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Comprategli un trequartista!

Secondo alcune leggende metropolitane per Massimiliano Allegri sarebbe indispensabile avere a disposizione nello scacchiere tattico il cosiddetto “trequartista”, un giocatore capace di interpretare il ruolo di raccordo tra centrocampo ed attacco, che non dia punti di riferimento all’avversario, che contribuisca alla fase difensiva con un pressing intelligente, che sia in grado di rifinire per le punte e che segni almeno una decina di gol a stagione. Una robetta da niente insomma, tipo che Zidane non gioca più da un bel po’ ma con qualche mese a bagnomaria nella piscina di “Cocoon” e un bel clistere di Gerovital lo potremmo rimettere tranquillamente in campo, all’uopo.

Tuttavia, suo malgrado, in questi due anni Allegri ha dovuto barcamenarsi tra fantasisti adattati come Vidal (ma anche disadattati, come Hernanes) o fare di necessità virtù cambiando modulo: il dreginguedue-ghe-divenda-dreddregguaddro di Conte, però poco adatto al calcio europeo e infatti abbiamo vinto solo un misero scudetto, una insignificante coppetta Italia e siamo arrivati solo in finale di Gembionz perdendola contro una squadretta da ridere, o il 4-4-2 tanto caro al Profeta del bel gioco, l’irreprensibile Arrighe Sacchi. Ecco, diciamo che dopo questi deludenti risultati, da cui abbiamo volutamente escluso la Supercoppa Italiana che non conta solo quando Allegri la vince, sarebbe ora di mettere l’allenatore nelle condizioni di esprimere il calcio che più ama, come non è stato fatto proprio con Conte, ricordiamolo: che volete che sia l’acquisto di quel bidone di Tevez a confronto con le cessioni eccellenti di Matri e Giaccherini?

Ecco allora che il buon Beppe Marotta ha cercato fin dalla scorsa estate di acquisire un profilo che rappresenti il giusto mixer (ipse dixit) di qualità tecniche e sostenibilità economica, secondo quelli che sono i dettami sportivi e finanziari atti ad assecondare quelle dinamiche che una società come la Juventus ritiene più necessarie al fine di incrementare il proprio livello di competitività antani per due con scappellamento a destra. Ma purtroppo lo Schalke 04, come ben sappiamo, è una società assai strana e ha venduto Draxler al Wolfsburg per 36 milioni anziché a noi che ne offrivamo 15 più bonus. Valli a capire, davvero strani ‘sti tedeschi.

Andiamo allordunque (ma si può dire una roba simile?) ad analizzare i “profili”, manco si parlasse di infissi in alluminio, che potrebbero fare al caso della Juventus durante la prossima sessione di mercato. Proprio in quel ruolo lì, quello del “tuttocampista” tanto caro al tecnico Allegri.

Francisco Román Alarcón

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Al secolo Isco. Oppure Isco, al secolo Francisco Román Alarcón, fate vobis. Potrebbe essere il “profilo” ideale per la Juventus: tecnico, dinamico, dribblomane, con visione di gioco, tosto fisicamente, con la giusta esperienza a livello internazionale. Segna il giusto, fa bene il caffè, è ancora molto giovane (23 anni), non sporca, ti fa vendere due navi portacontainer di magliette. Isco può giocare anche su entrambi gli esterni, garantendo quell’imprevedibilità di cui alla premessa. Con la piccola controindicazione che per prenderlo servono parecchi milioni e magari una bella fetta di culo, tanto per gradire. No aspetta, c’è anche un’altra controindicazione. Ma piccola. Vuole un pacco di soldi di stipendio. Ah e forse il Real Madrid non vuole nemmeno venderlo. A parte questo non vedo quale grossa difficoltà possa esserci nell’acquisto del ragazzo. Ci separano solo qualche migliaio di chilometri (ma la lontananza rafforza l’amore) e qualche migliaio di migliaio di euri (ma la fantasia supera qualsiasi ostacolo).

