Sono trascorsi quasi dieci anni da quando scrissi il primo articolo su Juveatrestelle, un progetto nato per gioco da un’idea maturata al sole estivo, assieme a qualche amico su Twitter. Inizialmente si pensava di farlo rimanere – appunto – un gioco, senza pretese di impegno e serietà, o parvenze di professionalità. Detto ciò, nel corso del tempo il gioco si è a tratti fatto serio e dai quattro o cinque che eravamo siamo diventati tanti: dieci, venti e più persone che hanno portato avanti un’attività via via sempre più intensa, che oltre a una lunga serie di articoli è riuscita a produrre le centinaia di ore di materiale audiovisivo che potete trovare sul nostro canale YouTube.
Tutto ciò è stato possibile solo grazie all’impegno di queste persone, ciascuna delle quali, oltre a mettere in campo le proprie competenze, si è divertita assieme a me, a noi, sacrificando spero volentieri parte del proprio tempo, dirottandola su J3S. Ci abbiamo messo dentro un po’ di noi stessi e abbiamo constatato, con piacere misto a stupore, che nonostante il carattere puramente dilettantesco con il quale abbiamo curato la nostra piccola iniziativa editoriale, a seguirci eravate sicuramente più di quanti avremmo meritato. Per questo motivo il primo ringraziamento va a tutti voi, spero abbiate apprezzato l’ironia, la generosità e la passione che ci hanno animati, oltre a un pizzico di competenza, se me lo permettete.
Veniamo ai ma… col tempo trovare un momento libero per sederci a scrivere e a parlare di Juve è diventato sempre più difficile, tanto per me quanto per gli altri del gruppo. Non sto qui a spiegare che in dieci anni succede di tutto e il suo contrario, come in effetti è successo nelle vite di tutti noi, tra periodi belli e meno belli. Le motivazioni che mi hanno spinto a concludere questa “piccola” escursione nel mondo del web, dato che nella vita faccio tutt’altro, sono in larga parte di natura personale, ma per la restante sono strettamente legate a quello che è successo da quando ho fondato J3S. La passione per la Juve ci ha costretti a parlare sempre più spesso di questioni che col campo non avevano nulla a che fare. Il presunto utilizzo di acciaio “scadente” nella costruzione dello Juventus Stadium, rivelatosi una bufala. Il calcioscommesse perpetrato a Bari e condannato a Torino. Il processo sulle infiltrazioni della criminalità nel tifo organizzato, solo quello della Juventus ovviamente, nel quale il procuratore federale è riuscito a portare Andrea Agnelli davanti alla commissione antimafia sulla base di un’intercettazione farlocca, volendo far passare da complice una parte lesa. Le accuse di stupro a Ronaldo, tornate in auge alla Juventus, sparite da quando è andato via. Il “caso” Suarez. Poi è arrivato il covid e le partite autorinviate, le Asl napoletane, la buonanima di Frattini che ribalta una sentenza della Corte Federale al Coni, cosa mai successa. E che mai accadrà, almeno alla Juve. Questo poiché, passato a miglior vita Frattini, sul caso plusvalenze dovrà essere giudicata da un’altra giudicessa, la dottoressa Palmieri Sandulli di Napoli, aspettando ulteriori possibili sanzioni dalla Uefa e probabili procedimenti sportivi sulla manovra stipendi.
In mezzo tanto fango anche sul campo naturalmente, con la Supercoppa di Pechino, le righe storte del geometra, l’ammonizione di Pjanic, le storture del VAR. A mio modestissimo parere la Juventus si è resa complice di questo sistema perverso e malato, con un masochistico atteggiamento di sciatta rassegnazione, celato dietro alla maschera di un presunto aplomb sabaudo di agnelliana memoria, che ormai non ha più ragion d’essere. Le vittorie di questo periodo, che trovate raccontate su queste pagine, non possono cancellare il poco rispetto dimostrato dalla società nei confronti dei propri tifosi. Nel 2013 ho fondato questo sito, animato appunto dalla voglia di parlare di Juventus e di calcio giocato. In dieci anni, sopratutto per colpa della stessa Juve, ci siamo trovati a parlare più di diritto che di sport, più di tribunali che di campo.
Mi sento sinceramente frustrato, sento di averla difesa più di quanto non si sia difesa, di averla amata più di quanto non la ami chi la possiede. Pretendo di ricevere un centesimo del rispetto che ho dimostrato di avere nei confronti di quella maglia, anzi me lo merito, ce lo meritiamo tutti per i sacrifici, anche economici, che sosteniamo a causa della nostra comune passione. Personalmente ho deciso da tempo di rinunciarvi, non rinnovando alcun abbonamento alle pay-tv, evitando nel mio piccolo di alimentare questo circuito fondato sull’odio antijuventino, propagandato in primis dai cosiddetti professionisti dell’informazione. Essere sempre costretti a spiegare, a giustificare, a stare sulla difensiva è diventato snervante nella vita, figuriamoci sul web dove dietro l’anonimato chiunque può dare sfogo alle proprie miserie. D’altro canto gli Agnelli-Elkann hanno investito parecchi milioni di euro nell’editoria, comunque apertamente, faziosamente e unanimemente schierata contro la Juventus, a partire dai cosiddetti “giornali di famiglia” sempre in prima linea a suonare la fanfara.
