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A Christmas Carol (un’improbabile storia bianconera)

E’ la vigilia di Natale. A Vinovo la neve inizia a scendere copiosa mentre i ragazzi si stanno riscaldando sotto una doccia bollente. L’allenamento è finito ormai da una mezz’ora e mister Allegri, dopo aver dato appena un morso ad una fetta di panettone per stare più sereno, ha salutato tutti e si è messo in viaggio verso Livorno. All’esterno, l’aria è gelida mentre il cielo è una distesa grigiastra di nubi soffici che non fanno trapelare neanche un misero raggio di sole. A breve sarà buio completamente e il centro sportivo della Juve rimarrà deserto. I giocatori ed i dirigenti si ritroveranno in sede per un brindisi veloce prima di scambiarsi gli auguri. Fuori c’è un silenzio tombale: non si sente che qualche rumore di ferraglia maneggiata confusamente da Hernanes, ancora in abiti da allenamento, che sta finendo di montare le catene alla Grand Cherokee di Marotta. L’Amministratore Delegato della Juventus è appena arrivato nel suo ufficio a raccogliere le ultime cose prima di lasciare il centro. Dopo aver cestinato, sborbottando, il biglietto di auguri di Allegri “Buon Natale Direttore! E non si dimentichi del trequartista… -Max-“, Marotta si appresta a spegnere il notebook.

Ridotto ad icona il suo foglio elettronico dove tiene appuntati tutti gli ammortamenti residui dei giocatori dell’Inter, una scritta rossa su sfondo bianco torna a dominare il desktop: “Mi illumino di plusvalenze”. L’avrà letta tante di quelle volte che ha ormai perso il conto, ma ogni volta che il suo sguardo torna a cadere su quel Comic Sans MS grandezza 64, un sorriso involontario, ma compiaciuto e soddisfatto, gli segna la faccia di un’espressione vanitosa. Poco prima di cliccare su “Arresta il sistema” ecco che il doppio beep di Avast lo avvisa di una nuova minaccia rilevata. Non appena il cursore del mouse va a posizionarsi sul link “Visulizza dettagli”, si apre improvvisamente un video con in primo piano un volto nero stilizzato, molto simile a quello che compare nei social quando non si sceglie una foto profilo.

A primo impatto, l’AD bianconero si spaventa per questa inaspettata ‘sorpresa’ e cerca disperatamente la ‘x’ che gli permetta di chiudere questo spiacevole inconveniente. Non riuscendoci neanche con la combinazione Alt+F4, il direttore prende due lunghi respiri nervosi e si ferma a fissare quella sagoma nera inespressiva. Dopo qualche minuto di silenzio, dal video iniziano a sentirsi dei brusii fastidiosi, come quelli di un microfono appena collegato in una diretta televisiva. L’audio si normalizza in poco tempo e questo “Mister X” nero inizia a parlare.

E’ bastato un “Buonasera Direttore” per far gelare Marotta che, impaurito, dopo assere caduto dalla sedia, trova la forza per ricomporsi e ascoltare il proseguo. L’Amministratore Delegato tiene le mani, tremolanti e terrorizzate anche’esse, appoggiate sulla scrivania e deglutisce nervosamente mentre cerca di non distogliere lo sguardo da quell’apparizione misteriosa.

