

Ovviamente si parla di lui. E cosa vi aspettavate, di parlare di operazioni eccellenti da un punto di vista tecnico come quelle di Pjanic o Alves oppure di Pjaca che in prospettiva contribuirà in modo determinante a dare continuità e stabilità all’attacco della Juventus? None, servono i click e quindi Gonzalo sia. Nell’attuale sessione di mercato, si sapeva che due priorità andavano/andrebbero esaudite: colmare l’annosa lacuna sulla trequarti fornendo ad Allegri un centrocampista in grado di elevare la qualità tecnica nell’ultimo passaggio e incrementare la forza dell’attacco dopo la partenza (certa) di Morata (fortissimo). Roba non da poco, come infatti dimostrato dalla complessità di operazioni come quelle di Pjanic (!) e Higuain (?).
D’altronde non dimentichiamo che il nostro ruolo nel fantastico circo del calcio moderno è pur sempre quello dell’esser tifosi. Non cadendo in stupidi e irrealizzabili voli pindarici (caratteristica precipua del prescrittismo) il tifoso deve anche sognare. Ogni volta che i miei figli scoprono che una fatina non esiste o il mondo di Willy Wonka è una favola, da padre una parte della mia forza di vedere il mondo con la giusta prospettiva viene meno. E’ giusto che i tifosi alimentino il sogno, è giusto che una società di calcio governi le proprie attività non dimenticando, nella giusta misura, che c’è anche quell’aspetto da tenere in considerazione.
Fuor di battute, chi non vuol vedere la centralità di questa eventuale operazione negli equilibri competitivi della stagione futura è perchè vuol vedere il rassicurante dito invece della lontana luna. Uso un concetto forte, la necessità di Higuain per avere ragionevoli possibilità di vincere la massima competizione per club in Europa (vedi cosa mi tocca scrivere pur di non nominarla …) è innegabile per più motivi:
- per primeggiare nel proprio campionato e al contempo andare in fondo in UCL serve un attacco che abbia un forte peso realizzativo;
- è fondamentale avere una rosa in cui nei ruoli chiave siano presenti 2 titolari, in maniera tale da avere piena autonomia di scelta nelle turnazioni senza il timore di perdere punti in campionato;
- il giocatore in questione è il profilo perfetto da affiancare a Dybala se si vuole puntare a grandi obiettivi. Fisicamente fortissimo, esperienza internazionale di primo livello, schierabile al centro dell’attacco e con intelligenza tattica finissima nel disimpegnarsi, se necessario, per creare spazi di inserimento per i compagni.
D’altro canto, l’operazione Higuain segna certamente una discontinuità netta rispetto al modus operandi dell’attuale dirigenza bianconera. L’argentino ha 28 anni e il suo costo è effettivamente pesantissimo. La spesa non può essere considerata un investimento (a livello economico) poichè al termine del contratto il valore del suo cartellino sarebbe fortemente deprezzato, per l’enormità del costo iniziale e per l’età del calciatore. E’ ovvio quindi che in questi giorni, fra noi juventini, si sia dibattuto aspramente in merito all’opportunità o meno dell’acquisizione del calciatore in questione. Le argomentazioni “contro” sono sia di natura tecnica sia di natura economico/finanziaria. Diciamolo fin da subito, in entrambi i casi mi trovano in profondo disaccordo.
Riguardo le prime, le argomentazioni consistono nel considerare il giocatore, seppur fortissimo, non facente parte della strettissima cerchia dei campioni assoluti (a scapito del suo costo elevatissimo); inoltre si dice che non sia mai stato determinante quando conta. Ora, Gonzalo Higuain ha segnato nelle sue tre stagioni al Napoli 91 (novantuno) goal in 146 presenze, con un’importante numero di assist (26) per una punta centrale. Numeri pazzeschi, se si considera il fatto che sono numeri fatti in Serie A (dove un attaccante, ancora oggi, trova sempre vita dura). In merito alla sua capacità o meno di essere determinante, posto che il giocatore non ha avuto storicamente grandissime possibilità di giocare molti match “di vetrina”, lo juventino (me compreso dunque) ha la tendenza a misurare la forza di un attaccante analizzando le sue prestazioni contro la Juve. Ora, valutare la qualità di un attaccante prendendo spunto dalle performance contro l’attuale difesa bianconera è come voler misurare la sicurezza di un’auto effettuando il crash test al quadruplo della velocità standard prevista dalla prova. La difesa della Juve è gaussianamente non normale e non può esser presa come riferimento. Per il resto, Gonzalo Higuain ha segnato ovunque (anche contro di noi, per la verità) in Europa, in nazionale e nei campionati precedenti il suo approdo al Napoli: nell’ultima Liga, Higuain ha segnato con la casacca del Real Madrid 16 reti in 28 presenze. Direi che basta.
