Verona medievale sulle rive dell’Adige si cala dal balcone per trovare posto in curva. Giulietta e Romeo, Montecchi e Capuleti, per una volta d’accordo. Arriva la Juve e si inventa subito una rivalità che ha del ridicolo. Noi juventini rivali dei veronesi? Dove si è visto sto film? Eppure “loro” ci credono: rivali per una notte, per sentirsi importanti per una notte e poi ripiombare nell’anonimato.
Calma, ragazzi. A Verona non è mai facile e per la Signora ancora di più che per gli altri. Ci si sono lasciate le penne tante volte, ai tempi di Bagnoli scudettato e anche prima; Verona è stata la partita che ha determinato l’inizio della fine, prima della pallanuoto di Perugia; si ricordi il rigore sbagliato da Tevez, con conseguente pareggio da lì a poco e corsa con gestaccio da parte di quel buzzurro di Mandorlini. Non si vince a Verona dal 2001, un’eternità. Quindi è d’obbligo l’umiltà e…”correre” (cit. Allegri).
I 3 punti però servono come il pane e non si può prescindere da essi, dato che il Napoli ha espugnato lo Scida di Crotone. Oddio, sarebbe meglio dire: Mariani e Doveri hanno guidato il Napoli allo striminzito 1 a 0, chiudendo occhi e televisore. Ed è andata bene così, se al posto dei “ciucci” ci fosse stata la Juve, ora avremmo già imbracciato i fucili!!!
Onore al Napoli, campione di inV.A.R.no e speriamo che non si debba assistere a un’inopinata edizione della “fatal V.A.R.ona”. Allegri si affida a una condizione ottima, ritornando a dare a Dybala le chiavi della squadra. O caro “Picciriddu” le notti brave sono finite (pensavi che in un paesone come Torino, le licenze notturne passassero inosservate? A Palermo forse l’omertà serve a coprire, ma da noi madama Borèl e munssù Cerùtti spifferano). Caro Paulo, lascia perdere Messi e Cristiano Ronaldo: a noi basti tu con la tua classe.
Non gioca Pjanic, dubbi se schierare Douglas Costa o Marione, mistero sull’impiego di Marchisio (più probabile Bentancur). La fabbrica sforna ancora il 4 – 3 – 3 con Szczesny tra i pali; Lichtsteiner che rientra, Benatia, Chiellini e Alex Sandro linea di difesa; Khedira, Bentancur e Matuidi in mezzo; Dybala, Higuain, Mandzulic davanti.
Il Verona è un ricettacolo di ex juventini, a iniziare da Pecchia, mister dei veneti, bianconero ai tempi di Zizou. Pure Romulo ha indossato la sacra casacca in una stagione sfortunatissima per lui. Chi si dimentica di Caceres, grande ex? A Torino anche i dirigenti della GTT lo ricordano, ma questo è un altro paio di maniche. E poi Kean, in prestito per farlo giocare e maturare, come pare essere il futuro di Pjaca.
Dunque, Nicolas in porta; Ferrari, Caracciolo, Hertaux e Caceres, 4 di copertura; Zuculini e Buchel (altro ex delle giovanili) nella terra di mezzo; Romulo, Bessa e Verde a supporto di Kean unica punta, secondo un 4 – 2 – 3 – 1 consolidato.
Inutile dire che si tratta di un testa – coda nel quale la squadra di vertice ha tutto da perdere. Occhi apertissimi e voglia tipo Bologna, per troncare sul nascere ogni velleità dell’Hellas. Come predica il mister Allegri, dobbiamo stare attaccati alla vetta, per approfittare della minima occasione. Chiudiamo bene un’anno da ricordare, anche se privo della “ciliegiona”. Dal 2001 al 2017 sono troppi gli anni di digiuno a Verona, Chievo a parte: praticamente Buffon non ci ha mai vinto, robe da matti. È ora di… finiamola!