Se è più simile ad un eroe, ad un extraterrestre o ad un semplice ragazzo cresciuto nella periferia parigina, non possiamo ancora dirlo. Paul Labile Pogba da Lagny-sur-Marne, ad appena 22 anni, ha già strabiliato il mondo del calcio.
Arrivato alla Juventus a parametro zero dal Manchester United, nei primi giorni dell’agosto 2012, l’allora diciannovenne centrocampista francese, è sbarcato a Torino in punta di piedi, portandosi in dote un piccolo bagaglio pieno di speranze per noi tifosi bianconeri ed un punto interrogativo legato alla “bocciatura” ricevuta da Sir Alex Ferguson.
In quell’estate, la Juve era fresca campione d’Italia per la trentesima volta grazie ad uno scudetto vinto in rimonta e dal sapore speciale dopo gli anni bui del post Calciopoli. Confermare quanto fatto l’anno precedente era un dovere per gli uomini di Conte e la campagna acquisti operata dalla società verteva essenzialmente su quello.
Pogba è stato subito etichettato come vice Pirlo e tutto faceva pensare ad una crescita del talento francese all’ombra dell’affermatissimo campione bresciano. La realtà dei fatti però è stata diversa. Conte lo ha preferito mezzala nel suo consolidato 3-5-2 ed è stato lo stesso tecnico salentino a bocciare il francese nel ruolo di regista per la poca velocità di pensiero nel dettare i tempi alla squadra.
Pogba ha realizzato il suo primo gol della sua carriera (non aveva mai segnato con la maglia dei Reds) a Torino contro il Napoli. Era il 20 ottobre nella gara di anticipo delle ore 18: un sinistro al volo da fuori area fulmina De Sanctis e lo Stadium abbraccia nel migliore dei modi il suo gioiellino.
La prova che non è stato solo un colpo di fortuna o, per dirlo in termini calcistici, un “gol della domenica” (anche se di sabato), è arrivata a gennaio, sempre a Torino, questa volta ai danni dell’Udinese con Pogba che realizza addirittura una doppietta: il primo dei due gol è un destro di collo esterno da oltre trenta metri che bacia l’incrocio dei pali prima di insaccarsi in rete. Un gol pazzesco che, solamente se visto dalla stessa visuale del francese, rende davvero merito al capolavoro.
Gol simili da fuori area non si vedevano in maglia bianconera, dai tempi di Nedved ed i tifosi, ogni volta che vedono il francese in possesso di palla oltre la trequarti, fanno salire il boato pregustandosi l’eventuale tiro.
Il primo anno si è chiuso con Pogba sceso in campo per 37 volte, realizzando ben 5 gol. I presupposti per la consacrazione l’anno successivo ci sono tutti: il ragazzo, prestante fisicamente, non “ha le spalle strette” ma una maglia da titolare deve meritarserla.
L’infortunio di Marchisio durante il primo tempo della gara di Supercoppa Italiana contro la Lazio è, per Pogba, un segno del destino. Il francese subentra al Principino e va subito in gol, indirizzando la partita in un binario che, a fine gara, si rivelerà glorioso. E’ il preludio ad una stagione che lo vedrà titolare proprio a scapito del nr.8 bianconero e dove riuscirà a segnare ben nove reti compresa la prima in ambito europeo, arrivata in Europa League, sempre a Torino, contro i turchi del Trazbonspor. Le presenze saranno 51: Pogba risulterà uno dei più impiegati da Conte, il primo tra i centrocampisti.
Con l’avvicendamento Conte-Allegri sulla panchina della Juve lo scorso luglio e gli infortuni estivi di Vidal e Pirlo, il peso di Pogba nella nuova Juve guidata dal tecnico livornese, cresce a dismisura. Arriva il suo primo gol in Champions League ed il primo in Coppa Italia (tutti nella stessa porta dei gol sopra citati, ad eccezione di quello in Europa League) e ‘Pogboom’, come lo soprannominano i tifosi, ad appena 21 anni si ritrova ad aver segnato in tutte le competizioni, mondiale brasiliano compreso. Mentre su di lui vengono spesi complimenti ed elogi da tutti i media, Allegri rimane a ragione, molto cauto nei giudizi. Il ragazzo deve ancora crescere e migliorare per arrivare ad esprimere al meglio tutte le sue potenzialità. L’abbraccio a Vidal prima della sostituzione contro il Chievo è un altro segnale importante di quanto questo ragazzo inizi a prendere atto del suo valore nello spogliatoio e delle responsabilità che sono caricate sulle sue spalle. Sicuramente non lo aiutano però, le parole che il suo procuratore spende puntualmente fuori luogo per destabilizzare l’ambiente. Il francesino si è dimostrato maturo ma il timore che possa cadere in futili distrazioni è sempre vivo tra i tifosi.
Pogba, insieme a tutta la Juve, è atteso ora da una prova di maturità a Dortmund. Oggi, nel giorno del suo 22esimo compleanno, vanno tutti i nostri migliori auguri nella speranza che rimanga a lungo con noi, per farci trattenere ancora il fiato ogni volta che lo vediamo lì, dai venticinque metri, alzare lo sguardo verso la porta e caricare il tiro…