L’obiezione economico/finanziaria è a mio avviso più congruente e sostanziale. Per questo merita una trattazione un po’ più articolata. Per acquisire la titolarità delle prestazioni sportive di Gonzalo Higuain, è probabile che la Juventus debba pagare cash la clausola contrattuale di rescissione con la sua attuale società. Significa un costo all’incirca di 94 milioni da riconoscere in due tranche. Per ciò che riguarda l’ingaggio, si sostiene che al giocatore verrà riconosciuto un compenso annuo di circa 7.5 milioni netti, che equivalgono ad un costo per la società di circa 15. Prevedendo una durata contrattuale di 4 anni, il costo a bilancio sarà pari a circa 38 milioni. Ciò non varierà anche nel caso in cui l’uscita cash sarà attenuata da contropartite tecniche: questa eventualità avrà impatti di cassa, ma a bilancio gli importi rimarranno invariati. Il costo dell’operazione è probabilmente disallineato rispetto alla nostra attuale potenza di fuoco (sottolineo, attuale). Per completezza aggiungiamo che, come abbiamo già accennato, si tratta di un’operazione da un punto di vista economico/finanziario “a perdere”. Il costo infatti non potrà essere recuperato da una futura cessione perchè non compatibile con l’età che il calciatore avrebbe a fine contratto.
Ora, fatte salve le riserve tecniche (ma su Higuain?) i giudizi riguardanti gli aspetti economico/finanziari, seppur logici e corretti, lasciano il tempo che trovano. Un’operazione da un punto di vista economico/finanziario è esattamente definibile e quindi oggettivamente valutabile. Detto ciò, se c’è una cosa su cui metterei la mano sul fuoco a proposito di Beppe Marotta è certamente la sua capacità di far di conto in materia calcistica. E se dovessi mettere la mano sul fuoco per Agnelli, lo farei non certo per la sua capacità di gestire i rapporti matrimoniali bensì per le sue capacità di manager di altissimo livello. Il Presidente Agnelli, qualora questa operazione andasse in porto nei termini di cui abbiamo discusso, agirà certamente con l’avallo dell’azionista di riferimento anche e soprattutto alla luce dei principi prudenziali che devono contraddistinguere le letture dei fenomeni economici in un’azienda. In altre parole, è certo che saranno state fatte tutte le valutazioni del caso anche considerando gli scenari peggiori. E giusto per prevenire eventuali obiezioni, una eventuale cessione eccellente prescinde totalmente da questa operazione, proprio perché allo stato attuale non ne sono previste e la Juventus ha ugualmente messo in cantiere l’acquisto dell’attaccante argentino.
L’attuale dirigenza, oltre ad aver compiuto il miracolo sportivo dei cinque scudetti consecutivi, è l’artefice del miracolo gestionale di aver traghettato una società con bassissimi ricavi, ingenti perdite e con un importante passivo di bilancio all’eccellenza mondiale. Ammesso che questa operazione vada in porto, possiamo ragionevolmente supporre che sanno valutare l’impatto del costo di un calciatore. La mia preoccupazione è semmai inversa, cioè se, così come si sono evolute le cose, l’operazione non dovesse concludersi. Sul pagamento della clausola la Juventus, a mio avviso tardivamente, si è dichiarata non disponibile. Vedremo come andrà a finire, nei prossimi giorni o settimane verrà fatta chiarezza. In ogni caso, se l’operazione dovesse andare in porto, clausola o meno, a mio avviso verrebbe costruita una delle Juventus più forti di sempre. Il colpaccio in Europa non sarebbe più impensabile e dopo quanto successo nel 2006, la possibilità che per noi tifosi, per Buffon, per tutti quei campioni che sono gli artefici dei cinque scudetti o di una parte di essi, per lo stesso Agnelli, di tornare sulla vetta d’Europa è un bi(sogno) irresistibile. E quindi torno tifoso, gobbo e affamato.
Nun ci scassat’u’cazz, voglio vedere Willy Wonka con il 9 bianconero.
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