Oscar dos Santos Emboaba Júnior

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Immaginate i titoli di Tuttosport se la Juve dovesse prendere questo giocatore: si andrebbe da “Un Oscar per la Juve!” a “Sono il gatto che vive sui tetti: se volete chiamatemi Oscar!” a “Ogni Oscarrafone e bello a mamma soja!”. Una miniera potenzialmente inesauribile. Fantastico. Ne varrebbe la pena solo per questo. Oltre a rimpinguare la colonia di brasiliani, che altrimenti mi soffrono di saudade mentre in gruppo si consolano a vicenda, Oscar potrebbe rappresentare un elemento su cui costruire il futuro tecnico della Juventus, anche se probabilmente è poco adatto ad interpretare la fase difensiva allo stesso livello di quella offensiva. Ma, ahinoi, il brasileiro con la faccia da bambino sparuto giocherà per Andonio Gonde mio capitano senza di te non andremo lontano, il quale sembra più propenso a rompere i coglioni – perdonate la licenza poetica – alla Juve, riportando al “Gelsi” Guadrado, più che agevolare una trattativa con i bianconeri per il fantasista verdeoro. Ma questo lo verificheremo presto.

Javier Pastore

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Fa quasi tenerezza il “Flaco”, gracilino, smunto, pallido, ciondolante per il campo, di quelli che quando giocavamo ai giardinetti finivano immancabilmente in porta. “Oh, tu! Si vede che puoi fare il portiere, secondo me sei una potenza! Vai, mi raccomando vola!!!” (il giardinetto aveva il sottofondo in ghiaia da cantiere, le ginocchia e i gomiti del portiere a fine partita grondavano sangue che i film di Tarantino sono eufemistici a confronto). Invece, quando meno te lo aspetti, ZAC! Pastore è in grado di cambiare la partita con improvvise accelerazioni, spunti degni dei più grandi talenti, dribbling ubriacanti e conclusioni sia di potenza che ad effetto. Tatticamente è forse poco duttile ma in un centrocampo con un Khedira e un Marchisio in salute (sulla permanenza di Pogba ancora non ci pronunciamo) potrebbe fare la differenza. Poi è pure di origini piemontesi e si inserirebbe nel filone dei fantasisti argentini alla Juventus. Cosa vuoi di più dalla vita?

P.S. se rispondete “Zaza” vi mando Davids e Montero a casa.

Henrix Mxit’aryan

Marotta dice “mixer” al posto di “mix” e ha passato l’intera estate a risolvere il dilemma amletico su come dovesse chiamare Draxler: Drazzler, Drassler, Brazzers (vi invito a googleare, vi assicuro che merita)… quindi non vedo come possa pronunciare correttamente il nome di questo armeno qui. Che secondo me manco gli armeni sanno come si scrive e come si pronuncia. Vista, peraltro, l’ecatombe di infortuni che in questa stagione ha falcidiato (minchia ne so troppo) la rosa bianconera, tendenzialmente eviterei di prendere uno che negli ultimi anni è stato impegnato più sul lettino del fisioterapista che a dribblare cinesini (sono i coni di plastica generalmente gialli o arancioni, devo spiegarvi proprio tutto santa pazienza!) sul campo di allenamento. Però Mikycoso lì, tra i nomi che si sentono in giro parrebbe il più accessibile a livello economico, il che è pienamente compatibile con le dinamiche… ecc. ecc. Insomma costa relativamente poco quindi facciamocelo piacere. Che poi male non sarebbe, anzi: ha il vizio del gol, tempi di inserimento più da seconda punta che da centrocampista, attacca bene tanto negli spazi quanto nello stretto, è smaliziato il giusto senza essere decrepito (27 anni). Si può anche contare sul patrocinio di Minone Raiola, quindi… vai Beppe è tutto tuo!

Hakan Çalhanoğlu

A proposito di gente dal cognome impronunciabile, eccovi serviti. La dote principale del turco è quella di sparare suffiturri (cit. Nico, ajò!) micidiali da tutte le posizioni del campo, missili terra-aria come se piovesse. Sembra di stare a Londra durante il blitz. Per sentito dire ovviamente. 22 anni e un po’ anarchico tatticamente, ma proprio per la giovane età ancora plasmabile da questo punto di vista. Il potenziale c’è insomma ma rimangono alcune perplessità, in primis circa una vaga somiglianza con Pereyra (solo in viso) e secondariamente sia per la discontinuità che per la valutazione forse un po’ eccessiva; parliamo di uno che deve ancora dimostrare di saper stare in una grande squadra. Per il resto direi che ci siamo: viene dal Bayer Leverkusen come Vidal, se porta in dote una fornitura di aspirine gratuita, a vita, magari riusciamo anche a farci passare il mal di testa da Champions.

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