“Buonasera Direttore” – riprende a dire la sagoma – “sono lo spettro del trequartista. Mi sono impossessato del suo computer. Ho intrapreso un lungo viaggio da quel 16 luglio 2014 essendo consapevole che avrei dovuto impersonarmi in qualche giocatore atipico della rosa che Lei avrebbe messo a disposizione del Mister. Sono stato in disparte dal gennaio scorso perchè sapevo che prima o poi uno Sneijder od un Draxler sarebbe arrivato per fare le fortune di questo allenatore toscano, molto preparato ma altrettanto rigido e fondamentalista nel suo credo calcistico. Quando lasciai a malincuore (non per motivi sportivi ma, sa Direttore, sono un uomo anche io per quanto astratto sia) il corpo di Boateng, mi misi in viaggio verso Vinovo non appena appresi la notizia della scelta di Allegri per sostituire Conte. Ho seguito tutti gli allenamenti studiando Vidal e Pereyra e provando ad immaginarmeli come trequartisti nel rombo. Il primo ha pagato molto la sua anarchia tattica ed, in quel ruolo, non è riuscito ad esprimere tutta la sua tenacia e grinta nel recuperar palla. In pratica avete impiegato un campione a mezzo servizio per guai fisici, utilizzandolo a mezzo servizio anche per ragioni tattiche. Il secondo ha quasi tutte le caratteristiche per ricoprire quella posizione, ma ha bisogno di tempo per calarsi completamente nella parte. A questo va anche detto che spesso le sue prestazioni migliori le ha fatte vedere partendo dalla panchina, come variabile impazzita. Ho provato ad impersonarmi in Hernanes, ma, mi creda, in lui non sono riuscito a vederci davvero nulla. Non poteva andare al mare quel 31 agosto? La avviso, Direttore, che quando feci la mia apparizione sullo smartphone di Galliani (oscurando momentaneamente il gol di Muntari) promisi all’ex antennista brianzolo che se non avrebbe messo a disposizione di Allegri un trequartista vero, il Milan avrebbe scontato dieci anni di miserie calcistiche. Lo vede come sta messo ora il Milan? Se non vuole che la Juve faccia altrettanto, si adoperi in questa sessione di mercato per soddisfare le richieste del Mister. Ora La saluto che ho altri incontri da presenziare. Non si muova da lì: altri due spettri passeranno a farle visita a breve”.

Questa prima apparizione ha spaventato Marotta che nervosamente cerca una bottiglia d’acqua per provare a tranquillizzarsi un po’ ma la minaccia del primo spettro e l’attesa per l’avvento degli altri due non lo lasciano tranquillo per nulla. Mentre si alza per andare a bere, ecco che sente il notebook tremare rumorosamente sopra la scrivania. La luce dell’ufficio inizia ad accendersi e spegnersi in modo fastidioso e, dopo pochi secondi la stanza si fa buia. Il Direttore si volta verso il computer per capire cosa abbia causato questi rumori e si trova di fronte ad uno spettro imponente e fluorescente. Il fantasma ha due occhi penetranti e profondi, dei capelli ricci ed un codino. L’AD bianconero sente come se stesse per perdere i sensi ma trova la forza di sedersi a terra ed osservare spaventato questa nuova apparizione, balbettando un “E tu chi sei?”.

“Buonasera Direttore” esordisce la nuova figura spettrale, “Sono il fanstasma dell’esterno sinistro d’attacco. Cosa Le è successo questa estate? Ha subito un trauma da cui non si è più ripreso? Come ha potuto vendere Coman ad una squadra così forte e blasonata come il Bayern Monaco?”. A questo punto Marotta prova a ribattere qualcosa a sua difesa ma il fantasma lo interrompe subito e prosegue nel suo monologo: “Ha costruito una rosa senza trequartista ma con Cuadrado che è l’ago della bilancia di questa squadra, e come mai non l’ha completata con un esterno d’attacco anche nell’altro lato? Anzi, Le dirò di più: avevate in mano uno dei talenti più giovani e cristallini del panorama calcistico mondiale ed è stato venduto perché ‘ha chiesto la cessione‘. Ma lo sa Lei perché Coman ha chiesto la cessione? Perché voi dirigenti non siete stati in grado di metterlo al centro del progetto. Ci ha provato Allegri, ma non è stato sufficiente. Dovevate intervenire voi ma non l’avete fatto. La rosa manca del trequartista, manca dell’esterno sinistro d’attacco, l’unico di ruolo è stato sbrigativamente venduto ed ora sento di un vostro interessamento per Lavezzi: buon giocatore ma ormai nella fase calante della carriera, con un ingaggio pesante e con un’età proibitiva per costruirci attorno un progetto. Ma si è reso conto della cazzata che ha fatto? Ha svolto un ottimo mercato svecchiando una rosa logora e forse appagata ma si è perso poi nell’ultimo mese concludendo operazioni senza senso. Allegri ha dimostrato in più di un’occasione qualche confusione tattica quando si tratta di provare a costruire con le carte mischiate. Lei non lo ha agevolato per niente in questo”.

