

Devo essere sincero, ci sono due cose che mi rendono nervoso nel calcio: i luoghi comuni e i pareggi.
Oggi quindi sono nervoso, molto nervoso e vorrei premettere che questo non è il solito articolo del classico tifoso juventino viziato dai troppi successi; evitate per favore i soliti commenti del tipo “Ma come si fa a criticare questa squadra?” oppure “Il primo pareggio a 12 giornate dalla fine, cosa volevate di più?”: oggi mi brucia, mi brucia tantissimo il risultato perché eravamo già lì, pronti ad afferrare il +10 sulla seconda in classifica ma soprattutto pronti a sferrare un colpo da KO al campionato ma alla fine, vattelappesca come mai, ci siamo ricevuti un cazzottone inaspettato e al tappeto ci stavamo per andare noi.
Ma andiamo per gradi.
Odio i luoghi comuni nel calcio, le frasi fatte: l’Inter squadra pazza, il Milan dal dna europeo, la Juve cinica e pragmatica e blablabla vari. Tutte frasi che gli addetti ai lavori, ma anche i finti addetti ai lavori come quei tifosi che fanno finta di essere giornalisti, amano scimmiottare nei loro articoli o nelle loro interviste, come a voler mettere un punto fisso intorno al quale discutere.
La Juve cinica e pragmatica ad esempio.
Ecco, io quando sento dire queste parole non solo alzo gli occhi al cielo ma comincio a invocare tante di quelle divinità infernali da far impallidre Lovecraft, perché io la Juve la conosco da più di 30 anni e posso dire che cinica…no, non lo è o quantomeno lo è nei momenti sbagliati: taccio quando avrebbe dovuto esserla in passato sennò le suddette divinità verranno invocate anche da molti di voi, dico solo che OGGI LA SQUADRA DOVEVA ESSERLO ma, chissà come mai, non lo è stata.
Era un’occasione troppo ghiotta quella odierna, non ci nascondiamo dietro al dito del primo pareggio stagionale che ci può stare: oggi in un modo o in un altro i 3 punti dovevano essere portati a casa.
Con questo non voglio sminuire né fare processi alla squadra, ma visto che ci vantiamo sempre di come ci sentiamo diversi rispetto alle altre squadre che si accontentano…beh, allora è il momento di farci girare decisamente le scatole.
Vi ricordate 2 anni fa lo scontro diretto contro la Roma, quando andammo in vantaggio con Tevez?
Eravamo a +12 in quel momento, campionato e avversario stesi nel punteggio e nel morale, salvo poi farsi rimontare (e rischiare pure di perdere) nel finale e rimettere tutto stupidamente in discussione.
Ecco, in un modo o nell’altro oggi abbiamo combinato una vaccata simile: ci sono tanti alibi, lo so, e ne parlerò, ma oggi c’era da fare uno sforzo a livello fisico e mentale da grandissima squadra.
Sforzo che non c’è stato, siamo a +8 sulla seconda e venerdì abbiamo in casa il Milan che, non so voi, l’unica volta che l’ho affrontato in modo spensierato ci giocava Blisset.
Questione pareggi.
Il pareggio è un risultato spesso inutile, una sconfitta mascherata da “vabbè dai, almeno un punto lo abbiamo portato a casa”, un qualcosa che ti fa arrabbiare di più rispetto alla sconfitta perché pensi che sarebbe bastato un gradino infinitesimale in più salito e la vittoria sarebbe andata in saccoccia.
E poi diciamolo, dal 1994 con i 3 punti il pareggio è una mezza fregatura e ricorderete sicuramente come Lippi prese tutti in contropiede quell’anno preferendo comunque giocarsi sempre la vittoria collezionando sì delle belle batoste, ma rispondendo poi sempre con vittorie su vittorie, bandendo spesso quella maledetta X dal risultato finale.
Non ci nascondiamo dietro a un dito, dicevo, oggi ci devono girare le palle a 10000 giri perché è un risultato che non serve a niente, se non a smuovere un tantino la classifica verso l’alto, ma si poteva e si doveva fare di più: una grande squadra quale noi aspiriamo essere l’avrebbe chiusa, noi non l’abbiamo fatto.
Lo so che ora cominceranno i vari confronti con le big degli altri campionati, al suon di “Eh ma guarda anche il Real Madrid fa così” o “Guarda invece il Bayern Monaco ha fatto cosà e voi vi lamentate di questo pareggio!”, ma come una peperonata alle otto del mattino (cit.) io questo pareggio non lo mando giù (non so se si è capito).
