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Povera Italia, poveri romanisti

Quelli che affermano che il nostro Paese è arrivato sull’orlo del baratro sono degli ottimisti. In realtà la bella Italia sta già precipitando, e tra poco toccherà il fondo in mezzo alla disperazione generale. Solo allora i nostri cari governanti inizieranno a capire che sarà terminato il momento del loro egoismo, del loro trastullarsi con le “cavolate”, tipo il calcio, e forse inizieranno ad avere paura. Paura che il loro benessere, atavicamente cresciuto sulle spalle del povero cittadino, finisca con gravi conseguenze.

Prima di arrivare ai fatti, puntualizzo che il calcio “è una cosa seria”, un gioco a cui regaliamo il nostro cuore ed il nostro amore, ma rispetto ai problemi sociali che ci stanno sommergendo, penso alla disoccupazione galoppante in continua crescita (in terribile aumento i suicidi causati dalla perdita del posto di lavoro), è giusto chiamarlo una “cavolata”, un passatempo, un gioco, una passione domenicale ed infrasettimanale. Per i nostri cari politici non è così: per loro è la preoccupazione principale, il chiodo fisso, soprattutto quando l’obiettivo da colpire è bianconero.

I fatti. Finisce la partita Genoa – Juve ed un politico romanista del PD, scrive su Twitter:

Salutate la capolista, ladri!” (con allegata fotografia del tabellone dello Stadio Olimpico di Roma in cui compare il risultato finale di Genoa – Juventus 1-0 ndr) con chiaro riferimento ai tifosi juventini.

Si scatenano decisamente i tifosi bianconeri, con riposte più o meno pepate, tra cui quella del sottoscritto che scrive: “Curioso che un politico utilizzi la parola ladro. E’ la vs attività ufficiale da secoli nei secoli”, non riferendomi a lui ma a tutta la categoria politica. Credo che la realtà che viviamo da anni non smentisca, ahimè, queste mie parole, sicuramente infiammate in quel momento dalla violenza del tweet di questo signore.

Io vivo in una città in cui la politica ha svuotato, letteralmente, una banca, distruggendo la realtà sociale cittadina, comprese le squadre di basket e di calcio: parlo di Siena, per chi non lo avesse capito. Il fatto comico spunta il giorno seguente quando quelli del PD, con un comunicato indignato, accusano i tifosi juventini di gravi offese verso il suddetto politico, confermando che difenderanno la sua immagine con tutta la loro forza e in tutte le sedi.

Io ricordo loro che “chi semina vento raccoglie tempesta”, soprattutto quando a seminare il vento, ponentino in questo caso, è una persona con un ruolo che dovrebbe calmare gli animi invece di esasperarli. Il politico in questione, invece, si è travestito da “guappo” e come il bravo Rugantino ha sfidato i tifosi bianconeri a duello.

Invito raccolto.

Vorrei trasmettere il mio pensiero sia a livello sociale/generale, sia a livello calcistico. Ormai è abitudine da parte di opinionisti, calciatori stessi, uomini dello spettacolo e della politica, sparare con rabbia sulla Juve, con frasi di una violenza terrificante, che non possono essere giustificate in nessun modo. Mi viene in mente una frase recentemente pronunciata da qualcuno in una trasmissione di Bonolis: “In Italia esiste la mafia, la camorra, la ndrangheta e la Juventus”. Mi vengono in mente le parole di De Sanctis, il portiere romanista che giocava a Napoli con “l’angelo custode” di malaffare dietro la porta. Mi vengono in mente anche le frasi dei vari Taormina, Luca Telese, con la loro lucida follia nel commentare le gesta dei nostri eroi bianconeri e le nostre vittorie ottenute invece sul campo. E mi vengono, infine, in mente le varie richieste d’interrogazioni parlamentari dei politici romani, soprattutto in seguito alla ormai storica partita “der gol de’ Bonucci”, che potrebbe andare addirittura a sostituire quella del 1981, “der gol de’ Turone”.

Deliranti tweet, deliranti interviste di noti politici ci hanno sommerso in questo periodo.

Ma questi signori capiscono che le loro parole possono istigare le folle del calcio, che si dividono in tanti stereotipi, tra cui quelli che possono andare alla stadio con una spranga o addirittura con un revolver (Roma, ricordi?). Questi signori politici capiscono che le loro affermazioni da ultras non rimangono chiuse in un’osteria di Trastevere, ma vengono divulgate a ruota libera in tutte le trasmissioni nazionali? Ma questi signori politici capiscono che la nostra Povera Italia sta diventando la nuova Argentina, quella che si armò di forconi, e che il cittadino li ha votati per pensare alle cose serie e non al giocattolo calcio?

Vergognatevi allora, ed agite, invece di dare modo all’italiano di continuare a pensare che il politico resterà per sempre un egoista e ladro.

Dal punto di vista calcistico mi viene da dire che l’unico errore cha ha commesso Rocchi in quella partita è stato il rigore non concesso a Marchisio, che lo ha frastornato e confuso nelle decisioni ballerine degli altri episodi determinanti. Decisioni, a mio avviso, comunque giuste (da regolamento come ha confermato Nicchi). Ma Juve -Roma è stato la punta dell’iceberg di quel clima di odio antijuventino che è ripreso esattamente dal primo scudetto dell’era Conte, da quando la Signora è tornata antipatica e vincente, tutto l’esatto contrario di quella della serie B, e della Triade Blanc, Cobolli e Gigli. Eh si, perché i politici romani si stanno dimenticando che la Juve è stata spedita nel purgatorio della B, e tutti sappiamo come e, dunque, non ci tornerò sopra.

Ricordo solo ai romani de Roma che anche il loro caro Tempestilli aveva il “telefono caldo”, ma nessuno, stranamente, lo ha mai saputo.

L’obiettivo nazionale, quello di distruggere la Juve, riuscì in pieno nel 2006, ed adesso si stanno cercando le basi per concedere il bis, ai danni di una squadra che ha dominato in Italia negli ultimi tre anni, e che continua a fare la sua parte anche in questo Torneo. E allora “daje all’untore”, ai seguaci di Moggi, al potere di Agnelli, a quelli che “vincono le partite” con il portafoglio (cit. Ignazio La Russa), agli arbitri che “recano vantaggio” (Aggiottaggio) e via dicendo.

Calmatevi signori della penna, signori delle Tv e signori del Parlamento, che Ciro Esposito potrebbe essere il primo di una lunga serie di possibili futuri drammi, causate dall’odio delle vostre parole.

Se vincerà la Roma con merito, ed è possibile, io sarò il primo ad inchinarmi, come sempre ho fatto da quando seguo il calcio. Solo una volta mi sono ribellato, pagando le conseguenze: di fronte allo scandalo Calciopoli, che tutti voi, signori del Parlamento (e non solo), avete dimenticato di proposito.

E allora mi rivolgo ancora a voi, cari politici: quando passerete di fronte ad una bottega del centro, oppure ad una fabbrica di periferia chiuse per fallimento, quando leggerete del prossimo padre di famiglia che si leva dal mondo perché non sa più come aiutare i figli, invece di pensare a Juve Roma, andate a cercare di risollevare le sorti di uno Stato moribondo.

E’ probabile che qualche italiano fiducioso nei vostri confronti è rimasto, ma sono veramente pochi.

La maggior parte continua a gridare: “Vergognatevi!!”.

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