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Le pagelle del cuore: Inter-Juventus 0-0

Avete presente il libro “Cuore”, anno del Signore 1886, ambientato nella Torino capitale del neonato Regno d’Italia?
Quanti di voi, da piccoli, invece che assorbire lo spirito pedagocico e patriottico strabordante da quelle pagine, sono invece diventati devoti del culto apotropaico? Disgrazie su disgrazie a poveri malcapitati, “mai una gioia” direbbe qualcuno.
Parte oggi, allora, una nuova rubrica che vuol essere un atto di catarsi nei confronti del povero Maestro Perboni, descritto da De Amicis come una specie di Fantozzi ante litteram sulle cui spalle erano cadute le peggiori maledizioni. Ecco come si presenta ai suoi alunni il primo giorno di scuola: “…Abbiamo un anno da passare insieme. Vediamo di passarlo bene. Studiate e siate buoni. Io non ho famiglia. La mia famiglia siete voi. Avevo ancora mia madre l’anno scorso: mi è morta. Son rimasto solo. Non ho più che voi al mondo, non ho più altro affetto, altro pensiero che voi.”
Sconfortati dalla cattiveria usata dall’autore nei confronti di questo servitore del Regno, abbiamo deciso di richiamarlo su questa terra tramite i servigi della maga Clara, per affidargli questa pagina a suo completo uso e consumo, affinché ne facesse un atto liberatorio, un contrappasso. Abbiamo scoperto con stupore e gioia un grande tifoso juventino, fine conoscitore di schemi e moduli, appassionato osservatore celeste che accompagna la visione delle partite con un amico inseparabile, il bicchiere di Barolo, e una inaspettata voglia di sfogare anni di rabbia repressa.
Perdoniamogli il ritardo con cui pubblichiamo le sue pagelle, ha bisogno di un po’ di tempo per adattarsi al nuovo mezzo tecnologico. Dal calamaio alla tastiera, a lei la pagella, Maestro!
(la Redazione)

“Ringrazio divotamente per la occasione concessa da codesta pubblicazione sportiva, appropinquommi a svolgere il prezioso e sollazzante compito assegnatomi.” Se fossi ancora dipendente dalla penna di quel minchione di De Amicis, le mie pagelle sarebbero iniziate pressapoco così. Io, invece, da appassionato studioso della lingua di Dante, ho continuato a seguire da lassù l’evolversi dell’Italiano e preferisco parlare alla guisa dei ragazzi di oggi, e crepi l’avarizia.

Non potete immaginare la rabbia per non aver battuto e stracciato quella accozzaglia di giuocatori messi in campo da Ciuffino, l’allenatore in grado di fare peggio del mangiatore di bottiglie, il grande inventore. Come si fa a lasciare un tempo a codesti picchiatori e non mettere in porta nemmeno una delle tante occasioni create? Nella speranza che infortuni, Nazionali e varie congiunzioni negative abbiano smesso di abbattersi come le piaghe sull’Egitto e che Mosé non tifi per la Roma, ecco i miei giudizi sui giuocatori della Juventus:

Signor Buffon, voto sette – Deve fare solo un paio di parate, e le fa benissimo, togliendo dal sette il cross sbagliato da Brozovic (chiiii?) facendosi aiutare dalla traversa e bloccando a terra il tiro dalla distanza di Jovetic. I restanti 85 minuti, il sesto portiere più forte al mondo li passa a scegliere il nome da dare al nascituro in arrivo.

Signor Barzagli, voto sette e mezzo – “Che lavoro svolgi, Andrea?” “Inseguo sbarbatelli arroganti e gli tolgo il pallone.” A 34 anni questo lungagnone fiorentino continua a divertirsi come quando ne aveva la metà. Il signor Perisic ha dovuto cambiare aria per farsi notare, il signor Icardi non ci si è avvicinato proprio. Memorabile il colpo di testa all’indietro a togliere la palla dai piedi dell’avversario già gaudente per la ghiotta occasione, gesto degno di Raffaella Carrà nel suo miglior movimento cervicale (che credete, abbiamo la televisione nelle alte sfere, i varietà sono i programmi preferiti da San Pietro, la Carrà ha già il posto prenotato).

Signor Bonucci, voto sei e mezzo – Ormai è diventato un grande difensore, superbo negli anticipi e puntuale nei posizionamenti. Il suo lancio lungo è sempre pericoloso e riveste al meglio il ruolo di regista arretrato. Ora qualcuno gli imponga di non mettersi in testa di battere i calci di punizione, anzi, che non lo faccia nemmeno per finta come l’altra sera, non ci casca nessuno. Per quasi tutto il secondo tempo aiuta Buffon a sfogliare la rosa dei nomi.

Signor Chiellini, voto sette – Il signor Icardi pensava di rispettare la tradizione che lo vedeva spesso a segno contro la Juve, e i suoi occhi dolci erano pronti a scrutare la tribuna alla ricerca della sua sfinzia (le chiamate così, oggigiorno, le promesse spose. Giusto?). E invece il capitano nerazzurro, fresco di nomina e di qualcos’altro, ha passato la serata a chiedersi dove fosse finito il pallone e del perché questo signore brutto e calvo abbia sempre qualcosa da ridere. La voglia di Chiellini di andare all’arrembaggio contro i cattivi alla stregua di Ken il guerriero (grandissimo disegno animato, il preferito di San Pietro!) è di esempio per i compagni, peccato che al momento di esplodere la mossa di Hokuto i suoi piedi gli ricordino che le sette sfere non sono il numero di palloni a disposizione e ritorni a più miti consigli.