Anche perché, purtroppo, mi riesce difficile salvare qualcuno di coloro che hanno giocato: a partire dall’attacco, con uno spento Dybala, un Higuaín impalpabile, un Mandzukic stanco e un Cuadrado in giornata no, per passare a un centrocampo con un Pjanic impreciso come poche altre volte, un Khedira che per fortuna ha retto e gli esterni che no, oggi non hanno convinto (Alex Sandro però lo salvo anche solo per quel recupero nella ripresa).
Menzione speciale, tutta in negativo, la riservo a Pjaca: sarò sincero, tutti gli elogi che da mesi accompagnano questo giocatore, dipinto come il nuovo fenomeno del calcio europeo, mi lasciano molto ma molto perplesso.
Sarò lieto di sbagliarmi ma a me non convince, anzi fa discretamente arrabbiare nel vederlo ancora spaesato in campo (e siamo a Marzo, vabbè che è stato infortunato): vediamo cosa combina da qui alla fine, ma non lamentatevi se poi Allegri non lo mette titolare visto che quando entra il suo contributo come oggi tende allo zero. E si che avremmo bisogno di ricambi lassù in attacco…
Poi, ovviamente, sbaglio e lui rimane un fenomeno, ma per me vedere un giocatore che a Marzo vaga in campo senza sapere esattamente cosa fare non è un bel segnale.
Per fortuna c’è la difesa…ehm…cioè…mi spiegate cari Bonucci e Buffon come può uno come Zapata partire da quasi centrocampo, arrivare in area e segnare facendo passare la palla sotto le gambe del portiere? Che è successo, vi siete immedesimati per caso in Handanovic e Ranocchia oggi? La butto un attimo sullo scherzo perché Bonni si è fatto perdonare con il gol del pareggio, ma caspita, quando questi decidono di sbagliare lo fanno davvero in grande…boh, far segnare in quel modo Zapata, nel 2025 forse riuscirò a farmene una ragione.
Detto questo, la partita è andata: peccato, davvero peccato ma andiamo avanti.
Posso capire i motivi, la stanchezza dopo tante partite ravvicinate, la vicinanza ad altre partite di cartello…forse c’è stato un calo di concentrazione proprio oggi, forse i ragazzi hanno tirato un po’ il fiato.
Vedremo.
Last but not least, un paio di sfoghi personali.
1- Le lacrime napoletane, che tanto c’hanno fatto ridere martedì scorso, di fatto c’hanno fregato oggi: un doppio rigore netto nella stessa azione, prima Dybala steso, poi fallo di mano sul cross di Cuadrado, niente di niente.
Purtroppo capisco l’arbitro: avesse fischiato dopo tutti i deliri dell’altro giorno sarebbero ripartite le polemiche, invece ha sorvolato e tutti felici e contenti. Come se non bastasse, anche il fallo su Dani Alves da cui è scaturita la punizione del pareggio è stata oggetto di discussione.
Perché? Non si sa, il fallo era netto, ma ormai basta che un cretino qualsiasi cominci a dire che certi falli sono dubbi che subito scatta la polemica, tanto qualche allocco che ci abbocca c’è sempre: tira una brutta aria intorno alla Juve, ci siamo abituati però non sempre fa piacere.
E se fino a qualche anno fa c’era un minimo di pudore nel nascondere certe faziosità o quantomeno ci si atteneva alla realtà dei fatti, oggi si ignora tutto e se c’è da polemizzare contro la Juve lo si fa, a torto o a ragione.
2- Rimango sinceramente sconcertato quando in trasferte come questa, o quella di Bologna o come un tempo Parma, ci troviamo a giocare davanti a un pubblico profondamente ostile che ci fischia e ci insulta.
Ma lo sanno che tifano Udinese e non Real Madrid? Cioè, U-di-ne-se!
Lo sanno che quel gioiello di stadio da ben 25000 persone (manco il Maracanà…), costruito anche grazie agli affari fatti con la Juve negli anni, lo riempiono due o tre volte all’anno di cui una proprio contro di noi (e casualmente è la partita in cui i biglietti spariscono in 5 minuti)?
Lo sanno che durante le partite contro gli avversari del loro livello, tipo Empoli o Chievo, ci saranno sì e no la metà di persone?
Lo sanno, loro come tante altre tifoserie di questo paese del cazzo, che il giorno in cui partirà la Superlega (speriamo presto) saluteremo tutti (speriamo) e il calcio italiano andrà in fallimento?
Ecco, quindi abbassino la cresta, recuperino un po’ di umiltà e di pudore (evitando di inventarsi rivalità che non esistono) e ringrazino il Dio del calcio che in Italia ci sia la Juventus.
E la smettano di rendersi ridicoli.
Grazie.
Keep the faith alive e forza Juve.
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