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Udinese-Juve: nuovo giro, nuova corsa

Lo stadio Friuli di Udine ha da poco subito la restaurazione, tanto che la prima partita di questa serie A 2015/2016 i friulani di Pozzo l’hanno giocata fuori casa, di proposito, proprio per agevolare la fine dei lavori. Questa forzatura, avrebbe dovuto rendere più semplice il compito dei bianconeri (quelli di Torino), i loro primi avversari in calendario, nella prima gara stagionale allo Juventus Stadium. Ma sappiamo tutti dello scherzo che ci ha giocato Thereau, dopo aver raccolto un cross dalla destra, destinato teoricamente a nessuno. Teoricamente soltanto però.

La restaurazione dei bianconeri, iniziata in estate, e non finita per l’inizio della nuova ‘temporada’, come dicono gli spagnoli, sembra ora giunta quasi al termine: lo scultore osserva la sua creazione senza troppo compiacimento ma cerca di scovare quelle imprecisioni da puntellare nel tempo. E’ vero che siamo nel vivo del calciomercato ma, almeno per chi scrive, non è un tema che lo entusiasmi più di tanto. Quindi tra un Morata-sì, Morata-no, Pogba-in, Pogba-out, mi limito a ringraziare Marotta per aver preso Mandzukic prima del blocco del mercato imposto alle due madrilene.

La Juve ritrova uno stadio Friuli completamente rinnovato e modernizzato. L’Udinese è la seconda squadra italiana, proprio dopo la Juve, ad avere lo stadio di proprietà. La vecchia casa dei friulani, in un passato abbastanza recente, è stata anche teatro delle sfide di Champions League e ha ospitato, tra le altre cose, proprio quel Barcellona che sta facendo incetta di trofei nazionali, continentali e mondiali. Di quella edizione della vecchia Coppa dei Campioni, i blaugrana saranno i futuri campioni e da lì inizieranno a mostrare al mondo pallonaro la loro opulenza sportiva (e non solo). Da Ronaldinho-Eto’o-Giuly (che passeranno poi tutti e tre per il nostro campionato) a Messi-Suarez-Neymar, con il talento argentino che seguì dalla panchina quella gara al Friuli ma non venne poi convocato per la finale al St.Denis di Parigi. Come in tutti gli impianti sportivi, per quanto possano cambiare ed essere rinnovati, anche nello stadio di Udine aleggia ancora il ricordo delle sfide disputate su quel prato: i dribbling del Barone Causio e le punizioni vellutate di Arthur Antunes Coimbra ‘Zico’ non sono state cancellate dalla scia degli aeroplanini lanciati da Totò Di Natale. E il rumore di questi alianti non è riuscito a nascondere l’urlo, straziato dal dolore, della nostra bandiera Alex Del Piero con il ginocchio a pezzi in quel 1998 ma neanche la gioia di migliaia di tifosi bianconeri al fischio finale di Lazio-Inter in quel famoso 5 maggio 2002.

Il campionato della Juve si resetta e rinizia al Friuli. Messe da parte le classifiche ed i punteggi, il cammino dei bianconeri riparte da zero con diciannove tappe che dovranno mettere in cassaforte almeno 43 punti. E’ questo il bottino che i ragazzi di Allegri dovranno fare proprio per raggiungere la quota scudetto che lo stesso mister ha posto come traguardo finale. Lo scudetto è cucito nel petto dei bianconeri e la sola immagine di vederlo in altre casacche fa rabbrividire e non poco. E’ arrivato il momento di riprendersi tutto quello che è stato lasciato per strada e di restituire tutti gli schiaffi e gli sberleffi ricevuti nel girone di andata. Siamo la Juve e, come ha detto il capitano Buffon, non siamo ancora nella posizione di classifica che ci spetta.

Fino alla fine…ed anche oltre!

Forza Juve!

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