Signor Evra, voto sei e mezzo – Trascorre il primo tempo a decidere se non fosse il caso di farsi crescere i capelli come Cuadrado nella speranza che i compagni si confondano e passino la palla anche a lui, poi però riflette che potrebbe smarrirsi pure sua moglie e desiste dall’intenzione. Nell’intervallo me lo immagino a discutere, in strofe hip hop (grande musica, la preferita di San Pietro!), con lo spettatore suo vicino di posto nonché connazionale su come impegnare il tempo nei secondi 45 minuti. L’allenatore pare li abbia convinti a utilizzarli per giocare a calcio.

Signor Kedhira, voto sette – Il teutonico ha il physique du role del perfetto juventino, o soldatino a dir si voglia. Pochi fronzoli, idee chiare, tanta corsa efficace e un tempismo impeccabile negli inserimenti. Peccato che la sua interpretazione non preveda un finale da perfetto secchione che non sbaglia mai e mandi sul palo la più preziosa occasione da rete di tutta la partita. Come i baffi sulla Gioconda (grande quadro, il preferito di chi sapete già)

Signor Marchisio, voto sei e mezzo – Uno dei tanti convalescenti (più che una squadra sembriamo un episodio di E.R. – grande serie televisiva, la preferita da San Lazzaro. No, non quello delle mozzarelle…) gioca la sua onesta partita combattuto tra la speranza di riuscire a giocare anche il secondo tempo e quella di veder comparire accanto Pogba in una posizione utile per passargli il pallone. Nel secondo tempo tenta di lanciare la palla ad un suo amico di Cogliate che stazionava nel terzo anello di S. Siro, manca di poco l’obiettivo. Tuttavia Brunel pensa di convocarlo al prossimo Sei Nazioni di rugby (grande sport, peccato che in paradiso non se lo caghi nessuno).

Signor Pogba, voto cinque – Al quarto anno di Juventus, le aspettative nei suoi confronti si sono alzate e di molto, sta a lui dimostrare di essere un fenomeno per la squadra e non un semplice ed onesto centrocampista. Irritante quando cerca di fare la cosa giusta nel modo peggiore, coi numeri da circo. Va bene che eravamo a casa dell’Inter, ma non era proprio la serata adatta a sottolinearlo… Nel secondo tempo pare svegliarsi ma non riesce a trovare la giocata decisiva, forse perché aspettava Kondogbia per fargli un tunnel e sfotterlo al prossimo raduno della Nazionale transalpina. Ciuffino cattivone fa entrare il numero sette nerazzurro solo nel finale, giusto il tempo di sporcare la maglia e far concludere al magazziniere la raccolta punti ed ottenere lo sconto dalla Lavanderia “Materazzi” di Appiano Gentile.

Signor Cuadrado, voto sei e mezzo – Dicevano fosse indisciplinato e tatticamente ignorante, impossibile da inquadrare in un ruolo e, soprattutto, lasciato partire dal signor Mourinho, quindi non poteva essere buono. Già, Mourinho… Forse dovremmo essere incazzati noi col portoghese per aver fatto dimenticare a Cuadrado come si tira in porta, nel giro di soli sei mesi.

Signor Zaza, voto sei e mezzo – Tempo fa guardavamo, io e Dio Padre in persona, una puntata di SuperQuark, il programma preferito dall’Onnipotente, sempre pronto a vantarsi di essere Lui l’autore di ogni meraviglia mostrata da Piero Angela (abbiamo così preso da un po’ a soprannominare il Creatore “Pippo Baudo”). Il documentario mostrava l’eterna lotta per la sopravvivenza, nella savana africana, tra la gazzella ed il leone, entrambi costretti a passare l’esistenza a correre. Ecco, il signor Zaza mi ricorda questi due animali, anzi una loro sintesi: un leone con il disturbo di personalità che pensa di essere una gazzella. Corre, corre, corre, corre, corre e corre ancora… e quando finalmente acchiappa la preda si dimentica di mangiarla.

Signor Morata, voto sei e mezzo – Ennesimo personaggio della puntata di E.R. (vedi sopra) il ragazzo vorrebbe ripetere la prestazione fatta con il Bologna ma è appena tornato in tempi record da una frattura multipla scomposta a tutte le ossa della gamba che chiedergli di più sarebbe stato ingiusto. Ci si mette anche la trasferta intercontinentale dei sudamericani a mettere fuori causa quello che sembra il suo compagno ideale, il signor Dybala. Nonostante tutto riesce a mettere Kedhira solo di fronte alla porta. Peccato che il teutonico fosse impegnato a farsi crescere i mustacchi.

Signor Allegri, voto sei e mezzo – Se nella ripresa gli stessi undici che avevano giocato il primo tempo sembrano una squadra diversa da quella vista fino a quel momento vuol dire che i 15 minuti di intervallo saranno bastati all’allenatore per dare la sveglia a “The Dreamers” (gran film, il preferito da S. Giuseppe). Non posso fargli una colpa per gli errori sottoporta dei giocatori, quello che non capisco è l’utilizzo delle sostituzioni. Perché dare più minuti a Mandzukic rispetto a Dybala lasciando in campo due corazzieri quando servivano più gli incursori? – Mi perdoni l’angelo custode per questa cruda metafora militare.

Signor Pereyra – voto dieci – Il signor Allegri vuole testarlo come trequartista e lo mette alla prova su un aspetto importante del ruolo, quello di riuscire a nascondersi tra le linee per occupare al meglio gli spazi tra esse. Verso la fine della partita scorgiamo Pereyra sulla linea di bordo campo, pronto a subentrare. Non lo ha più visto nessuno: promosso!

Chiedo perdono a tutti i sensibili lettori per qualche espressione colorita ma mi sono accorto che gli effetti disibinitori del Barolo si perdono con maggiore lentezza in noi creature celesti. Alla prossima, cari e nuovi lettori.

Vostro, M° Giulio Perboni.

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