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Il problema del modulo

Prendo spunto dall’ottimo pezzo di Alessio Valeri post Atletico – Juve per dire la mia sulla partita di ieri e in particolare sul problema del modulo che (giustamente, direi) sta molto a cuore all’autore.

Capitolo Atletico:

oggi tutti a dire che è una squadra che pensa solo a distruggere, che fa catenaccio e via di questo passo. BALLE! Prima di tutto non si ottengono i risultati e le vittorie dell’Atletico Madrid in campo nazionale e internazionale pensando solo a distruggere il gioco, e comunque chi la segue da qualche anno sa che l’anno scorso, in particolare in autunno, era la squadra che giocava il più bel calcio d’Europa: andate a vedere il derby al Bernabeu di Liga della scorsa stagione per vedere dove recuperano palla in fase di transizione quando segnano il gol con Diego Costa.

Quest’anno hanno difficoltà maggiori perchè Mandzukic non è Diego Costa e non ha le sue caratteristiche di incursore, è un centravanti che predilige palla addosso e magari già in area mentre Costa amava gli spazi in cui ripartire (e infatti è perfetto per Mourinho oltre che per Simeone, e si sta vedendo in Premier!). In effetti già in Grecia alla prima giornata di Champions League questa difficoltà è uscita, vedremo nel prosieguo se Simeone troverà nuove soluzioni.

Capitolo Juventus:

credo che la sconfitta di ieri, così come ormai troppe volte in Europa, sia da imputare in primo luogo a errori singoli: la fase difensiva della Juve, checchè se ne dica, non è mai stata perfetta in questi anni, in serie A se anche sbagli qualche volta ti bastonano raramente (è successo solo a Firenze l’anno scorso che ci hanno segnato in quasi tutti gli errori difensivi, e infatti ne abbiamo presi 4), in Europa invece sappiamo che non è così: da Drogba a Ronaldo, da Snejder a Garay passando per Briand (non ditemi che vi siete dimenticati il gol assurdo preso a Torino dal Lione) e via dicendo, fino ad arrivare ad Arda Turan di ieri. Tutte reti con almeno un errore individuale di un singolo difensore da matita blu: ieri senz’altro Lichsteiner si fa sorprendere all’interno da Turan che gli era 3 metri dietro quando lo controllava fuori area, ma anche il cross è partito dopo che Juanfran ha avuto tutto il tempo di controllare, guardarsi indietro, vedere chi c’era in area, prendere la mira e calciare in totale tranquillità e libertà. Chi lo doveva contrastare? penso Evra, ma magari in quel frangente toccava a Pogba, in ogni caso chiunque fosse ha dormito abbondantemente.

Ribadisco: errori tecnici spesso individuali dovuti a disattenzione. Purtroppo torniamo al ragionamento di Capello: la serie A non è allenante, per il semplice motivo che qui puoi sbagliare ma non ti puniscono se non una volta su 10, all’estero al primo o al massimo al secondo errore sei già castigato. E allora chiediamoci: quanti errori difensivi ha commesso ieri la retroguardia dell’Atletico? sfido chiunque a trovarne uno solo di tipo macroscopico come i nostri, e allora ammettiamolo, invece di continuare col solito refrain che “giochiamo alla pari ma siamo sfortunati”: no! Gli altri sono più bravi perchè sbagliano meno di noi, ieri è andata così, come molte altre volte in coppa.

Veniamo ora al discorso del 3-5-2: personalmente credo che sia del tutto insignificante stabilire se quando siamo attaccati abbiamo una linea a 3 o a 4 o a 5 o anche a 6, è tutto relativo, dipende poi da tantissimi fattori: linea alta o bassa, palla di lato o centrale, lato forte o lato debole, scalata in avanti del terzino o meno eccetera eccetera, le possibilità sono molteplici e anche chi difende a 4 spessissimo ha un uomo in più che arretra sulla linea a coprire o a fare la famosa diagonale.

Quello che invece sostengo da molto tempo è che in fase di impostazione emergono invece tutti i limiti di questo schieramento, soprattutto come lo facciamo noi, cioè con 3 difensori centrali coi piedi tipici di quel ruolo, d’altronde di Tiago Silva non ce ne sono molti in giro.

Sì, Bonucci ha piede più educato dagli altri, ma il suo lancio lungo serve a poco in Europa, anche perchè molte squadre fanno ancora il fuorigioco fatto bene (Malmoe e Benfica per esempio) mentre in serie A più nessuno lo applica come costante arma difensiva. E poi ci sono i 2 centrali di destra e sinistra, e qui a livello di impostazione di gioco c’è da stendere un velo pietoso. Dico la verità: tutte le volte che vedo Chiellini salire nella metà campo avversaria e ricevere palla nella posizione della mezzala sinistra ho i capelli che mi si rizzano: il passaggio oltre i 10 metri dai suoi piedi è un terno al lotto; quello nei 10 metri, comunque mai di prima, non serve assolutamente a nulla a livello di pericolosità, anzi rallenta solo il gioco.

E’ qui il punto a mio avviso: non possiamo più permetterci ben 3 giocatori con queste caratteristiche, ma dobbiamo ridurli assolutamente a 2, e farli salire nella metà campo avversaria SOLO in caso di transizione alta con marcatura preventiva asfissiante, MAI per impostare l’azione. Ma Godin e Miranda (che pure ha ottimi piedi da brasiliano) li avete visti una volta passare la metà campo a impostare l’azione palla al piede? E i 2 centrali della Roma, che non può essere accusata di non fare un buon calcio, li avete mai visti salire a ricevere palla nella trequarti avversaria? O Kompany e Demichelis del City l’altra sera? Nessuno, salvo che non si chiami Tiago Silva o Mascherano, porta alto un difensore centrale a fare l’impostazione del gioco nella metà campo avversaria, e il problema è che gli allenatori avversari lo sanno bene e lasciano la marcatura “a invito” davanti a Chiellini, cioè lo lasciano libero di avere 30 metri davanti per salire perchè tanto sanno che in quella posizione non è e non sarà mai di nessuna pericolosità.

Siccome poi il calcio si gioca in 11 è ovvio che se invece che averne 2 (come tutti quelli che giocano a 4) con quelle caratteristiche tecniche, ne vuoi avere 3, ecco che ti mancherà sempre un uomo in zona pericolosa, con un buon tocco di palla, che possa fare maggiormente male agli avversari quando anche giochi alla pari a livello di controllo del gioco, come ieri a Madrid. Qualcuno pensa che sia un caso che l’unica azione portata con una certa pericolosità in area spagnola è stata quando Pereyra è entrato al posto di Caceres e proprio dal piede dell’argentino è partito un filtrante per Lichsteiner in area?

Ricapitolando: a me interessa poco se davanti si gioca a 3, col trequartista, con le ali, con l’albero di natale o in chissà quale altro modo, a me interessa che i difensori centrali siano 2 e facciano i difensori, che già a far quello spesso sbagliano fin troppo. Smettiamo di regalare un uomo agli avversari in fase offensiva.

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