(Premessa: se la frase che segue l’avessi già usata in precedenza per un altro postpartita portate pazienza, in fondo anche Ligabue sono 30 anni che gira sempre intorno ai soliti 3 accordi).
Avete presente quando si gioca a calcio o calcetto tra amici?
Come funziona all’inizio? Si fanno le squadre.
Pari o dispari, pari mio, dispari tuo, viiiiia!
Chi vince sceglie per primo e la scelta su chi ricade per primo? Sul giocatore più forte a disposizione.
Si, perché alla fine il calcio è uno sport molto semplice e, al di là delle tante chiacchiere e della retorica, se in squadra hai giocatori più forti quasi sicuramente vinci.
Lo so, è una massima alla Max Catalano: meglio una moglie bella, ricca e intelligente che una brutta, povera e pure stupida, ma nel calcio ci sta tutta e dopo il “lanc gheim” di oggi ancora di più.
È tutto più facile per questa Juve, la solita Juve allegriana di inizio stagione con i movimenti e gli schemi da mandare a memoria, se in squadra ha il giocatore più forte della Serie A: non importa se la manovra è un po’ farraginosa, se il centravanti decide di essere in giornata no o se la difesa decide di complicarsi la vita dopo lo 0-2 con un suicidio collettivo volto a ravvivare una partita già chiusa.
Ci pensa Dybala.
L’ha già scritto Alessio Epifani in maniera efficace la scorsa settimana con questo articolo, questo Dybala è un fuoriclasse che da solo decide qual è la direzione che la partita deve prendere.
Si ok, martedì scorso a Barcellona è stato tra i più spenti, come se poi il resto della squadra avesse fatto chissà quale partitone.
Certo, da lui ci si sarebbe aspettato qualcosa in più e io non vi nascondo che a fine partita ero molto ma molto incazzato con lui.
Ma poi si torna a ragionare e si inquadra tutto nell’ottica più logica, ricordandosi soprattutto quanto stia facendo questo Dybala in questo inizio di campionato.
E oggi quanto c’ha messo a indirizzare la partita dove voleva lui? Un quarto d’ora, poi come un falco si è avventato su un assist al bacio del paracarro croato (ricordo che c’era gente che l’anno scorso voleva cederlo per tenere Zaza) seccando Consigli.
Il tutto mentre mia suocera serviva le tagliatelle al ragù e io rischiavo di gettargliele in faccia tipo Fantozzi con Pina in “Fantozzi contro tutti”.
Perché va bene il “lanc gheim”, il mercato cinese da soddisfare (eppure via Pistoiese e il Macrolotto a Prato sono sul nostro stesso fuso orario, vabbè…), le partite spalmate, ma per un KKK (KattoKomunista del Kazz, così mi hanno ribattezzato alcune brutte persone in questo sito) come me il pranzo della Domenica è sacro.
Ma ovviamente la Juve viene prima di tutto.
E allora è capitato, tra un coscio di pollo e una chiacchierata di uscirsene con vari “No, comunque hai ragioPORCA TROIA CHE CAZZO DI GOL TI MANGI???!”, perché come sempre ci siamo mangiati qualche gol già fatto.
Un paio di volte Higuaín, che continua nel suo periodo di forma non proprio smagliante, accentuato poi da un nervosismo che non lo aiuta certo a risolvere la situazione: si inquadrano così non solo i due gol sbagliati, ma anche la testardaggine nel voler andare a testa bassa avventurandosi in azioni impossibili e, purtroppo, alcuni scazzi ingiustificati verso i compagni.
Perché si può passare sopra a tutto, anche ai gol sbagliati (perché i periodi no capitano a tutti), ma quando si è arrabbiato con Alex Sandro per il fallo laterale battuto male ma Dybala aveva già recuperato palla cominciando un contropiede che poteva essere efficace…beh, lui era rimasto indietro per rimbrottare il brasiliano e allora Dybala ha dovuto cercare un’improbabile apertura verso Cuadrado.
E non va bene, per niente: perché in campo giochi, poi se c’è qualcosa che non va con i compagni glielo dici a palla ferma o negli spogliatoi.
Fine.
Comunque dai, il periodo negativo prima o poi passerà, magari già mercoledì contro la Fiorentina.
Ma torniamo a parlare di Dybala, anche se davvero mi riesce difficile trovare le parole per descrivere il genio di questo ragazzo: impressionante il suo secondo gol per l’astuzia e la rapidità nel tirare di punta fregando i 5 difensori avversari che l’avevano circondato (“Ha la genialità dello Schiaffino” per dirla alla Paolo Conte).
“Chi punta vince!” ci dicevano quando giocavamo a calcio da piccoli e ricorrevamo a quel tiro non propriamente di classe ma necessario per dare potenza a quei palloni di cuoio; ma quello di oggi non era tanto la classica “puntata” del difensore che vuol mandare la palla in tribuna quanto la stilettata precisa e quasi invisibile del duellante che manda al tappeto l’avversario.
Doveva essere il gol che chiudeva la partita, ma qualcuno in difesa ha deciso che 40 minuti e passa senza emozioni erano troppi, ed ecco quindi lo svarione di Lichtsteiner, Rugani, Chiellini e Buffon che rilanciano un Sassuolo che quasi non credeva a così tanta beneficienza.
Ma è stato un attimo, giusto il tempo di dare a Dybala un corridoio per farsi atterrare al limite dell’area: a quel punto il pallone poteva essere portato direttamente a centrocampo, tanto l’esito era scontato.
Come le punizioni di Platini, Baggio, Del Piero e Pirlo, Paulino è diventato una sorta di sentenza e di garanzia.
A questo punto davvero si poteva mettere in naftalina la partita, anche se il disordine e qualche blackout ogni tanto si affacciavano.
Ma alla fine altra vittoria portata a casa, siamo primi con Inter e Napoli e la squadra pian piano dà segni di miglioramenti.
Soprattutto a centrocampo, dove Pjanic e Matuidi danno ottimi segni di intesa e anche i nuovi piano piano si stanno inserendo, vedi gli spunti di Douglas Costa e un Bernardeschi sempre reattivo nonostante giochi pochi minuti.
Ma ne avrà di occasioni a disposizione, già mercoledì allo Stadium arriva la Fiorentina, poi sabato il derby e successivamente la Champions League in casa.
Faremo indigestione di partite, ma in fondo è quello che volevamo, no?
Keep the faith alive e forza Juve!
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