Marotta segue le parole dello spettro annuendo colpevolmente ad ogni rimprovero. “Il mio tempo qui è finito. Le farà visita un ultimo spettro. Non si muova”. Il Direttore, appena il fantasma  rientra nel monitor del suo pc, torna verso la sua scrivania, aiutandosi nel percorso con le mani, visto il buio che domina la stanza. Nella sua coscienza sono mescolati tutti questi errori estivi e la paura di fallire anche uno degli obiettivi prefissati in estate con il Presidente è troppo grande da non lasciarlo tranquillo. L’Amministratore Delegato ripiega il monitor del suo notebook sopra la tastiera, ci appoggia sopra gli occhiali, si copre la faccia con le mani e scoppia in un lungo pianto. Dopo alcuni minuti, dall’unica finestra dell’ufficio esce una luce rossastra che riflette sul vetro i contorni del simbolo dell’Europa League.

Il direttore si ridesta e osserva più incuriosisto che spaventato quella specie di ologramma. Non vede nessuno spettro ma una voce cupa e decisa si sente provenire da quella stessa finestra.

“Direttore, sono il fantasma dell’Europa League”. Marotta lo guarda perplesso e mormora tra sé e sé: “E questo che vuole? Proprio quest’anno che abbiamo sofferto meno per qualificarci in Champions mi deve apparire?”. Lo spettro però prosegue togliendo ogni dubbio all’incredulo spettatore. “Non sono il fantasma di questa edizione, ma di quella futura. E’ sicuro Lei che la Sua Juventus arriverà tra le prime tre in campionato? Non crede che questa squadra vada puntigliata nelle lacune lasciate scoperte questa estate? Come lei ben sa, un mancato approdo in Champions League la prossima stagione comprometterebbe di non poco la positiva gestione economica della società che tanto è vostro motivo di vanto. La squadra che lei ha costruito non è completa ma soprattutto è quasi assente nei giocatori di personalità e carisma. Allegri ha detto che a Natale va tracciato il primo bilancio e questo primo bilancio dice che la strada è ancora lunga e tortuosa prima di raggiungere le tanto agognate ‘piazze d’onore’. Il tempo stringe e Le rimane soltanto questo mercato di gennaio per provare a rattoppare i buchi aperti in estate. Non sono qui per spaventarla ma per consigliarla a fare presto perchè vedere la Juve nuovamente a Trebisonda la prossima stagione, rappresenterebbe un fallimento, con lei in testa come portabandiera. Le ripeto, faccia presto perchè il tempo stringe. Cerchi di presentarsi meno davanti ai microfoni viste le figure barbine che ha fatto in questi ultimi mesi ma provi a lavorare di più nell’ombra ottenendo risultati concreti. Anche il mio tempo è scaduto. Direttore, faccia presto!”.

L’ologramma nella finestra si dissolve nel nulla ed un passero infreddolito si posa sul davanzale, come a cercare riparo dalla tempesta che fuori si fa sempre più minacciosa.

L’AD bianconero cerca nel buio il suo smartphone per chiamare Paratici e mettersi subito in moto per seguire i consigli dei tre spettri. Nella cieca ricerca del suo cellulare, questo viene involontariamente urtato e spinto a terra. Marotta apre gli occhi e la luce rossa della sua radio-sveglia riflette sul soffitto le ore 03:00. Era tutto un brutto sogno.

 

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