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Valencia – Juve 0-2, partenza confortante

Ieri sera a Valencia è iniziata la competizione che moltissimi (per non dire tutti) tifosi juventini “odiano” di più: la Champions League.

Inutile girarci attorno, l’arrivo di Cristiano Ronaldo in estate ha certamente aperto nuove prospettive nei cuori bianconeri, in special modo con riferimento alla coppa putt… ehm maledetta.

È evidente che guardare adesso le partite del massimo torneo continentale ha (avrebbe) un sapore diverso rispetto al passato, considerando la sorte spesso avversa che ha contraddistinto il cammino della Juve sui campi di tutta Europa.

I primi venti minuti della gara al Mestalla sembravano poter confermare questa illusione, minuti in cui la squadra di Allegri gioca col piglio di chi si sente (ed è) superiore all’avversario, impone il proprio strapotere tecnico, tattico e fisico, dando la sensazione che il gol sia solo una questione di momenti.

Tuttavia, siccome non esiste Champions per la Juve senza episodi più o meno “drammatici” da vivere (sportivamente parlando), ecco che, puntualmente, arriva il fulmine a ciel sereno; anzi, meglio parlare di tempesta a cielo aperto.

Dopo aver fallito tre occasioni da gol nitide, difetto atavico dei nostri, l’assistente di porta richiama l’arbitro e gli “consiglia” di buttare fuori proprio luiii (direbbe il buon Piccinini): CIERRESETTE!!!

No, aspettate, com’è ‘sta cosa? Cos’è successo? Siamo su scherzi a parte, vero? In un nanosecondo la storia maledetta della Juventus in Champions-CoppaCampioni ci scorre davanti agli occhi tutta d’un fiato; non può essere vero, dai!!

L’abbiamo comprato apposta per farci portare per mano verso il trionfo tanto agognato e ce lo buttano fuori (prima volta per lui in coppa) al trentesimo minuto della partita d’esordio? Alzi la mano chi non abbia pensato, in quel preciso istante, “non è cosa, manco con Ronaldo che gioca per noi”.

Dopo una mazzata di questo tipo, c’era il concreto rischio che gli uomini di Allegri si lasciassero sopraffare dalla disperazione, che potessero nuovamente farsi venire il classico cagotto europeo, rintanandosi nella propria metà campo, buttando palloni in tribuna. Per fortuna, pardon, per merito dei ragazzi, ciò non è avvenuto perché la formazione bianconera non si disuniva e riprendeva a giocare (benissimo) come aveva fatto fino a quel momento.

C’è di più: non si poteva certo dire che gli uomini in inferiorità numerica fossero i nostri. Sicuramente il modesto valore del Valencia ha “facilitato” le cose, tuttavia non sarebbe giusto nei confronti di Chiellini e compagni concentrare tutto sulla differenza tra le due squadre.

La partita vinta in trasferta, in dieci per più di un’ora, senza rischiare praticamente nulla (la prima parata di Szczesny è arrivata al novantaquattresimo sul rigore regalato ai padroni di casa), è, ad avviso di chi scrive, un chiaro segnale che lo spogliatoio è davvero convinto della propria forza.

Questa maggior convinzione deriva certamente dall’aver in squadra “quello lì”; elemento che ha contribuito ad accrescere l’autostima di tutto l’ambiente, ma ritengo che pure l’infausta serata di Madrid abbia lasciato il segno (in senso positivo) nella testa di tutti i giocatori.

Era importante iniziare bene per mettere il girone in discesa, averlo fatto offrendo una prestazione sontuosa sotto diversi aspetti aiuta a ingoiare meglio il boccone amaro dell’espulsione di Cristiano, la quale, si spera, non ce lo tolga per più di una giornata.

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