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Semestrale Juve: analisi e prospettive

In data 24 febbraio 2016 il CdA della Juventus ha approvato i dati semestrali relativi al bilancio 2015/16. Vediamo cosa c’è di interessante nel conto economico.

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Cominciamo dalle note positive. I ricavi operativi salgono da 156,2 ml a 204,5 (+48,3 ml). Gran parte di questo incremento è dovuto alle maggiori plusvalenze relative alla vendita dei calciatori (+30,2 ml); il resto viene da maggiori proventi da diritti televisivi (+4,2 ml), dai “ricavi da sponsorizzazione e pubblicità” e dai “ricavi da vendite di prodotti e licenze”. Purtroppo il comunicato non spiega cosa sia compreso in quest’ultima voce: il fatto che non esistesse nei bilanci precedenti mi fa supporre che questi ricavi comprendano i frutti della commercializzazione in proprio del merchandising, che è iniziata quest’anno col passaggio da Nike ad Adidas. L’anno scorso a fine stagione i ricavi da sponsorizzazione e pubblicità ammontarono a 53,8 ml complessivi (60,3 ml nel 13/14), quest’anno queste due voci congiunte potrebbero superare gli 80 ml (qualora mantenessero lo stesso trend del primo semestre).

Inutile nasconderci: con uno Stadium che ha verosimilmente raggiunto la sua massima capacità produttiva e i ricavi televisivi che resteranno costanti per i prossimi 3 anni, la crescita del fatturato passa sicuramente da qui.

Al netto dei ricavi non ricorrenti comunque, l’incremento nel semestre è di 18,1 ml.

L’aumento dei costi operativi procede però di pari passo: +21 ml. Gran parte di questi costi è legata all’incremento delle retribuzioni dei calciatori: +13,7 ml. Anche tra i costi spunta una nuova voce: “Acquisti di prodotti per la vendita”. Se vale quanto detto sopra, questi potrebbero essere i costi della commercializzazione in proprio del merchandising. A fine anno ne sapremo di più.

L’EBITDA risulta quindi positivo per 64,1 ml (36,8 ml lo scorso anno): più che sufficiente per pagare l’ammortamento dei cartellini dei calciatori e tutto il resto.

Il risultato operativo, comprensivo degli ammortamenti dei cartellini dei calciatori e di 10,3 ml di ricavi straordinari (frutto dell’apporto al fondo J Village della titolarità dei diritti di superficie su un’area di circa 150.000 m.q. e dei relativi diritti edificatori), è positivo per 38,1 ml € abbondanti. Considerando però che circa 47,8 ml sono relativi a ricavi straordinari, la situazione è meno florida di quanto appaia. Al netto di questi ricavi infatti il risultato operativo sarebbe negativo per quasi -10 ml.

Insomma, bene la crescita dei ricavi ricorrenti, male l’incremento dei costi che, in assenza di operazioni straordinarie, porterebbero in negativo il risultato operativo. L’optimum sarebbe avere un risultato operativo positivo anche in assenza di operazioni straordinarie; è pur vero che un minimo di plusvalenze derivanti dalla gestione calciatori sono del tutto fisiologiche. Ad esempio, è già previsto che nella prossima stagione si potrà mettere a bilancio 21 ml di plusvalenze relative al riscatto di Coman da parte del Bayern Monaco (purtroppo).

Ad ogni modo, l’anno scorso la Juventus è stata l’unica tra le grandi a poter vantare un EBT positivo: +10,8 ml. Per fornirvi un termine di paragone, la Roma, che era l’altra italiana in Champions, che è arrivata seconda in campionato e ha beneficiato di 41,2 ml di profitti straordinari dalla vendita dei calciatori, ha visto comunque un EBT negativo per circa -37 ml.

Attualmente la “potenza di fuoco”, di cui parla sempre Agnelli, ammonta a più di 250 ml.

Diamo ora un’occhiata alla parte finanziaria.

Premesso che per “passività correnti” normalmente si intende quei debiti esigibili entro l’esercizio commerciale, mentre quelle “non correnti” si protraggono per più esercizi, si può notare che:

  • l’indebitamento netto cresce leggermente (+8,4 ml) a 197,3 ml;
  • aumentano al contempo a 23,2 ml le disponibilità liquide (che potremmo approssimare alle giacenze di conto corrente);
  • è stato completamente rimborsato il debito nei confronti della controllante Exor;
  • di 224,6 ml complessivi di debiti, 41 ml (18%) sono il residuo del debito di 60 ml contratto nel 2010 col Credito Sportivo e utilizzato per la costruzione (50 ml) e le migliorie (10 ml) dello Stadium, quindi possiamo considerarli “debiti virtuosi”;
  • aumenta a 29,8 ml (contro i 13,6 ml dello stesso periodo della stagione 2014/15) l’indebitamento nei confronti delle banche (del tutto prevedibile a seguito dell’estinzione del prestito Exor);
  • aumenta di 54,1 ml il debito verso società di factoring: più del 64% del debito lordo ricade sotto questa voce (144,6 ml in totale, ma ci torno dopo);
  • cambia profondamente la struttura del debito. Lo scorso anno solo 46,4 ml su 196,1 totali (24%) aveva scadenza oltre l’esercizio corrente. Tolto il mutuo per la costruzione dello Stadium, restavano 7,7 ml con con scadenza l’anno seguente: tutto il resto a breve (149,7 ml). Quest’anno la proporzione si inverte: 84,5 ml a breve, tutto il resto (62%) è rimandato ai successivi esercizi (140,1 ml).

