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Procede tutto secondo il piano…

Sono trascorsi tre anni da quando il 23 giugno 2011 il CdA della Juventus approvava il piano di sviluppo per il periodo coincidente con le Stagioni Sportive 2011/12 – 2015/16. Coincidenza (o forse no) vuole che qualche settimana prima Conte firmasse il contratto che dopo sette anni lo riportava nella propria casa. Nasceva, così, il progetto Juve.

A distanza di tre anni, è giunto il momento di fare alcune riflessioni e verificare la tenuta di quel famoso piano industriale della Juventus, che in tutti i progetti che si rispettino, deve rappresentare la strada da seguire, la via maestra, la pietra angolare.

Il Piano di Sviluppo, individuando le linee strategiche ed operative per la gestione e lo sviluppo della Società, è stato definito tenendo conto dei seguenti 4 obiettivi così descritti dalle parole del nostro management:

1. Ritorno nel più breve tempo possibile a competere stabilmente ad alto livello sia in Italia che in Europa:

Il Piano prevede significativi investimenti e disinvestimenti, in particolare all’inizio dell’esercizio 2011/2012 e destinati a completare il rinnovamento della Prima Squadra che, al netto delle dismissioni ipotizzate, ammontano complessivamente a circa Euro 145 milioni.
La parte più rilevante di tali investimenti è concentrata nell’esercizio 2011/2012 (di cui circa Euro 79 milioni già realizzati nel corso della Campagna Trasferimenti dei mesi di luglio e agosto 2011). Al fine di sostenere finanziariamente il Piano e gli investimenti in esso previsti, il Consiglio di Amministrazione ha deliberato di proporre all’Assemblea degli azionisti l’Aumento di Capitale di Euro 120 milioni (approvato in data 18 ottobre 2011).

2. Rilancio del Settore Giovanile:

è prevista una nuova politica di investimenti nel Settore Giovanile finalizzata alla ricerca di nuovi talenti con profili e prospettive di crescita diversificati da inserire in Prima Squadra e/o da valorizzare nell’arco di 3-5 anni. Tale approccio dovrebbe consentire di ridurre il fabbisogno di investimenti per la Prima Squadra e generare nuove risorse da reinvestire. La gestione del Settore Giovanile si arricchirà di nuove iniziative quali l’estensione del bacino di reclutamento, il progetto “Training check” per il controllo della metodologia di allenamento ed il progetto “Liceo sportivo” sul modello delle “Football Academy” inglesi e dei “Centri di Formazione” francesi.

3. Incremento e diversificazione dei ricavi derivanti dal nuovo Stadio della Juventus e degli altri ricavi commerciali:

la Società si propone di incrementare e diversificare ulteriormente i propri ricavi e di migliorare la propria redditività rendendola nel contempo meno sensibile all‟andamento dei risultati sportivi. In quest’ottica il nuovo stadio della Società avrà un ruolo significativo offrendo: massima visibilità e vicinanza al campo di gioco, alti standard tecnologici e di sicurezza, servizi esclusivi e di qualità dedicati alle famiglie, ai tifosi e alle imprese e, infine, forte interazione con l’area commerciale adiacente. Il nuovo stadio genererà un incremento significativo dei ricavi ed una importante diversificazione degli stessi. Sarà attivo sette giorni su sette: ospiterà eventi (convention, conferenze, banchetti, ecc.); offrirà spazi per lo sviluppo di attività commerciali; tour organizzati consentiranno la visita dello stadio e del museo della Juventus (la cui inaugurazione è prevista nell‟aprile 2012). Il Piano prevede, inoltre, la prosecuzione della strategia commerciale già avviata nel 2007 di sviluppo e valorizzazione del brand Juventus e di ottimizzazione dello sfruttamento economico del nome, del marchio e dell’immagine della Società con ulteriori azioni nei confronti dei mercati chiave a livello internazionale, anche tramite tour della prima Squadra e la disputa di gare amichevoli di prestigio.

4.Raggiungimento e mantenimento della sostenibilità economica e finanziaria e, quindi, il rispetto dei requisiti economici e finanziari previsti dalle norme italiane ed intenazionali di settore:

la capacità di competere ad alto livello, sia in Italia che in Europa, un approccio maggiormente dinamico alle campagne trasferimenti calciatori per cogliere opportunità di valorizzazione e di investimento, l’incremento e la diversificazione dei ricavi, il rilancio del Settore Giovanile, nonché un attento controllo dei costi operativi sono le condizioni che il Piano individua per raggiungere e a mantenere nel tempo l’equilibrio economico e finanziario della società. L’obiettivo fondamentale del piano è di attuare un modello di sviluppo sostenibile che consenta di raggiungere standard elevati di risultati sportivi, garantendo alla società l’equilibrio economico e finanziario.

Analisi

Alla luce degli obiettivi esposti nel Piano di Sviluppo, cerchiamo di verificarne il rispetto e la sua tenuta.

1. Rafforzamento della rosa:
dalla stagione sportiva 2011/12 sono stati effettuati acquisizioni per un totale di € 247,6 mln (di cui 104,8 nella prima stagione), cessioni per € 49,4 mln, plusvalenze per € 42,9 mln (di cui € 19,9 nell’ultima stagione) per un impegno finanziario netto (inclusi gli oneri accessori capitalizzati e gli oneri e proventi finanziari impliciti su incassi e pagamenti dilazionati) e complessivo per le tre stagioni di € 155,3 milioni. Vi ricordo che l’impegno previsto dal piano era di un investimento totale di € 145 milioni.

