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Il Caso Vucinic: E’ meglio un uovo oggi o la gallina domani?

Mancano ormai tre giorni alla chiusura di questa sessione invernale del calcio-mercato che, ricordiamolo, chiuderà i battenti venerdì 31 alle ore 23.00 e che passerà agli annali del calcio grazie alla grande farsa che ha visto protagonista indiscussa l’Inter: la trattativa Vucini-Guarin.

Inutile soffermarsi sui vari episodi andati in onda della commedia “all’indonesiana”, meglio piuttosto partire dall’epilogo:

Mercoledì 22/01 poco prima della conferenza stampa annunciata dalla Juventus, arriva una clamorosa notizia preannunciata dall’esperto di mercato di sky Gianluca Di Marzio e che riguarda la possibile riapertura per la cessione di Vucinic che evidentemente insiste per la cessione. Si parla di una telefonata fatta da Andrea Agnelli direttamente a Thohir con cui viene proposta una via di uscita: prestito oneroso con diritto di riscatto a Giugno.

Apriti cielo, i commenti sono unanimi, “ma come è possibile dare in prestito Mirko, hanno fatto tutto loro, adesso se lo vogliono devono pagarci in contanti o accettare lo scambio alla pari con Guarin” ed ancora: “sarebbe un controsenso dare Mirko in prestito dopo le parole di Marotta in conferenza, si farebbe la figura dei polli”

Tutto vero e condivisibile, se non fosse per un aspetto che a molti è sfuggito: il vantaggio economico/finanziario che tale operazione porterebbe in bilancio.

E se la nuova formula del prestito con “obbligo” di riscatto portasse più vantaggi rispetto allo scambio alla pari? Già, ma come è possibile?

Lo scambio alla pari tra Vucinic e Guarin avrebbe portato (e porterebbe ancor oggi) in eredità una ricca plusvalenza sul bilancio dell’esercizio in corso. Ricordiamo, infatti che il suo valore netto in bilancio al 30/06/13 è di 7,460 milioni di euro con una quota annua di ammortamento pari ad euro 3,730 milioni.

Proviamo ad ipotizzare un valore di 12/mln per Vucinic.
Cederlo attraverso uno scambio alla pari con Guarin significherebbe registrare nel bilancio ‘13/’14 ricavi da plusvalenza per circa 6,5/mln (valore netto a gennaio 5,595 mln) direttamente nella voce di conto economico “Proventi da gestione diritti calciatori”.

Ipotizziamo adesso la formula della “cessione (onerosa) a titolo temporaneo con opzione di riscatto in favore dell’Inter per una cifra complessiva sempre di 12/milioni (ipotizziamo 2/mln per il prestito e 10/mln per il riscatto)

Gli effetti sul bilancio relativo all’esercizio in corso (‘13/’14) sarebbero:
+ 2 milioni (ricavi per cessione temporanea)
+ 6,270 milioni (plusvalenze da cessione diritti calciatori)
Totale ricavi: € 8,270 milioni, circa 2 milioni in più rispetto alla prima operazione.

L’alea, ovvio, resta sempre il rispetto dei patti e dunque l’esercizio del diritto di opzione da parte dell’Inter che, visto i precedenti, non ha di certo la fama di chi mantiene la parola data.

Questo piccolo esercizio dimostra che quella che inizialmente sembrava una baudate, si rivela finanziariamente ancor meglio della prima ipotesi.

A questo punto la domanda sorge spontanea: E’ meglio un uovo oggi o una gallina domani?

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