Cari fratelli e sorelle bianconere diciamo tutti assieme TRENTATRE. Si, avete sentito bene, non è uno scherzo. La Juve si laurea Campione d’Italia per la 33° volta nella storia, la quarta di fila. Dalla stagione 2011/12 c’è solo una squadra che detta legge in Italia e che domina in lungo e in largo il campionato di Seria A. Una squadra nata dalle ceneri di quella che arrivava da ben due settimi posti e da una società che, dopo la farsa di Calciopoli, non è stata capace di riportarla là dove le compete, ovvero sul tetto d’Italia.
Alla squadra di Allegri basta un punto per portare a casa il titolo con ben quattro giornate d’anticipo e a tre giorni dalla sfida con il Real Madrid nella semifinale di andata di Champions League. Dopo la sconfitta subita al Tardini contro il Parma, prima della partita di andata col Monaco, molti pensavano che i giocatori potessero avere la testa rivolta all’incontro di martedì, rimandando così la conquista del titolo. Ciò non è successo, la squadra è scesa in campo rischiando pochissimo e sfoderando una prestazione autoritaria contro la Sampdoria, una delle squadre rivelazione del campionato che era ancora imbattuta in casa come la Juve. La squadra di Mihajlovic, che ha raccolto soltanto 3 punti nelle ultime cinque partite, cerca fin dai primi minuti di mettere sotto i bianconeri, pressando alto e cercando di sfruttare la velocità di Muriel e la tecnica di Eto’o per pungere la difesa avversaria. Nei primi dieci minuti si segnalano soltanto le conclusioni di Soriano e Obiang che finiscono entrambe a lato. In realtà è la Juve ad avere il controllo del match con un giro palla che parte dalla difesa per innescare le due punte Tevez e Llorente e favorendo gli inserimenti dei centrocampisti, in particolare di Sturaro, tra i più propositivi. La squadra blucerchiata, tuttavia, è ben disposta in difesa e bisogna arrivare al minuto 20’ per registrare la prima conclusione in porta della squadra bianconera, ad opera di Llorente che di testa manda la palla fuori di poco.
I minuti passano e i bianconeri insistono nel cercare il gol per sbloccare il risultato: ci prova Vidal ma la palla arriva tra le braccia di Viviano; si arriva al 32’, dalla destra parte un cross di Lichtsteiner e in area arriva ancora Vidal che di testa manda la palla in rete. Si giunge così alla fine del primo tempo sul risultato di 1-0.
Il secondo tempo inizia con la Juve che cerca di gestire il vantaggio mentre la Sampdoria cerca di aumentare la pressione ma la musica non cambia: gli uomini di Allegri mantengono il pallino del gioco e sfiorano più volte il raddoppio ma le conclusioni di Marchisio prima e di Tevez dopo non creano grossi problemi a Viviano. Mihajlovic decide di cambiare qualcosa e manda in campo Bergessio al posto di Rizzo ma per trovare un’occasione loro favorevole devono attendere l’errore dei bianconeri, che arriva al 20’ con Vidal. Il cileno regala il pallone ad Eto’o che può partite in velocità verso la porta mettendo Bergessio in condizione di tirare in rete. Bonucci sceglie il tempo giusto per intervenire e con una provvidenziale scivolata devia la traiettoria del pallone, mandandolo alto sopra la traversa.
Dopo il rischio corso Allegri decide di mettere in cassaforte il risultato e, a circa 15 minuti dal termine, manda in campo Chiellini, passando alla difesa a tre, e Morata, rispettivamente al posto di Pereyra e Tevez, mentre Mihajlovic inserisce Duncan al posto di Obiang, per sfruttarne la potenza di tiro. Da lui arriveranno infatti due conclusioni: la prima non crea grossi problemi; la seconda, su calcio piazzato, costringe Buffon a togliere il pallone dall’angolino. Da qui al termine non si registreranno altri tiri in porta da parte della Samp, anzi sarà Coman, subentrato al posto di Llorente, a tenere impegnata la difesa blucerchiata.
Arriva il 93’ l’arbitro fischia la fine e può così iniziare la festa. Ma si tratta di festeggiamenti moderati perchè martedì c’è già una nuova sfida per i neo quattro volte campioni d’Italia. Allo Stadium arriva il Real di Ancelotti per cui sotto con gli allenamenti, c’è il sogno Champions da continuare a coltivare.