2. Rilancio del settore giovanile:
anche in questo caso l’impegno assunto è stato rispettato. Lo dimostrano la continua attività di scouting e gli investimenti che hanno permesso di portare a casa un talento naturale come Pogba e di mettere le mani sui giovani più interessanti della serie A e B. Si pensi a Zaza, Berardi, Gabbiadini, Boakey, Rugani, Leali, Fiorillo, solo per citarne alcuni. Gli investimenti effettuati per la realizzazione del liceo scientifico delle scienze applicate (Juventus College), e quelli per l’ampliamento e riorganizzazione dello Juventus Training Center di Vinovo, ne sono un’ulteriore dimostrazione.

3. Incremento e diversificazione dei ricavi:
in quest’ottica la realizzazione dello Juventus Stadium con le annesse attività “no mach day”, il suo “ampliamento” avvenuto con la realizzazione della tribuna Legends, la realizzazione dello Juventus Museum e gli investimenti effettuati per la realizzazione di quella che sarà la cittadella dello sport (progetto Continassa) non sono altro che la dimostrazione della strada intrapresa.

4. Raggiungimento e mantenimento della sostenibilità economica e finanziaria:
questo è il punto focale su cui ruota tutto il piano di sviluppo. Più volte, non ultima il 15/5 scorso, abbiamo sentito Marotta ripetere queste frasi “il compito del management è quello di raggiungere l’optimum sportivo attraverso l’allestimento di una squadra competitiva, cercando di centrare gli obiettivi più in alto possibile nelle competizioni a cui partecipa la squadra. L’optimum sportivo deve però essere coniugato necessariamente con un optimum aziendale, che significa rispettare quei parametri che sono gli equilibri di bilancio dal punto di vista economico e finanziario”.

La diversificazione dei ricavi, un approccio maggiormente dinamico alle campagne trasferimenti dei calciatori, cogliere opportunità di valorizzazione e di investimento, il rilancio del settore giovanile, sono le condizioni per raggiungere e mantenere nel tempo tale obiettivo.

A tale proposito il Presidente Agnelli, in una lunga intervista rilasciata a TuttoSport il 24 Dicembre 2013, esordiva con queste parole:

“La normalizzazione deve avvenire nei prossimi tre anni, perché vogliamo puntare all’equilibrio di bilancio al netto della partecipazione alla Coppa. Due anni fa, senza Champions, eravamo a circa 210/215 milioni di fatturato, l’anno scorso abbiamo raggiunto quota 283, di cui 60 e passa milioni derivati dalla Champions. Nel 2015/2016, quando ci scadranno alcuni contratti, in forza di altri già siglati saremo intorno ai 240/250 milioni: il nostro obiettivo sono i 300 milioni di fatturato al netto della Champions League. Così si raggiunge il principio di autofinanziamento, senza rischio sportivo e con capacità di fuoco”
Ed ancora
“Bisogna saper spendere, non è detto che se il prodotto non costa non è buono. E’ anche giusto ottimizzare gli investimenti, o no? Dopo di che lavoriamo tutti per costruire una struttura di conto economico che ci porti nel breve-medio periodo a quel tipo di situazione per cui la mera partecipazione alla Champions League ci consenta un grande acquisto. In sintesi, oggi possiamo già cominciare a ipotizzare una serie di operazioni che sono di taglio superiore, poi però devono valerne la pena. Spendere per spendere no”.

I risultati sportivi raggiunti in quest’ultimo triennio sono sotto gli occhi di tutti.
Dal punto di vista economico/finanziario i ricavi da gare sono passati dagli 11,5 milioni dell’esercizio 2010/11 ai 38 milioni dell’ultimo (quest’anno saranno superati i 40 milioni). I ricavi da diritti tv e proventi media sono cresciuti dagli € 89 milioni del 2011 ai € 150 circa stimati per quest’anno, i proventi da sponsorizzazione e pubblicità da € 43 milioni ai 55 previsti per questo esercizio. Il totale del fatturato è così cresciuto dai 172 milioni agli oltre 283 milioni.

La finestra di mercato che sta per aprirsi, andrà vista in quest’ottica. Rafforzarsi come nelle precedenti, cogliere quelle che sono le opportunità che si presenteranno, senza fare follie, ma tenendo ben presente quelli che sono gli obiettivi sia sportivi che di bilancio.

A titolo esemplificativo e non esaustivo un piccolo tesoretto potrebbe venir fuori dal risparmio degli ingaggi e dal ricavo delle vendite di alcuni giocatori che in alcuni casi (Vucinic, Quagliarella e Giovinco) potrebbero portare anche a discrete plusvalenze, come risulta dalla seguente tabella:

image

Sono 35 i milioni di euro che, sommati ai circa 10 milioni realizzati dalla vendita della metà di Immobile, potrebbero essere reinvestiti nel mercato, ma si sa, nel mercato il difficile è proprio saper vendere (bene).

In conclusione, credo che la strada tracciata dal nostro management con il piano di sviluppo del 2011 sia quella giusta, parafrasando Conte “i castelli non vanno costruiti con la sabbia”, sono state poste le fondamenta per costruire quello che tutti speriamo diventi un grattacielo difficile da buttare giù alle prime folate di vento. Adesso non resta che continuare a costruire mattone dopo mattone, restare stabilmente tra le prime otto squadre nell’Europa che conta e, perché no, tentare di dare l’assalto alla Coppa dalle grandi orecchie.

Benny

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