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Verona-Juve 2-1: un testacoda imprevisto

“8 maggio, su coraggio”.

In un campionato ormai vinto e con pochi motivi per continuarlo a seguire, se non perchè gioca la tua squadra del cuore, mi ritrovo ora qui a commentare i novanta minuti di Verona con un misto di rabbia e sorpresa per questa sconfitta inattesa.

Le attenuanti c’erano tutte: il finale di stagione, le numerosissime assenze, le motivazioni che latitano, la trasferta, la sempre verde voglia dell’ultima in classifica di togliersi la soddisfazione di aver battuto la prima della classe e la legge dei grandi numeri che prima o poi avrebbe interrotto questa fantastica striscia di vittorie. L’ufficialità dell’addio al calcio di Luca Toni aveva già diffuso nell’aria quel sentore che mi aveva nauseato al solo pensiero di veder segnare il nostro ex attaccante. Vedere la Juve prendere gol, anche quando la partita non rappresenta più nulla, mi provoca comunque fastidio; se poi penso a come sono stati presi i due gol di oggi è meglio metterci una pensante pietra sopra.

I bianconeri, come detto, rimaneggiati dalle tante assenze sono scesi in campo con la sola difesa quasi al completo, dato che Rugani era alla nona partita consecutiva da titolare. Zaza in attacco era una scelta obbligata viste le squalifiche ma soprattutto visto il suo costante appuntamento con il gol che ha avuto quasi sempre quando è subentrato dalla panchina. Il centrocampo muscolare scelto da Allegri faceva pensare ad una partita con poca qualità nel mezzo e il gioco dirottato sulle corsie esterne con i due stantuffi sudamericani a tracciare solchi sulle fasce.

Infatti, dopo il fischio d’inizio dell’arbitro Maresca (alla quinta o sesta direzione in serie A; a rigor di logica è normale scegliere un arbitro inesperto per dirigere una partita inutile ai fini della classifica) la partita era, come da copione, una sfida attendista da entrambe le parti con poche occasioni da annotare a referto. Nella seconda metà del primo tempo, un palo di Toni ha vivacizzato un po’ la serata per gli scaligeri mentre una discesa di Dybala ha rischiato di portare in vantaggio i bianconeri: l’attaccante argentino però ha angolato troppo il tiro, anche a causa del disturbo del diretto difensore.

Come in tutte le favole, il quieto vivere viene interrotto da un evento inaspettato e questa sera il “cattivo” aveva la giacchetta nera: a pochi minuti dal quarantacinquesimo, il direttore di gara giudica falloso un contrasto tra Alex Sandro e Pisano e concede la massima punizione ai veneti. Toni, memore del rigore calciato da Panenka a Maier che assegnò l’Europeo 1976 alla Cecoslovacchia, sceglie lo scavetto per superare Neto. Il Bentegodi esplode di gioia e sembra dimenticarsi che l’anno prossimo militerà nella serie cadetta. Buon per loro. La Juve non riesce a reagire neanche ad inizio ripresa e la squadra allenata da Del Neri chiude il conto nei primi dieci minuti del secondo tempo grazie ad un contropiede perfetto partito da una palla persa da Sturaro nell’area di rigore veneta.

La prova della Juve non si discosta troppo da quella offerta nel ritorno di coppa Italia contro l’Inter: centrocampo pressochè inesistente con tantissimi palloni persi, molti falli fatti, squadra nervosa, palleggio assente e nessuna azione corale costruita. L’espulsione di Alex Sandro ha messo fine ad una delle peggiori prove offerte dal brasiliano mentre il rigore di Dybala al 94′ ha permesso al bomber argentino di raggiungere Tevez nei gol realizzati nella prima stagione in bianconero.

Cosa salvare di questa partita? Sicuramente la sconfitta perché, dopo la vittoria sul velluto contro il Carpi, bisognava subito riattaccare la spina in vista della finale di Coppa Italia contro il Milan che ci attende tra due settimane. Così non è stato quindi spero che questa volta la lezione sia stata finalmente capita. E’ ora di ricaricare le batterie fisiche, ma soprattutto mentali, in vista degli ultimi due impegni stagionali.

Ora però non facciamo drammi: abbiamo tutto il tempo per lavorare e preparare la gara di sabato prossimo al meglio e concludere il warm-up per la partita dell’Olimpico.

Dimentichiamo questa sconfitta e facciamo partire il countdown per sabato prossimo: è ora di festeggiare (responsabilmente).

Fino alla fine….ed anche oltre!

Forza Juve!

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