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Udinese – Juventus: zebrette vs zebre

La Juve va in trasferta a Udine: zebre contro zebrette. Mica tanto un’ovvietà. Di fronte al dilagare del dominio della Juventus, lo sport giornalistico italiano è l’elogio alla serietà societaria, alla programmazione, alla lungimiranza nel prevedere e provvedere a uno stadio di proprietà, all’attenzione maniacale nel setacciare il mercato interno ed estero. Ma a chi ci si riferisce? Alle zebre o alle zebrette? Giacché ai due estremi ovest ed est del territorio continentale italiano le situazioni descritte si equivalgono e spesso sono sovrapponibili. Certo, con i dovuti limiti per la società friulana, ma i contenuti procedono a braccetto.

Se per la Juventus si tratta necessariamente di dare continuità alle vittorie, per l’Udinese dei Pozzo si tratta di continuare la permanenza nel calcio che conta come presenza imprescindibile. E per la Juve un viaggio ai piedi delle Alpi Carniche non è mai banale, non è mai routine. Perché il 5 maggio, quel 5 maggio, unico ed irripetibile, si è vissuto ad Udine, perché Udine ha visto il nuovo stadio Friuli splendere con la Juve presente in campo, quasi come un ideale passaggio di testimone tra proprietari di impianti, in mezzo alla fuffa italiota.

Udine nel destino, dunque. Come potrebbe essere altrimenti se si pensa che i bianconeri udinesi sono gli ultimi ad avere espugnato lo Stadium? Altra Udinese, altra Juve. Ma la macchia resta, anche se è passato un anno e mezzo. Pare che l’autore del misfatto, Cyril Thereau, stavolta non sia della partita, causa infortunio. Del Neri, altro testimone di ricorrenti incroci tra le due società, dovrebbe dare spazio a Matos. Vedremo.

Il Friuli è un campo ideale per riprendere il cammino per gli Allegri-boys dopo la vittoria in Coppa Italia durata 90 minuti e le sceneggiate da commedia dell’arte durate 4 giorni. “Simm’e Napule paisà”. Sarebbe la vittoria numero 8 nel filotto in atto. Potrebbe essere un altro momento fondamentale se rapportato allo scontro tra le “seconde” di scena a Roma.

La squadra di casa è reduce da 3 sconfitte consecutive, che non hanno creato drammi, poiché il fondo classifica si muove come i bradipi, quando hanno sonno. La visita della Juventus non sembra foriera di speranza di incamerare punti, ma nel calcio mai dire mai. A tale proposito, Del Neri non vuole snaturare il credo calcistico dei suoi ragazzi e fa schierare l’Udinese con Karnesis tra i pali; Samir, Felipe, Danilo e Widmer linea difensiva; centrocampo a 3 con Halfredsson al centro e Fofana (osservato speciale di Paratici) e Badu mezze ali; Matos e De Paul a supportare Zapata in attacco; il 4 – 3 – 3 di prammatica nel gioco udinese.

Juventus praticamente in formazione tipo, secondo il 4 – 2 – 3 – 1 “miracoloso”. Buffon ritorna in porta; Dani Alves, Bonucci, Rugani (largo al… giovane!) ed Alex Sandro a 4 in linea; Pjanic e Khedira in mezzo; Cuadrado, Dybala e Mandzukic a ridosso di Higuaín. Unici indisponibili Lemina e Sturaro all’inizio del mese in cui sbocciano le “primule”. Chi ha orecchie per intendere, intenda. Attenzione alle ammonizioni: Bonucci, Chiellini, Cuadrado, Rincon e Rugani sono in diffida ed il Milan incombe allo Stadium.

Curiosità: gli unici italiani dell’Udinese sono in panchina. Angella e Scuffet (ma non era l’erede di Buffon?). D’accordo avere uno scouting di tutto rispetto, va bene essere una terra di confine,  ma così è perfino esagerato…

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