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Udinese – Juve 2-6, la partita della svolta?

Chiariamo subito un punto: non ci saranno citazioni musicali o cinematografiche solitamente appannaggio dell’amico (ed esperto) Salvador Righi. Accontentatevi di un post-partita “normale”.

Riavvolgiamo il nastro di un paio d’anni. A questo punto della stagione 2015-16, la Juve toccava il più basso della sua (vincente) storia recente: dopo la sconfitta con il Sassuolo, la squadra si ritrovò a fine ottobre distanziata di undici punti dalla vetta.

Negli spogliatoi ci fu un sonoro cazziatone da parte di Buffon ed Evra a tutti i giovincelli della rosa, specie ai nuovi arrivati, che evidentemente non avevano ancora compreso il valore della maglia che indossavano.

Cosa accadde lo ricordiamo tutti, da quel momento i ragazzi di Allegri inanellarono una serie incredibile di vittorie consecutive che li riportò (a febbraio in occasione del big-match contro il Napoli) in testa al campionato fino alla conquista del quarto titolo consecutivo.

Si disse che quella ramanzina rappresentò la svolta dell’annata. La partita di ieri sera alla Dacia Arena può essere considerata la svolta di questo inizio di stagione, per certi versi difficoltoso? Ce lo auguriamo tutti naturalmente, ma la risposta la potremo avere solo più avanti. Tuttavia, i segnali arrivati da Udine lasciano ben sperare per una serie di motivi.

Dopo l’ennesimo gol incassato con penetrazione avversaria centrale e reparto difensivo preso d’infilata, la squadra ha reagito alla grande andando subito vicina al pareggio con Mandžukić, trovandolo dopo qualche minuto grazie al colpo di testa all’incrocio su corner…dei nostri avversari.

Da lì in poi si assisteva a un vero e proprio monologo “gialloblu”, culminato nella splendida azione corale conclusa con la rete del vantaggio di Khedira (solo casualità, tranquilli, perché la Juve non ha gioco né schemi). Per non farci mancare nulla c’era anche un palo colpito da Higuaín, e si arrivava così al momento che avrebbe potuto – e DOVUTO – chiudere definitivamente il match.

Mario Mandžukić si presentava solo soletto a due passi dal portiere avversario, servito con assist al bacio dal Pipita, ma gli veniva impedito di impallinare l’estremo difensore friulano da un tamponamento alle sue spalle provocato dall’iraniano Ali Adnan. Rigore ed espulsione del difensore, lo tira Dybala così si scrolla di dosso la carogna e partita archiviata.

Ehm no, non proprio.

Accade, invece, l’impensabile: l’arbitro Doveri, che ha seguito l’azione tanto da trovarsi a due metri dalla stessa, concede rinvio dal fondo, ammonisce il croato per proteste, quest’ultimo gli indica la strada da percorrere per uscire dallo stadio, si becca il secondo giallo in un nanosecondo e lascia i suoi compagni in dieci.

Va beh dai stiamo calmi, tanto adesso interviene il VAR e ci restituisce ciò che ci spetta. O no?

C’avevano raccontato che la nuova tecnologia sarebbe servita per eliminare gli errori grossolani dei direttori di gara e le conseguenti polemiche da bar sport; posto che le polemiche sono rimaste (se le alimenta Allegri è contro il VAR, se lo fa Montella bisogna “ascoltarlo”), a quanto pare nemmeno gli errori gravi sono stati cancellati in queste prime nove giornate di sperimentazione.

Dopo un momento di naturale sbandamento della formazione di Allegri, salvata in un paio di occasioni dal santo protettore della sua porta, terminava il primo tempo.

La ripresa iniziava con il secondo cazzotto in pieno stomaco per gli juventini, considerato che il pareggio dei padroni di casa, al quarantasettesimo, arrivava grazie al colpo di testa di Danilo partito in fuorigioco sulla punizione calciata dalla destra. Anche in questo caso si attendeva fiduciosi la sentenza dell’assistent referee che, però, non interveniva nemmeno stavolta a correggere un chiaro errore dell’arbitro.

In quell’istante una squadra rimasta in dieci dal venticinquesimo del primo tempo, con due gravissimi torti arbitrali sul groppone, reduce da alcune prestazioni non proprio esaltanti, sarebbe probabilmente crollata e avrebbe passato la settimana (e i mesi a venire) a piangere per quei torti.

La Juve no; questi ragazzi decidono che è arrivato il momento di tirar fuori quel grandissimo carattere che li ha sempre contraddistinti e ricominciano a giocare – bene – anche in inferiorità numerica, ribaltando la gara, terminata con un fragoroso 6-2!!

È questo il segnale che induce a ritenere come quella di ieri sera possa essere considerata la scossa di cui necessitava la formazione bianconera per uscire dal torpore delle ultime settimane.

Come ha detto il mister nelle interviste, i suoi giocatori avevano bisogno di una partita del genere per dimostrare di essere ancora i più forti, in attesa di migliorare la condizione fisica (apparsa comunque in crescita) e di recuperare un po’ di gente infortunata.

Avanti così che già dopodomani si gioca di nuovo.

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