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Palermo – Juve: Adelante! Adelante!

“Da Torino a Palermo, dal futuro al moderno”. Non era questo il significato che De Gregori immaginava quando scrisse una delle sue bellissime canzoni ma la citazione la prendo come spunto per avvicinarci alla sfida di questa sera al Barbera di Palermo contro la squadra rosanero, recentemente affidata di nuovo a Ballardini.

Il nostro futuro è l’Europa. E’ un pensiero futuro perchè il pass per gli ottavi l’abbiamo già staccato anche se l’ultima partita contro il Siviglia non sarà una formalità. Il primo posto del girone va mantenuto a tutti i costi, lottando a denti strettissimi per tutti i novantacinque minuti. Il “moderno”, ovvero il presente, è questo campionato che ci vede atterrare a Palermo dopo tre vittorie consecutive, quattro se consideriamo anche il turno europeo dello scorso mercoledì.

Una linea di risultati molto positivi dove il protagonista principale per costanza è stato sicuramente il nostro capitano, Gigi Buffon, che giusto mercoledì scorso ha superato anche Gaetano Scirea in fatto di presenze con la maglia più prestigiosa della penisola italiana. Una nota di merito, però, è doverosa spenderla anche per Alex Sandro che in queste quattro partite ravvicinate, ha già confezionato tre assist decisivi in gare tanto delicate quanto importanti. Se tutta l’attenzione è focalizzata nel ritorno di Paulo Dybala nello stadio che lo ha consacrato al calcio nostrano, la speranza di rivedere nuovamente anche il terzino brasiliano dal primo minuto fa ben sperare i tifosi. Le “meraviglie sudamericane”, riprendendo sempre il testo di De Gregori, fino a pochi mesi fa erano pane quotidiano di Tevez. Oggi, vedere quel brasiliano pennellare cross precisi all’ariete di Slavonski Brod o quel ragazzino argentino gioire come un bambino dopo aver esploso il suo sinistro, riempiono il cuore di orgoglio, ovvero di juventinità.

Ora la squadra di Allegri non deve più fermarsi ma migliorare sul piano del gioco ed anche nei risultati. Se le vittorie cancellano spesso le prestazioni, non possiamo non evidenziare i diversi errori spesso banali sia in fase di costruzione che di realizzazione. Errori che per fortuna non abbiamo pagato a caro prezzo che però non possono essere peculiarità di una squadra che vuole continuare a stupire oltre i confini nazionali.  Questo ruolino di marcia ci ha permesso di ritrovare serenità ma soprattutto consapevolezza nei nostri mezzi: ovvero gli ingredienti principali per continuare a fare bene. La trasferta che ci aspetta è da sempre ostica e le squadre che hanno da poco cambiato l’allenatore godono sempre di quei jolly in ambito di fortuna e prestazione. Se poi arriva a sfidarle la squadra più temuta ed odiata d’Italia….

Nelle ventisei precedenti sfide in terra siciliana, la Juve è riuscita ad imporsi per dodici volte. “Fare tredici”, come al Totocalcio, deve essere l’obiettivo dei ragazzi di Allegri.

La sfida del 7 aprile 2012 è stata sicuramente una delle più affascinanti del recente passato. Quando l’ex bianconero Amauri (che l’anno prima di passare alla corte di Madama, segnò due reti con la maglia del Palermo alla Juve allenata da Ranieri nella sconfitta per 3-2), in forza alla Fiorentina, condannò il Milan di Allegri (quanti intrecci!) alla sconfitta interna, offrì involontariamente un assist alla Vecchia Signora per tentare il sorpasso nel posticipo serale e lanciarsi verso lo scudetto numero trenta, quello della terza stella. Assist che Leonardo Bonucci raccolse di testa sul primo palo, con un’ottima elevazione, dopo un calcio d’angolo battuto da Andrea Pirlo. Fabio Quagliarella chiuderà poi i conti realizzando il 2-0 che vanificò ogni speranza di rimonta dei rosanero allenati allora da Bortolo Mutti. Nell’ultimo precedente, è stata sempre la Juve ad avere la meglio grazie ad un bellissimo gol di sinistro a giro di Alvaro Morata, gol che l’attaccante spagnolo replicherà nella prima gara di Champions di questa stagione, in casa del Manchester City.

Il dibattito nella conferenza stampa e soprattutto nei social riguarda questo o quel modulo da impiegare, questo o quel giocatore da schierare. Allegri ha spiegato benissimo che quello che conta è l’atteggiamento della squadra e non ha detto nulla di così rivoluzionario.  Sappiamo bene che quando riusciamo ad imporre il nostro gioco, siamo già a metà dell’opera: se tecnicamente la manovra funziona, spetterà poi alla giocata del singolo concludere bene l’azione.

Fino alla fine…ed anche oltre!

 

Forza Juve!

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