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Roma – Juve 1-1: un pareggio che poteva essere vittoria

Alla vigilia di questo match così importante, poiché una vittoria della Roma avrebbe chiaramente complicato di molto le cose ai bianconeri, neppure i pazzi avrebbero sdegnato un pareggio. Eppure ci ritroviamo qui ad analizzare un risultato di parità, che permette di rimanere in testa alla classifica con 9 (o 9,5 visto lo scontro diretto a favore) punti di vantaggio sulla stessa Roma, come se avessimo giocato per 90 minuti con Buffon migliore in campo. Perché? Perché se hai il merito di passare in vantaggio e il demerito di farti pareggiare, per i catastrofisti vale soltanto il secondo e così in una partita dominata tatticamente (che non vuol dire 70% di possesso palla e 20 tiri a tempo) per più di 70 minuti, quelli che verranno sempre e solo considerati saranno quei 15-20 in cui la Juventus ha faticato.

Nel primo tempo il copione sembra quasi identico a quello con il Borussia Dortmund in Champions League, con la differenza che i giallorossi vengono affrontati con il 3-5-2 e un centrocampo senza Pirlo e Pogba. Allegri è sottovalutato da molti e per cui ci si aspetta sempre la sbandata tattica, come se le partite non le sapesse preparare. Nulla di più sbagliato e infatti la Roma in tutto il primo tempo non tira una volta in porta. Non una. Mai una volta pericolosa. La Juventus ha tutti i meriti ed è praticamente perfetta nelle uscite sui portatori di palla e sui raddoppi, non lasciando mai spazio alle spalle della difesa da far attaccare ai vari Gervinho e Ljajic che potrebbero essere lanciati dall’italiano più forte di tutti i tempi e non accetto neanche io discussioni oddio che forte mamma mia ho paura Totti. I bianconeri però non giocano per il pareggio e vogliono vincerla, così quando il pallone è sui loro piedi attaccano in velocità, anche se in maniera diversa da quello fatto vedere con il Borussia Dortmund. Con la squadra di Klopp Tevez e Morata erano posizionati più vicini sul terreno di gioco e sulla prima palla puntavano direttamente la difesa dei tedeschi, con il trequartista a supporto. Con la Roma invece Tevez è disposto più dietro rispetto all’attaccante spagnolo, lasciato praticamente sempre da solo contro i due difensori della Roma, molto bravi in situazioni di campo aperto e infatti il povero Alvaro male non fa, ma da solo difficilmente può dire la sua. L’attacco è più manovrato e meno verticale, pur sempre veloce, ma con più sbocchi sulle fasce vista la posizione più avanzata di Lichtsteiner ed Evra e con una mezzala a turno obbligata a supportare gli attaccanti vista la mancanza del trequartista. La Juventus crea un bel po’ di situazioni pericolose, ma le vere occasioni non sono tantissime: arriva un quasi autogoal di Manolas che rischia per non far giungere il pallone a Morata e un cross di Evra che Vidal non impatta per un millesimo di secondo.

La ripresa si apre con lo stesso andazzo ma i bianconeri non hanno intenzione di affondare il pressing, di alzare il baricentro, nonostante la Roma sia in palese difficoltà, dando la conferma di essere nettamente inferiore alla squadra che sta affrontando. Ciò è comprensibile visto che la partita è stata preparata in una certa maniera e solo una delle due formazioni ha l’obbligo di portare a casa i tre punti. La Roma non riesce a trovare sbocchi nella propria manovra, la Juventus riparte un’altra volta e Vidal (buona partita la sua) trova da posizione defilata un gran sinistro che esce di un nulla. Al minuto 17 Torosidis si fa buttare fuori per doppia ammonizione dopo un tocco su Vidal lanciato in area di rigore. L’arbitro non perdona e dopo aver risparmiato nei primi 5 minuti due gialli nettissimi a De Rossi e Totti, comincia ad ammonire a ogni entrata più dura del normale. I calciatori puniti con il cartellino giallo sono tanti, a tal punto da far pensare che ogni fallo ulteriore di uno di questi potesse costare l’espulsione. Non è il caso di Torosidis, espulso in maniera più che corretta. Sulla stessa punizione si appresta a calciare Carlos Tevez: l’argentino prende la rincorsa e la piazza sopra la barriera, con De Sanctis che resta a guardare immobile. 1 a 0 e partita in discesa. Come no…

Dopo il goal per 10 minuti la Roma si dimostra letteralmente distrutta. Possesso palla sterile, nessun tiro pericoloso, difficoltà a lanciare gli attaccanti, palloni persi in maniera banale e contrattacchi della Juventus sempre più letali, ingenua però a non saper chiudere il match in questo lasso di tempo. Con Pogba acciaccato, come lo stesso Vidal che era in dubbio, senza Pirlo e con Sturaro out, i cambi a centrocampo non possono essere fatti e così la Juventus accusa un fisiologico calo in cui per 5 minuti non riesce più a far sentire la propria presenza. In questi minuti i bianconeri commettono l’altra ingenuità, ossia il non saper limitare i danni usando la testa. Vengono commessi falli su falli e la Roma butta in area 3-4 palloni pericolosi: in uno Manolas impegna Buffon, in un altro Keita approfitta di una dormita di Caceres (l’ennesima su calcio piazzato degli uomini di Allegri) e fa goal. Un po’ da ridere, a dire il vero, anche perché il colpo di testa non sembra pericolosissimo, Marchisio può intervenire per spazzare, lo fa male e impedisce anche a Buffon di poter parare. 1 a 1 e tutti sappiamo cosa potrebbe succedere nei 10 minuti finali.

Sì, perché le difficoltà di questa Juventus (e per questa si intende la Juventus degli ultimi anni) è sempre stata quella di non riuscire a chiudere le partite quando ne ha la possibilità, avendo poi difficoltà nel gestire il risultato quando gli avversari ormai avendo subito goal hanno poco da perdere. In più ci si aggiunge questa sorta di incapacità nel difendere bene sui calci piazzati che peggiora la situazione. La Roma infatti prima del goal non era mai stata pericolosa e solo un calcio di punizione buttato all’interno dell’area di rigore li ha rimessi in gioco. La partita a quel punto diventa un mezzo incubo, perché gli uomini di Garcia provano il tutto per tutto per portarla a casa sfruttando il vantaggio psicologico, mentre per i bianconeri ogni pallone scotta. Coman entra e pecca di inesperienza, Padoin per Lichtsteiner non cambia nulla a 3 minuti dalla fine, mentre ogni accelerazione di Gervinho e Iturbe rischiano di essere sempre pericolose visto che i marcatori tra Vidal, Evra, Chiellini e in aggiunta Marchisio sono tutti ammoniti e non possono azzardare il minimo contatto. Come al solito ci complichiamo la vita da soli, il goal subito fa particolarmente male e gli avversari ci credono. Alla fine la Roma si rende pericolosa soltanto con una buona giocata di Iturbe che poi calcia male sul fondo.

Nelle ultime due partite Allegri ha detto la sua a livello tattico contro due squadre difficilissime da affrontare, impostando sempre bene la squadra, brava a eseguire gli ordini. I problemi di questa Juventus li conosciamo: difficoltà sui calci piazzati, difficoltà nella gestione del vantaggio e nel chiudere la partita, uccidendo le speranze dei rivali. Adesso arriva la Fiorentina, in casa, sperando di continuare a mostrare questa supremazia anche in Coppa Italia e, soprattutto, sperando che un episodio sfortunato o un ingenuità non rimettano in gioco gli avversari.

Fino alla fine…

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