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Uno a zero, Dybala

“Ricordiamo agli amici ascoltatori che la Juventus sta vincendo uno a zero, ha segnato Dybala”.

“Intervengo da Torino: vantaggio della Juventus grazie al gol di Paulo Dybala”.

La stagione non è ancora finita e con cinque partite al termine della stessa è ancora presto per tirare conclusioni e fare bilanci. Il traguardo di venti reti appena raggiunto dalla Joya argentina, però, mi spinge a voler analizzare, sotto l’aspetto tecnico e sotto quello strettamente legato ai risultati della Signora, il peso di questi gol.
Facendo un piccolo ma doveroso passo indietro, la prima vera vittoria la Juve l’ha ottenuta senza l’apporto del suo numero ventuno, quando è riuscita a strapparlo alla concorrenza di altri club italiani. La volontà del giocatore ha inciso molto e per quanto scontato sia, va detto che le lusinghe della squadra bianconera hanno un fascino neanche lontanamente paragonabile a quello di altre squadre della penisola. Il momento che sta attraversando il “nostro” calcio non è dei migliori e l’unica squadra che riesce ad ottenere risultati anche oltre i confini nazionali è proprio la Vecchia Signora. Per un ragazzo ambizioso di 22 anni (all’epoca del trasferimento) venire proiettato in uno dei club più vincenti e prestigiosi del continente è un passo notevole che potrebbe avere conseguenze anche negative.

In questo senso va sottolineata un’altra vittoria, con un peso anch’essa molto determinante, che è quella operata dal tecnico bianconero Massimiliano Allegri.

Preso atto nel gennaio scorso della volontà di Tevez di voler ritornare in Argentina, la dirigenza bianconera ha iniziato con molto anticipo a muoversi per cercare il sostituto. Individuato il profilo ideale nell’ex numero nove del Palermo ed operato un investimento importante (Dybala è il giocatore più costoso dell’era Marotta-Paratici), la ‘Joya’ si è trovato a combattere per una maglia da titolare con un campione affermato come Mandzukic e giovani promesse come Morata, Coman e Zaza. Con la massima oculatezza e pazienza, il tecnico bianconero ha saputo convincere il numero 21 ad aspettare il suo momento senza mai gettarlo in modo troppo frettoloso nella mischia. Nonostante ciò, Dybala è attualmente l’attaccante bianconero con più minutaggio sulle gambe.
Il bomber argentino incarna le caratteristiche tecniche e fisiche della seconda punta, spalla ideale per un attaccante fisico e potente come il croato. Piede mancino delicato, gracile e piccolo di statura, amante del dribbling, Dybala assomiglia più a Sivori che a Tevez. Il potenziamento fisico attuato nella società bianconera gli ha permesso di irrobustirsi e sopportare meglio i contrasti che un attaccante così tecnico costantemente affronta in un ruolo che lo vede spesso abbassarsi fino a centrocampo per ricevere il passaggio. Alla stessa maniera del suo connazionale ora al Boca Juniors.

La partenza di Pirlo e Tevez ha aperto una lacuna importante nella Juve in merito alla trasformazione dei calci piazzati. In questo senso Dybala ha parzialmente colmato il gap realizzando poco meno di un terzo di questi venti gol su calcio di punizione (due) e calcio di rigore (quattro). Nello schema di Allegri è anche l’incaricato numero uno a battere corner e punizioni defilate. A livello statistico, nel 3 a 0 inflitto alla Lazio, l’attaccante argentino ha siglato il suo primo (e finora unico) gol di destro sfiorando anche il gol di testa, caratteristica poco consona a lui.

L’eredità lasciata da Tevez (50 gol in due stagioni) è un macigno pesante che però Dybala sta dimostrando di saper reggere. I paragoni tra i due attaccanti argentini erano inevitabili ma il senso di questo confronto è poco logico. L’Apache è arrivato alla corte di Madama all’età di 29 anni con un bagaglio di vittorie, trofei ed esperienza vastissimo. Paulo ha esordito in nazionale grazie alla vetrina offerta dalla Juventus e lo stesso club bianconero rappresenta, come ho già detto, il primo club di livello in cui ha militato il delantero di Laguna Larga. Nella prima stagione in bianconero, Tevez si è trovato in una macchina collaudatissima dopo due stagioni quasi perfette, con una Juve che ha dominato quasi incontrastata il campionato dalla prima all’ultima giornata. A conclusione della stagione da record con 102 punti, l’Apache chiuse con 21 reti realizzate una in più di quelle segnate finora dalla Joya con cinque partite ancora da giocare e un’assenza di diverse settimane per infortunio. Nonostante l’inizio negativo degli uomini di Allegri, Dybala ha saputo mettersi subito in luce. E’ sua la rete che ha definitivamente arreso la Lazio alla sconfitta in Supercoppa Italiana in quel di Shanghai così come è suo il gol della bandiera all’Olimpico contro i giallorossi, prima rete della Juve in questa serie A. Il club biancoceleste, invece, è il bersaglio preferito del numero 21 bianconero che ha trafitto per ben quattro volte e mezzo, se consideriamo anche l’autogol propiziato nella gara di andata in campionato. Statisticamente parlando, Paulo è l’unico giocatore della Juve ad aver segnato alla Roma in questa stagione. Ha già messo la firma in tutte e quattro le competizioni in cui il club bianconero ha preso parte, realizzando anche un gol pesantissimo al Bayern di Monaco a Torino che ha dato il la ad un’inaspettata rimonta conclusasi poi in modo veramente beffardo.

Udinese e Lazio sono le uniche due squadre trafitte da una doppietta dell’attaccante di Laguna Larga mentre il Chievo è l’unico club al quale Dybala ha realizzato un gol del pareggio. Per sei volte i suoi gol hanno sbloccato lo 0-0, per altre sei volte hanno rappresentato il terzo gol dei bianconeri  mentre per altre cinque il secondo. Questo dato prova a descrivere Paulo come un attaccante sia determinante per mettere la partita sul binario giusto che per chiudere i conti di una gara già indirizzata nel verso desiderato.

Un quarto di queste realizzazioni sono avvenute da fuori area (non contando i calci piazzati). La classe cristallina di questo ragazzo ha dipinto gol di pregevole fattura come quelli contro la Lazio e il Sassuolo in campionato o contro l’Inter nella semifinale di andata di Coppa Italia. Tredici volte lo speaker dello Juventus Stadium ha urlato il suo nome mentre sette, di cui una in campo neutro, sono i gol realizzati lontano da Torino.

Le caratteristiche da seconda punta, nell’immaginario collettivo, fanno pensare ad un attaccante molto propenso agli assist che si limita a gol fantastici come quelli descritti sopra. Diversi sono anche gli assist sfornati dalla Joya ma va detto che reti come quelle contro Empoli, Fiorentina o l’ultima alla Lazio sono da vero attaccante opportunista, freddo e spietato.

Dybala sta ripagando completamente mister e società con la fiducia ripostagli al momento dell’ingaggio.

Ha tutto per poter scrivere pagine bellissime con questa maglia e diventare uno tra gli attaccanti più forti del pianeta, ed è quello che ognuno di noi tifosi ovviamente si augura.

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