Manca un punto. Accidenti, un misero, insulso, piccolo punto. Dalla sera di Bergamo la Juventus rincorre la certezza di avere raggiunto la leggenda. Il derby tra i piedi, fastidio allo stato puro, ha rinviato l’appuntamento. Stasera l’ennesima occasione si presenta di fronte ai bianconeri, e una regia generosa e genialoide fa confluire l’attenzione sulla Città Eterna (ne siamo sicuri, dato che da 20 anni le varie giunte capitoline si alternano nell’intento comune di distruggerla?).
La Roma è stata per tutta la stagione la più degna e costante rivale di Madama, un giusto Fato vuole che la Roma sia arbitra del destino scudettato. Di più: a Roma si decidono nel breve volgere di 3 giorni le sorti di traguardi impensati e sconosciuti. Domenica di possibili, probabili, verdetti, dunque. In preparazione di un altro traguardo, nella finale di Coppa Italia. Sempre a Roma, ma guardando in faccia l’altra squadra capitolina. Per non farsi mancare nulla, per non fermarsi mai, perché il destino dei vincenti obbliga a rincorrere le vittorie senza sosta, con attimi di gioia profonda ma passeggera. Ci si ferma qui: perchè al 3 giugno mancano ancora alcuni giorni. Non ce lo siamo certo dimenticato, eh!
Questa è la Juventus, bambole! E noi che la amiamo come se fosse nostra madre (auguri alle mamme, a proposito!), ne siamo intimamente consapevoli.
Roma – Juventus è da sempre lo scontro tra chi è e chi vorrebbe essere; tra chi guarda dall’alto in basso e chi ha qualcuno al di sopra (mortacci sua); tra chi vince e chi lo farà il prossimo anno, di anno in anno. Poco da fare: è una legge tra quelle non scritte, ma di una costanza impressionante.
Nello specifico, le due squadre si presentano al big-match con qualche problemino. La Roma deve fare a meno di Dzeko, assenza pesante, ma recupera in extremis Nainggolan e De Rossi. Spalletti, con ogni probabilità ad una delle sue ultime partite interne sulla panchina giallorossa, schiera: Szczesny in porta; Emerson, Manolas, Fazio e Rudiger linea difensiva; Paredes, De Rossi e Nainggolan a centrocampo; Perotti trequartista dietro El Shaarawy e Salah di punta, secondo un 4 – 3 – 1 – 2 di attacco.
Allegri centellina le energie e gestisce gli imprevisti. Se per Khedira l’appuntamento è per Bologna, in prospettiva Cardiff, per Marchisio il recupero pare più veloce, confermato pure dalla convocazione romana. Corre l’obbligo di far fiatare le punte, reparto con scarsità di cambi. Si delinea la seguente formazione: Buffon tra i pali; Lichtsteiner, Bonucci, Benatia (fresco di riscatto ed ex della gara) e Asamoah a 4 in difesa; Cuadrado, Lemina (Rincon), Pjanic (ritorno all’Olimpico con o senza polemica?) e Alex Sandro, 4 di centrocampo; Mandzukic e Higuaín a formare un 4 – 4 – 2 che lascia Dybala in panca.
La Roma si deve guardare dietro dal ritorno prepotente del Napoli. Il secondo posto non è soltanto platonico, ma ha implicazioni economiche di assoluta importanza. Un punto non potrebbe bastare alla truppa di Spalletti. Dall’altro versante, quel punto rappresenta il coronamento di una cavalcata che da 6 anni non conosce sosta. E con tutti gli annessi e connessi, coppe e portaombrelli, trofei e bacheche riempite.
Forza Juve, dalla leggenda in Italia alla storia in Europa: questo il tuo e nostro destino. È ora di concretizzare.
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