In questi anni la Juve si è riempita la bocca di slogan retorici in barba a chi in quei principi ci credeva veramente. Sono riusciti ad allontanarci con un atteggiamento arrogante nei nostri confronti, indifferente nei confronti dei media, prostrato nei confronti delle istituzioni. La Juventus mi ha chiesto di stare con lei fino alla fine.
Ecco, adesso che è arrivata la fine io c’ero, lei no.
Anche da queste considerazioni nasce la decisione di scrivere davvero la parola fine, in calce al racconto fatto da Juveatrestelle. Resteranno comunque aperti i gruppi di discussione gestiti dal nostro team, le pagine dei social network e le chat, se avrete modo e tempo di scambiare qualche chiacchiera con noi.
Difficile raccogliere in poche parole quello che un’esperienza del genere mi lascia a livello umano, rischierei di annoiarvi. Riassumendo direi che la parte più bella è quella invisibile agli occhi di chi ci ha sbirciati dall’esterno, perché dietro le quinte c’è un gruppo di ragazze e ragazzi forse un po’ cresciuti, gente di una certa età (sì ma quale?) a cui piace prendersi poco sul serio (meglio prendersi sull’adda), a cui piace giocare con le parole (appunto) e i tormentoni, insultarsi (mica tanto) bonariamente, dileggiare calciatori, geometri e ragionieri, sbertucciare i vecchi rincogl… ehm gli anziani del gruppo, discutere dei “pezzoni” e della fantomatica linea editoriale, far finta di essere una vera redazione con tanto di direttore, a cui tutti fanno finta di leccare il culo pur ovviamente odiandolo, sopratutto a causa dell’esigua busta paga. Molto esigua. Tutte cose che resteranno a imperitura memoria e che custodirò gelosamente. Oh non sono state tutte rose e fiori, sia chiaro. Come in qualsiasi comunità che si rispetti ci sono stati momenti difficili, di tensione e scontri aspri, anche perché questi con cui ho avuto a che fare, diciamocelo, sono delle emerite teste di cazzo, non se ne salva uno! Scherzi a parte, anche quella è tutta roba che si mette nello zaino e ci si porta appresso, per sempre.
Questi dieci anni mi hanno permesso di conoscere tantissime persone che hanno contribuito ad arricchirmi umanamente, lo dico sinceramente, senza retorica. Permettetemi dunque di spendere qualche riga per ringraziare coloro che hanno dato il loro contributo, piccolo o grande, nella realizzazione di quello che reputo un bel tassello del puzzle della mia vita, nonché quelli che mi hanno onorato della loro presenza su queste pagine e su YouTube, con J3S Radio e le altre rubriche.
Ringrazio Daniele Carollo, Sasà Scarso, Giuseppe Scarso, Alessio Epifani, Nino “The Best” Ori, Giuseppe Simone, Cosimo Bontà, Raffaele Magaldi, Fabio Debellis, Salvador Righi, Fabio Cocco, Marco Podda, Stefano Moscarda, Massimiliano Mingioni, Dimitri Cimolato, Fabrizio Chessa, Morena Galassi, Danilo Feola, Giulia Magazzù, Lucia Riggi, Alberto Fantoni, Ciccio Di Castri, Matteo Marino, Matteo Tremolada, Alessio Valeri, Claudio Bottaluscio.
A vario titolo hanno collaborato con noi anche Massimo Crepaldi, Marco Sanfelici, Davide “Michel le Roi” Boccioli, Luca Compiani, Benedetto Minerva, li ringrazio. Grazie a Francesco Ceccotti, Antonio Barillà, Guido Vaciago. Un ringraziamento particolare al mio amico Riccardo Gambelli, a Francesco Di Leonforte per le fantastiche foto che potete apprezzare da queste parti, al team di Ju29ro, agli amici di Vecchiasignora e Stelle Bianconere, a Roberto Savino, Marcello Chirico e Luciano Moggi.
Dedico un commosso ringraziamento a Roberto Renga, che è stato nostro graditissimo ospite e, credo avrebbe acconsentito di pregiarmene, un amico di Juveatrestelle.
Ringrazio inoltre la Juventus F.C. e Claudio Albanese.
Un abbraccio forte a quelli che non ho citato per colpevole e imperdonabile dimenticanza.
Infine un ringraziamento alla mia famiglia, a mia moglie Antonella e ai miei figli, Alessandro e Andrea, che in questi anni mi sono sempre stati vicini e mi hanno supportato.
E a voi, che ci avete dato tanto, un semplice grazie e un arrivederci. E naturalmente forza Juve!