L’allungamento delle scadenze è una cosa molto positiva. In genere, i fidi a breve generano oneri maggiori per l’azienda; sono soggetti al rischio di revoca da parte della banca affidante; generalmente viene chiesto il rientro nel momento peggiore (ossia quando l’azienda è in difficoltà e ha maggiormente bisogno di liquidità); sono parzialmente incoerenti con la struttura delle uscite/entrate di cassa di una società di calcio. Si pensi ad esempio ai pagamenti/incassi dei cartellini dei calciatori, che vengono spalmati su più esercizi, o ai ricavi da contratti di sponsorizzazione, che sono tipicamente pluriennali. Far combaciare temporalmente tutti questi flussi di cassa è certamente positivo.

Torno brevemente sui debiti contratti con le società di factoring. Il factoring è un contratto con il quale una società (in questo caso la Juventus) si impegna a cedere i crediti presenti e futuri scaturiti dalla propria attività ad un altro soggetto (denominato factor) il quale, dietro corrispettivo, si occupa di contabilizzare, gestire, riscuotere questi crediti; può fornire garanzie sull’inadempimento dei debitori ed eventualmente finanziare il cedente sia attraverso la concessione di prestiti, sia attraverso il pagamento anticipato dei crediti ceduti. La cessione può avvenire “pro soluto”, ossia il factor si assume il rischio di insolvenza dei crediti, ovvero “pro solvendo”, ossia il cedente deve restituire gli anticipi ricevuti dal factor in caso di mancato pagamento del credito ceduto. In questo caso la cessione da parte della Juventus è avvenuta “pro solvendo”, altrimenti non troveremmo queste poste a bilancio.

Le società usano questo strumento per scontare le fatture dei diritti TV, i crediti del calciomercato, eventuali sponsorizzazioni e altri crediti simili. Si tratta per la Juventus di debiti “auto liquidanti”, poiché nel momento in cui il creditore paga quanto dovuto al factor, anche il debito della Juventus si estingue automaticamente. La scelta di utilizzare il factoring rispetto ad altri strumenti analoghi, come l’anticipo fatture, ha probabilmente la ragion d’essere nel fatto che è più facile ottenere un fido da un factor, specialmente su questi plafond, rispetto a un normale fido bancario; oppure potrebbe risiedere in condizioni economiche di particolare favore praticate dal factor, anche se mi risulta difficile crederlo. In effetti, stando al conto economico, gli oneri finanziari sono scesi a 5,2 ml, contro i 6,4 dello stesso periodo dell’anno scorso.

Ad una prima analisi sommaria il debito della Juventus appare oggi ben strutturato ed assolutamente sostenibile. Ribadisco anche che l’ammontare assoluto del debito in sé significa ben poco: quello che conta è la capacità del debitore di rimborsarlo e l’incidenza che questi oneri finanziari hanno sulla gestione ordinaria. In particolare, il fatto che i flussi di cassa della gestione operativa siano positivi (+21,9 ml) e la considerazione che l’aggravio di 8 ml circa dell’indebitamento sia dovuto esclusivamente agli investimenti, lascia sereni sulla sostenibilità del debito.

Come evidenziato nella nota, il bilancio al 30 giugno 2016 è previsto in perdita, a meno che il cammino in Champions League sia lungo e proficuo. Nel bene e nel male, comunque, il risultato dell’esercizio non si discosterà molto dalla parità, proseguendo in quel trend di consolidamento dei risultati economici già evidenziato negli ultimi 3 esercizi (-15,91 ml; -6,67 ml; +2,30 ml).

Non c’è spazio per spese folli, né per un incremento consistente del monte ingaggi.

Tra gli altri fatti di rilievo troviamo:

  • l’acquisizione a titolo definitivo del diritto alle prestazioni sportive del calciatore Rolando Mandragora (attualmente in prestito al Pescara ma di proprietà del Genoa) a fronte di un corrispettivo di € 6 milioni pagabili in 3 esercizi e che potrà incrementarsi di ulteriori massimi € 6 milioni al raggiungimento di determinati obiettivi sportivi;
  • il prolungamento (in tempi non sospetti) fino al 30 giugno 2020 dei contratti di Bonucci, Marchisio, Morata, Pereyra e Rugani;
  • il prolungamento fino al 30 giugno 2017 dei contratti di Buffon e Padoin;
  • l’avvenuto rilascio dei permessi a costruire la Scuola Internazionale, l’Hotel, il Training and Media Center della prima squadra e della nuova sede sociale. I permessi per l’immobile che accoglierà tutte le nuove attività commerciali non sono ancora stati rilasciati. Consegna prevista di tutti i lavori: estate 2017;
  • il J Medical dovrebbe aprire al pubblico nel corso del mese di marzo, quindi ci siamo;
  • a dicembre è stato completato anche l’ampliamento del J Museum;
  • il 21 marzo 2016 la Juventus dovrà presentarsi presso la Corte d’Appello di Napoli per rispondere alla chiamata in giudizio per danni da parte della Vittoria 2000 S.r.l. (49 ml richiesti);
  • il 29 marzo 2016 la Juventus dovrà presentarsi presso il Tribunale di Roma per rispondere alla chiamata in giudizio per danni da parte di Giuseppe Gazzoni Frascara (34,6 ml richiesti). Al momento, siccome è impossibile sapere se e quali potrebbero essere i rischi per la Juventus, non sono stati effettuati accantonamenti nel fondo rischi.

Se non fosse per quest’ultima rogna, ci sarebbero solo motivi per gioire dell’attuale situazione economica, patrimoniale e finanziaria della Juventus.

Stefano Ossimoroju29ro

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