La frase spesso pronunciata sui social o davanti alle telecamere da parte dei nostri giocatori: “È una sconfitta che ci farà crescere” non è più classificabile nemmeno nella categoria “Retorica spicciola”. Se la squadra imparasse davvero dai propri errori, prestazioni come quella di oggi a Marassi, sarebbero andate in soffitta da tempo immemore. E invece capita di commettere puntualmente gli stessi errori che portano risultati negativi.
Con il Benevento, il gol di Ciciretti sembrava aver gettato la squadra in una confusione tale da costruire sì decine di palle gol, ma anche da sbagliare puntualmente la soluzione decisiva: uno stop non riuscito, un tiro telefonato, un assist troppo lungo o troppo corto, un controllo impreciso che favorisce il ritorno avversario. Oggi la Samp non è passata subito in vantaggio, è stata a tratti domata dal giro palla dei nostri, eppure sono riusciti ancora una volta a sbagliare tutto quello che c’era da sbagliare, andando negli spogliatoi sullo 0-0 invece di un meritatissimo vantaggio. Il giorno in cui impareranno davvero a concretizzare la grande mole di gioco prodotta, forse l’uomo avrà costruito il primo centro abitato su Marte.
Tornati in campo dopo l’intervallo, si ripropone poi la solita Juve molle e distratta. E anche in questo caso, per capire cosa succeda in quei 15 minuti, avremmo forse bisogno di affidarci a qualche branchia della psicologia che oggi non è stata ancora studiata. Il gol del’1-0 di Zapata ha davvero dell’incredibile se si pensa a cosa la squadra Campione d’Italia e vice-Campione d’Europa riesce a combinare in meno di 30 secondi: Asamoah non getta via una palla sanguinosissima al limite dell’area, Bernardeschi si mette in mostra per un assist a campanile a Zapata (forse avrebbero dovuto spiegargli che gli assist deve farli a Higuaín) che non viene minimamente ostacolato da Lichtsteiner e sul cui colpo di testa Szczesny non prova nemmeno un accenno di intervento. Al minuto 52 ci sarebbe tutto il tempo per rimediare tanto che la difesa blucerchiata ci concede un contropiede 3 contro 1, che solo la già menzionata atavica incapacità di finalizzare dei nostri riesce a buttare alle ortiche. A questo punto va in onda un altro film già visto. La squadra molla totalmente, esce dalla partita e la Sampdoria che è una squadra con una cifra tecnica e tattica al di sopra della bassa media della Serie A, ce ne rifila altri due in meno di venti minuti. I successivi gol di Dybala e Higuaín sono solo il rimpianto di cosa avrebbe potuto essere il pomeriggio genovese, se la squadra non fosse caduta nei suoi soliti difetti.
L’arbitraggio di Guida è stato mediocre (inconcepibile l’ammonizione a Bernardeschi) e la sua ottusità nel non voler consultare il Var, in occasione del tocco di mano di Strinic al termine del primo tempo, anche peggio. Questo però non venga utilizzato come alibi. Non aver chiuso il primo tempo in vantaggio ed essere crollati nel secondo, rientrano nel dominio di responsabilità di chi indossava la maglia bianconera. E se si ricade sempre negli stessi errori, forse anche chi siede in panchina, nonostante gli indubbi meriti che ha avuto nei trionfi degli ultimi anni, qualche considerazione deve cominciare a farla.
Occorre un cambiamento che permetta di liberare tutto il potenziale (che c’è ed è tanto) anche a discapito di qualche esclusione eccellente (un Mandzukic così giù di corda è proprio imprescindibile?). Mercoledì a Torino arriva il Barcellona, e vincere sarebbe fondamentale per trasformare la trasferta di Atene in un viaggio mordi e fuggi per visitare il Partenone e Piazza Syntagma e non in una sfida cruciale per il passaggio del turno, in mezzo alla gara interna contro l’Inter e alla trasferta di Napoli. Se considerate i prossimi impegni quindi, comprenderete ancora di più la necessità di invertire radicalmente il trend, perché sbagliare da adesso in poi significherebbe compromettere la stagione in maniera quasi irrimediabile. A oggi nulla è compromesso, ma è necessario ricomporre i cocci dopo il tonfo di oggi e alla svelta. Indurre alla squadra una scossa elettrica davvero forte è doveroso, se si pensa che le soluzioni (conservative) adottate finora hanno prodotto un inizio di stagione non certamente esaltante: a quante altre partite gettate al vento dovremo assistere, dopo oggi, Bergamo e quella casalinga con la Lazio? Non so se tre indizi fanno una prova, ma i segnali sono preoccupanti.
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