La partita del Renzo Barbera riconsegna al campionato una Juventus timorosa e insicura: come quella vista a San Siro contro l’Inter, per intenderci (al netto dei tre punti conquistati). Molto diversa da quella che ha schiantato Sassuolo prima e Cagliari poi allo Juventus Stadium.
Non credo si tratti di un problema di atteggiamento nelle gare in trasferta rispetto a quelle casalinghe; la mia impressione è che si siano sbagliate le trasferte di Milano e Palermo con motivazioni e modalità diverse.
Venendo al match, aveva iniziato bene la Juventus: verticalizzazione su Mandzukic nell’azione di apertura, sponda di testa del croato per Alex Sandro che libera Pjanic sulla sinistra, buon cross al centro e tiro alto di Higuain. Nei primi minuti la squadra si muove bene, al netto di qualche errore di imprecisione a centrocampo. Si fa male Rugani e Allegri approfitta del cambio per passare alla difesa a 4, inserendo Cuadrado. Fino alla mezz’ora la Juve ha diverse occasioni e i movimenti delle due punte (soprattutto Higuaín) creano gli spazi per gli inserimenti dei centrocampisti. Ci sono alcune nitide occasioni da documentare: la prima, su assist delizioso di Dani Alves: stop a seguire di Higuaín che manda fuori tempo il difensore creando lo spazio per il tiro, ma Gonzalez in extremis riesce a ribattere la conclusione dell’argentino. Sul conseguente corner Mandzukic salta bene ma il suo colpo di testa finisce alto. Ancora Higuaín su lancio precisissimo di Pjanic fa tutto bene (stop con cambio di direzione a saltare il difensore) ma il portiere avversario legge bene la giocata e blocca il pallone salvando la situazione. L’occasione più ghiotta la spreca però Lemina su una ripartenza che lui stesso aveva iniziato. Azione pregevole, con tacco di Mandzukic che lascia a Cuadrado, subentra Higuaín che apre a sinistra per Lemina, il cui tiro non è irresistibile e viene neutralizzato dal bravo Posavec. Poco dopo su un’altra respinta del portiere rosanero (ad anticipare Mandzukic, su buon cross di Cuadrado) Pjanic tira malissimo, direttamente tra le braccia di Posavec. Si chiude il primo tempo con la sensazione che la Juventus meritasse di essere in vantaggio con un paio di gol di scarto, ma gli errori tecnici e tattici in campo sono tali da provocare un’irritazione generale che fa passare in secondo piano l’evidente supremazia che i bianconeri hanno comunque dimostrato.
Nel secondo tempo arriva il meritato vantaggio, con un movimento scriteriato di Goldaniga dentro la propria area di rigore; un colpo di tacco che, nella porta giusta, sarebbe stato un gol d’autore, ma che tentato in quella posizione è un errore gravissimo per un difensore. Il tutto per ribattere un cross di Dani Alves dalla trequarti. Ma poco importa: il vantaggio è meritato e questa squadra con la fortuna continua ad avere un conto aperto. Al 65′ Mandzukic trova la deviazione del portiere con un bel tiro di prima che però è troppo centrale per impensierire il giovane portiere del Palermo. Cinque minuti dopo è ancora il croato a mangiarsi letteralmente un gol, in seguito a una buona occasione con recupero del pallone in zona offensiva da parte di Alex Sandro che serve Khedira a centroarea: il tedesco vede Mandzukic smarcato sulla destra e lo serve, ma Mario invece di incrociare sul palo opposto per prendere in contro tempo Posavec preferisce appoggiare sul palo vicino, ben coperto dal giovane portiere suo connazionale (che è comunque molto bravo nel distendersi per deviare in corner).
La trasferta di Palermo ci consegna insomma una Juve molto disordinata con la giornata no soprattutto di Pjanic, in troppe occasioni estraneo alla manovra. Khedira appare lontano da una condizione fisica accettabile nonostante il turno di riposo con il Cagliari. La coppia di attacco Mandzukic-Higuaín sarebbe da riproporre con un Pjanic a fare da raccordo con il centrocampo (o più probabilmente Dybala), anche per non costringere Gonzalo ad abbassarsi troppo; ma il croato deve riprendere a vedere la porta: l’occasione sprecata nel secondo tempo non è assolutamente da lui. Dani Alves un gradino al di sotto di quello visto allo Stadium mercoledì, ma è stato di nuovo determinante in fase di impostazione. Dall’altra parte si è visto un Alex Sandro molto “frenato”, che nonostante tutto ha però fatto il suo. Al centro buona prova soprattutto in copertura per Lemina, che probabilmente rimane il vice-Marchisio più credibile fino al rientro del nostro numero 8. Tra i subentrati: purtroppo pessimo una volta ancora Asamoah, mentre Cuadrado tutto sommato gioca bene (con qualche disattenzione in copertura).
A mio parere questa squadra ha un problema di supponenza quando affronta avversari di caratura inferiore; se la partita non si sblocca nei primi minuti il nervosismo monta e il disordine tattico soprattutto da parte dei nuovi arrivati genera confusione che non aiuta a portare a casa i risultati sperati. Con una condizione fisica (per molti) ancora da ritrovare, bisogna fare buon viso a cattivo gioco e prendersi i tre punti (comunque meritati) che sono, a maggior ragione, preziosissimi.