori impotenti dello sciacallaggio, mettono in mora la società mentre i calciatori minacciano di non scendere in campo fino alla fine della stagione. Questa ultima prospettiva non piace alle emittenti televisive, prime finanziatrici delle società di calcio, le quali a loro volta intimano a queste ultime di trovare una soluzione, pena l’avvio di procedure legali per risarcimento danni. La Lega delle società interessate decide così di utilizzare il fondo multe, 5 milioni circa, per permettere alla società in quesitone di portare a termine il campionato. Di questi 5 milioni, una parte verrà utilizzata per pagare un po’ di stipendi, un’altra verrà utilizzata per le spese indispensabili mentre una non indifferente fetta finisce nelle tasche del proprietario che ha acquistato il sodalizio per 1€ (il Contropaccotto).

La sceneggiatura, dunque, è quasi pronta. Rimane solo da decidere a chi affidare la parte dei fessi perennemente alla mercé di così tanta bella gente. Titolo dell’opera: “Pacco, doppio pacco e Parmacotto”.

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